120, rue de la Gare
- Autore: Léo Malet
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
Primo libro del prolifico ciclo di Nestor Burma, Léo Malet fa subito centro con questo romanzo giallo nel più classico dello stile poliziesco. Rude e ironico al punto giusto, il detective di Léo Malet, colui che ha messo ko il mistero, si muove con disinvoltura nei meandri del mistero, essendo dotato di un acume formidabile e di una forza fisica e di spirito esplosiva.
La trama è accattivante. Detenuto in uno stalag, Burma incontra un uomo smemorato che in punto di morte riesce a dire solamente: “120 rue de la Gare” (per l’appunto). Di ritorno verso Parigi, alla stazione di Lione un suo collaboratore (Nestor Burma ha una sua agenzia di indagini private) muore davanti a lui dicendo la stessa frase. Curiosa coincidenza? Che relazione ci può essere tra i due? Chi è la misteriosa ragazza armata che Burma vede alla stazione? La risposta a queste domande spingerà Burma attraverso una movimentata avventura che lo porterà a risolvere il complicato rompicapo che gli si presenta.
Malet è davvero ingegnoso nel costruire la trama e si vede in questo come negli altri libri della serie. Siamo inoltre in un particolare e delicato periodo storico, quello che va dall’occupazione della Polonia all’avvio dell’occupazione della Francia da parte dei tedeschi, quel periodo che è stato detto strana guerra o, come lo definirono i francesi, drôle de guerre. E l’autore tiene estremamente conto di questo, dalla permanenza di Burma nel campo di concentramento (che deriva dall’esperienza personale che lo stesso autore fa) all’atmosfera che si respira a Lione prima e Parigi poi. Tutto ne risente se si guarda bene: dalle indagini, complicate dal buio imposto e dal coprifuoco, alle abitudini cambiate dei vari personaggi. Anzi Malet non solo non nasconde il particolare periodo storico in cui decide di ambientare la sua storia ma sembra sottolinearlo. D’altronde non è tipo da compromessi: anarchico convinto, non si autocensura e riesce a fare uscire il suo romanzo nel 1943.
Dal punto di vista stilistico, la narrazione è fluida e dinamica, che riesce a incuriosire il lettore coinvolgendolo fino a che la matassa non sia sbrogliata. Un modo di fornire gli indizi che tiene continuamente in apprensione il lettore creando quella giusta suspense che non è ansia quanto invece curiosità e voglia di trovare una logica in tutto questo. Un giallo che appassiona, diverte, fa pensare e che si conclude nel più classico dei modi: tutti insieme in una stanza ad aspettare che il mistero venga svelato.
120 Rue de la Gare
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