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Gente che bussa alla porta Copertina flessibile – 1 settembre 1992
- Lunghezza stampa336 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreBompiani
- Data di pubblicazione1 settembre 1992
- ISBN-108845218422
- ISBN-13978-8845218422
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Dettagli prodotto
- Editore : Bompiani (1 settembre 1992)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 336 pagine
- ISBN-10 : 8845218422
- ISBN-13 : 978-8845218422
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 350,273 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 18,821 in Mistero
- n. 115,515 in Narrativa di genere (Libri)
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La scrittura è asciutta, diretta, cruda. Cinica. Cattiva, a tratti, soprattutto quando Arthur, il nostro protagonista, si prende carico di essere il transfert dei pensieri dell'autrice, che con la sua penna spietata denuncia le assurdità e le contraddizioni, l'ipocrisia e la ferocia dell'estremismo religioso. Perché è questo ciò che tratta il libro: quanto la religione possa unire persone esterne e allontanare membri della stessa famiglia, creando conflitti irrisolvibili, muri invalicabili.
I personaggi funzionano bene, mi sento di dire pure troppo. In alcuni punti, ho provato una repulsione tale per certuni individui che ho rischiato di strappare le pagine per via dei loro atteggiamenti odiosi. Atteggiamenti che, purtroppo, non sono solo pura finzione, ma che negli USA sono tutt'oggi in voga in numerose comunità, seppur caratterizzate da credi ben diversi tra loro.
L'epilogo forse è scontato, ma credo sia anche l'unica chiusura possibile. L'ho trovato coerente, giusto, capace di chiudere il cerchio nella maniera più logica.
Mi è piaciuto, e molto. Mi è piaciuto perché sono riuscita a infuriarmi come poche altre volte, ma anche perché ho empatizzato profondamente col protagonista, che tanto mi ricorda una persona carissima, anch'essa costretta a combattere contro i dettami di una religione castrante. Mi è piaciuto perché ti fa credere che, se tieni duro, riesci a superare tutto.
Consigliatissimo.
Recensito in Italia il 24 agosto 2023
La scrittura è asciutta, diretta, cruda. Cinica. Cattiva, a tratti, soprattutto quando Arthur, il nostro protagonista, si prende carico di essere il transfert dei pensieri dell'autrice, che con la sua penna spietata denuncia le assurdità e le contraddizioni, l'ipocrisia e la ferocia dell'estremismo religioso. Perché è questo ciò che tratta il libro: quanto la religione possa unire persone esterne e allontanare membri della stessa famiglia, creando conflitti irrisolvibili, muri invalicabili.
I personaggi funzionano bene, mi sento di dire pure troppo. In alcuni punti, ho provato una repulsione tale per certuni individui che ho rischiato di strappare le pagine per via dei loro atteggiamenti odiosi. Atteggiamenti che, purtroppo, non sono solo pura finzione, ma che negli USA sono tutt'oggi in voga in numerose comunità, seppur caratterizzate da credi ben diversi tra loro.
L'epilogo forse è scontato, ma credo sia anche l'unica chiusura possibile. L'ho trovato coerente, giusto, capace di chiudere il cerchio nella maniera più logica.
Mi è piaciuto, e molto. Mi è piaciuto perché sono riuscita a infuriarmi come poche altre volte, ma anche perché ho empatizzato profondamente col protagonista, che tanto mi ricorda una persona carissima, anch'essa costretta a combattere contro i dettami di una religione castrante. Mi è piaciuto perché ti fa credere che, se tieni duro, riesci a superare tutto.
Consigliatissimo.
La Highsmith è una maestra in questo.