1915-16. L’album fotografico di Karl Pflanzl. Alpiner Referent sul monte Nero
- Autore: Paolo Seno
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2013
Raccolte di fotografie della Grande Guerra non sono rare, ma difficilmente ci si imbatte in libreria in un album riprodotto integralmente, conservando la casualità dell’ordine cronologico in cui erano state collocate le immagini. È una scelta di Paolo Seno, grafico veneziano e conoscitore appassionato del conflitto, curatore di un volume della casa editrice Lucchese Tralerighe Libri, in seconda edizione alla fine del 2020, 1915-16 L’album fotografico di Karl Pflanzl alpiner referent sul monte Nero (234 pagine). Contiene centinaia di scatti, con le didascalie, note e commenti dell’ufficiale austriaco, riprodotti con grande cura grafica e accompagnati da un testo tradotto anche in tedesco e in inglese, per la collaborazione di Heidi von Rosen e di Jacopo Madaro Moro.
Seno lascia parlare le immagini e le anticipa in brevi capitoli soffermandosi sull’impegno militare di Karl, stiriano del 1882. Dopo le magistrali, sembrava avviato all’insegnamento come il padre, ma nel 1901 scelse di arruolarsi soldato semplice. Da diplomato, ebbe l’opportunità di accedere a un corso triennale da ufficiale della riserva. Nel 1905 cucì i galloni da sottotenente e l’anno dopo venne assegnato a una unità da montagna dell’esercito Imperiale, soldati di lingua tedesca e slovena.
Seguì con i suoi un intenso addestramento operativo, specializzandosi nelle discipline legate all’ambiente montano, che li vedrà opposti ai nostri alpini. Da allora esibirà sempre, con orgoglio, il distintivo della specialità sciatore della Carinzia.
Prestò servizio al confine sloveno con l’Italia, ma la guerra lo condusse nell’estate 1914 in Galizia, sull’impegnativo fronte russo. Sarà ferito due volte e le immagini lo mostrano provato, al contrario di quelle sulle montagne tra l’Italia e la Slovenia, nelle quali spesso è sorridente.
La maggior parte delle foto dell’album in carta patinata si riferiscono al teatro di guerra del monte Nero, nelle Alpi Giulie, 2245 metri la vetta, dove il combattente pluridecorato svolse il compito di Alpiner Referent, ufficiale incaricato di seguire la logistica, i rifornimenti e le costruzioni nei settori d’alta montagna.
Ogni foto è riprodotta nel formato intero e con ingrandimenti che evidenziano i particolari più importanti colti da Paolo Seno. Visti i compiti del tenente Pflanzl, molte documentano l’impegno pressoché quotidiano per alimentare le prime linee in un territorio verticale, inospitale, difficile da percorrere, minacciato dalle avversità e dalle valanghe invernali ancora più che dal nemico.
I fotogrammi descrivono lo sforzo organizzativo, la fatica incessante per tenere libere dalla neve le vie d’accesso. Inquadrano lunghe colonne di portatori, spesso prigionieri di guerra russi, impiegati come forza lavoro anche per scavare e per attrezzare costruzioni, magazzini e fortificazioni. In questa sezione dell’album spiccano le testimonianze del pericolo costituito dalla morte bianca, causata da slavine, valanghe, appoggi instabili sul manto nevoso e nei passaggi più difficili in quota, con la caduta di malcapitati in gole e crepacci, che costava molte vite.
Alcuni scatti riprendono le baracche della sezione di sanità austriaca travolta da una slavina, a fine dicembre 1915, sul monte Nero. Ancora intatte il giorno di Natale, mostrano un innocente paesaggio alpino innevato, mentre la luminosità sulle creste nello sfondo rende la guerra e la violenza quanto mai lontane dall’obiettivo del fotografo. Ma le immagini seguenti riprendono i funerali delle diciotto vittime, i corpi affiancati uno all’altro, avvolti in coperte e teli di tenda, le croci pronte in disparte, il dolore evidente dei commilitoni schierati a capo scoperto. In altre foto il triste recupero della salma del disperso tenente Sedmak, precipitato in una gola.
Ci sono anche cannoni, trincee, filo spinato, soldati armati di lunghi fucili, ma soprattutto infagottati in cappotti, berretti di lana, sciarpe e passamontagna.
L’ufficiale austriaco trascura soggetti strettamente bellici e segni di violenza sugli uomini e sui territori. Sembra interessato a testimoniare la sua esperienza umana più che la ragione militare della sua presenza sul fronte. Prevalgono i sentimenti dell’uomo sotto l’uniforme su quelli del soldato, nonostante le armi spianate.
In un’immagine appaiono sullo sfondo anche i soldati italiani, il nemico, ma non sono armati e guardano da lontano con un atteggiamento rilassato. Sono esposti allo scoperto, ma non temono d’essere colpiti. È un documento che fa riflettere: per un momento, non si pensa ad ammazzarsi, ci si guarda con curiosità, senza avversione.
Non possiamo che condividere la simpatia del curatore del volume per Pflanzl, che insiste sui momenti di riposo e perfino di serenità. Scorti alcuni nemici in atteggiamento tutt’altro che ostile, invece di ordinare il fuoco ai suoi, si limita a scattare foto e quelli quasi si mettono in posa, uno in particolare. Una parentesi davvero interessante in un conflitto sanguinoso come la Grande Guerra e in un contesto difficile come l’alta montagna.
Pflanzl non era un guerriero, quanto un responsabile del comfort dei combattenti e questo aumenta la simpatia nei confronti di questo leale “non” nemico.
Un capitolo interessante è dedicato da Seno alla visita sul fronte italiano della scrittrice austriaca e corrispondente di guerra Alice Schalek. È proprio l’impeccabile Karl a farle da guida nelle retrovie del monte Nero, come testimoniano alcune foto del del suo album.
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