4321
- Autore: Paul Auster
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2017
Archibald Isaac Ferguson è un ebreo nato in America da una famiglia di immigrati, figlio unico di Stanley e Rose, circondato da cugini, zii e nonni: tutto il resto è mutevole. Gettate le basi del suo contesto di vita iniziale, la storia di Archie prende quattro diverse strade.
Paul Auster, nel contesto politicamente e civilmente scosso dalla guerra del Vietnam e dalle rivolte per i diritti civili che hanno travolto l’America tra gli anni Cinquanta e Sessanta, racconta le quattro possibili vite di Archie Ferguson: quella in cui diventa un campione dello sport, quella in cui è uno scrittore, quella in cui si fidanza con la tanto agognata Amy, l’unica persona che è destinato a incontrare indipendentemente da ciò che gli accade.
4321 (Einaudi, 2017, trad. C. Mennella) è la storia di ognuno di noi, ma anche di chi non saremo mai a causa della semplice legge della natura per cui non possiamo essere contemporaneamente in due luoghi o prendere entrambe le vie a un bivio di scelte. È una storia di possibilità, di ciò che non ci sarà mai, ma anche di ciò che tutti noi potremmo potenzialmente essere, ed è Archie stesso a spiegarcelo:
“Sto dicendo che non saprai mai se hai fatto la scelta sbagliata. Avresti bisogno di conoscere tutti i fatti in anticipo, e l’unico modo per disporre di tutti i fatti è essere in due posti nello stesso momento, ma è impossibile”.
Tutto ciò, e in 4321 è molto chiaro, non dipende solo dalle nostre decisioni, ma anche da quelle degli altri e dall’evolversi dei fatti storici. Questi sono una parte fondamentale delle vite di Archie, lo travolgono e spesso modificano la sua vita facendole prendere pieghe inaspettate.
Le vicende vengono raccontate in maniera quasi asettica, come se fosse un elenco di ciò che accade ad Archie, di ciò che lui sente, di quello che spera o che teme. Uno stile fluido che trascina all’interno della storia, ma che rimane distaccato da ciò che accade al protagonista. Anche le disgrazie vengono spesso annunciate con logica e razionalità, come la morte, la fine di una vita normale, una delle tante:
“Da quel momento in poi ogni pensiero, parola e sentimento futuri nati all’interno di quel cranio furono cancellati. Gli dèi guardarono dall’alto della loro montagna e scrollarono le spalle”.
È proprio questa la meraviglia di storie come quella di Archie o come la nostra: vite di persone normali che prendono pieghe inaspettate e percorsi straordinari. Vite talmente normali da risultare complicate, vere, paradossali, difficili e meravigliose al tempo stesso. Così come i personaggi: dai più realistici e ben tratteggiati come Rose, donna pienamente cosciente dei suoi sentimenti ma mai completamente soddisfatta, o Amy, un carattere deciso pronto a crollare quando la sicurezza viene stravolta. Fino ad arrivare a personaggi appena accennati, come Stanley, la cui presenza è però sempre forte nella vita del figlio: una sorta di fantasma che aleggia sulla testa di Archie nel momento delle scelte più importanti.
Personaggi e storie che ci fanno riflettere su quante possibilità di vita abbiamo davanti, su quante strade potremmo potenzialmente percorrere. L’unica conclusione che mi sento di tirare terminato questo romanzo è che è un vero peccato poterne vivere solo una.
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