I critici lo considerano uno dei capolavori della letteratura russa del Novecento. Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov è uno di quei libri imprescindibili, uno di quei classici che non si può assolutamente non aver letto. Figura in quasi tutte le liste dei libri consigliati o dei famigerati “libri da leggere prima di morire”.
In Italia, il poeta premio Nobel Eugenio Montale lo definì: "Un miracolo che ognuno deve salutare con commozione" in una nota recensione pubblicata sul Corriere della Sera.
Il manoscritto di Michail Bulgakov tuttavia ebbe una vicenda editoriale controversa. Subì numerosi tagli, revisioni, riscritture, fu addirittura dato alle fiamme da Bulgakov stesso.
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Il Maestro e Margherita fu pubblicato per la prima volta in edizione integrale il 29 dicembre 1966, ben ventisei anni dopo la morte del suo autore.
Ma vediamo più nel dettaglio la storia del “miracolo letterario” di Michail Bulgakov.
Il Maestro e Margherita di Bulgakov: la trama
Ciò che contraddistingue in primo luogo il capolavoro di Bulgakov è senza dubbio l’originalità, maggiore cifra stilistica del romanzo, e la sua complessità strutturale.
La trama de Il Maestro e Margherita si compone infatti della stratificazione di diverse vicende sovrapposte che si svolgono contemporaneamente su tre piani narrativi paralleli.
La prima storia è ambientata nella Russia degli anni ’30 dove ritroviamo il protagonista, un eminente professore che è stato emarginato dalla società culturale a causa della scrittura di un romanzo su Ponzio Pilato. Il Maestro si trova rinchiuso in un ospedale psichiatrico dove ricorda il suo perduto amore, l’amata Margherita. ln manicomio il Maestro fa la conoscenza di un poeta, Ivan Nikolaevic, che ha perduto l’ispirazione per scrivere versi. Proprio a lui decide di raccontare la propria storia, narrando la sua progressiva discesa attraverso la spirale della pazzia.
La seconda vicenda invece riguarda il personaggio forse più celebre del romanzo: Woland, il Diavolo che si prepara a celebrare un sabba infernale nella capitale, Mosca. Attraverso i suoi sortilegi Woland promette di ricongiungere il Maestro all’amata Margherita.
Alle due trame principali si sovrappone la terza storia, ovvero la vicenda di Gesù e del suo confronto con Ponzio Pilato narrata dal Maestro nel suo romanzo. La terza storia segue lo stratagemma del “manoscritto ritrovato” e si inserisce nella vicenda principale come “il racconto nel racconto”. Quest’ultima parte è una rivisitazione biblica in chiave laica, ricca tuttavia di ipotesi e rivisitazioni filologiche.
Nel finale del libro le tre storie si ricongiungono e finalmente acquisiscono un senso compiuto. Ma per tutta la narrazione il lettore è sopraffatto da un senso di straniamento, incapace di comprendere dove lo porteranno le fila della storia. Il tema della pazzia si fonde con la magia, l’arte, l’irrealtà componendo una sinfonia che travolge il lettore senza lasciargli scampo.
I critici leggono tra le righe del testo una forte satira politica contro la società sovietica degli anni ’30, tuttavia molti dei lettori amano dare rilievo alla trama portante della vicenda amorosa tra Il Maestro e Margherita, una storia d’amore metafisica in cui l’amante è chiamato a condividere la sorte dell’amata.
Non a caso uno dei paragrafi più noti e citati del romanzo è quello che narra il colpo di fulmine tra i due protagonisti.
L’amore ci si parò dinanzi come un assassino sbuca fuori in un vicolo, quasi uscisse dalla terra, e ci colpì subito entrambi.
Recensione del libro
Il Maestro e Margherita
di Michail Bulgakov
Il Maestro e Margherita: storia editoriale
Il manoscritto de Il Maestro e Margherita, proprio come viene descritto in una celebre parte del romanzo, fu dato alle fiamme dal suo stesso autore che lo bruciò in una stufa. Michail Bulgakov reagì con questo atto estremo di protesta alla censura sovietica che impedì la pubblicazione del libro nel 1930.
L’autore diede il romanzo alle fiamme e chiese il permesso di espatriare. Stalin in persona gli rispose con una lettera, in cui dava prova della sua ammirazione per gli scritti precedenti di Bulgakov. Tuttavia il permesso di espatriare dalla Russia non fu mai veramente concesso a Michail Bulgakov.
Nel 1931 lo scrittore si rimise al lavoro componendo una seconda redazione del romanzo che sarà definitivamente completata nel 1937.
Bulgakov continuò a lavorare a Il Maestro e Margherita, perfezionandone l’intreccio, fino alla sua morte, avvenuta nel 1940. Poche settimane prima di morire ne stava completando la quarta stesura con l’aiuto della sua terza moglie Elena Šilovskaja. Sarà proprio lei a concludere la stesura definitiva del romanzo, secondo la volontà del marito, nel 1941.
Il Maestro e Margherita: la prima pubblicazione e la censura
Il Maestro e Margherita vide finalmente la luce nel 1966 quando fu pubblicato per la prima volta sulla rivista Moskva. La prima pubblicazione tuttavia presenta una versione pesantemente censurata del romanzo: il 12% dell’opera non fu reso pubblico e il testo subì dei massicci interventi correttivi.
Le parti censurate del libro vennero invece pubblicate come samizdat - ovvero pubblicazioni “edite in proprio” - insieme a tutte le indicazioni dei punti in cui il romanzo era stato emendato dalla censura.
Il samizdat rappresentava una pubblicazione clandestina: il termine derivava dall’unione dei termini russi sam, "da sé", e izdat, "pubblicare", e venne a indicare un fenomeno parecchio diffuso in Unione Sovietica nel tentativo di aggirare la censura governativa.
La prima versione integrale de Il Maestro e Margherita in russo, completa dei samizdat riportati per la prima volta in corsivo, fu pubblicata nel 1969 a Francoforte.
Per la pubblicazione del romanzo nell’edizione non censurata in Unione Sovietica bisognerà attendere il 1973.
Il Maestro e Margherita: la prima edizione italiana
La prima edizione italiana dell’opera di Bulgakov fu pubblicata in Italia nella primavera del 1967.
Il Maestro e Margherita fu pubblicato dalla casa editrice De Donato di Bari, a cura di Maria Olsufieva e Saverio Vertone.
La prima edizione italiana presentava diversi refusi, tra cui un simpatico:
La luna tramontava sul conte Calvo
L’edizione barese fu ritirata dal commercio per un ricorso della casa editrice Einaudi di Torino, salvo poi tornare in circolazione, dopo un accordo siglato sui diritti d’autore. L’edizione italiana de Il Maestro e Margherita pubblicata dalla De Donato vendette quindicimila copie e fu la più apprezzata dal poeta Eugenio Montale.
In seguito il libro fu riedito da Einaudi nella collana de Gli Struzzi con una traduzione di Vera Dridso, ebrea russa che lavorò come segretaria di redazione della celebre casa editrice torinese. La prima edizione einaudiana de Il Maestro e Margherita presentava in copertina un quadro del pittore surrealista Joan Mirò Personnage dans la nuit, 1944.
Forse la più adeguata rappresentazione della magia inquieta, quasi demoniaca, contenuta nell’originale opera di Michail Bulgakov che si salvò dalle fiamme risorgendo come un’araba fenice.
Non v’è dubbio che Il Maestro e Margherita sia un’opera stregata.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov: trama e storia della censura
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