“Maturità, t’avessi preso prima...” cantava Venditti in una canzone memorabile. Ma la verità è che gli esami, nella vita, non finiscono mai: questo forse è il più saldo e utile insegnamento da dare a tutti i maturandi. Non sarà un voto, né tantomeno quel voto, per quanto sudato, a determinare il vostro destino dacché la vita non è fatta di numeri - non ha una misurazione quantitativa, ma qualitativa - né tantomeno di traguardi.
Lo sapeva bene Alda Merini che, nella sua eterna saggezza da poetessa, scrisse A tutti i giovani raccomando, un ammonimento alle future generazioni composto sottoforma di poesia, contenuto nella raccolta La vita facile, pubblicata postuma nel 1996. La raccomandazione di Merini ai giovani è di “trattare i libri con religione”, giacché i testi non contengono solo nude informazioni, un sapere spoglio da utilizzare a proprio uso e consumo, ma sono dei depositari di conoscenza e di coraggio e una fonte perenne di elevazione spirituale. I libri elevano la mente, così come le parole dei poeti, che si fanno eterno sostegno, alleate dell’anima, in grado di portare le persone oltre il grigiore rassegnato della quotidianità. Merini invita i giovani a porre attenzione alle parole dei poeti e affida a questi autori una finalità pratica, li paragona ai contadini che a lungo hanno vangato la terra per preparare un proficuo raccolto.
Dunque cosa raccomandare ai giovani? Di andare oltre l’apparenza, seguendo l’insegnamento dei poeti e dei libri che contengono le loro parole come un verbo sacro professando una verità antica e tuttavia ineludibile: c’è qualcosa oltre il mondo che vedete, c’è qualcosa da scoprire, qualcosa ancora da vedere oltre la superficie.
Alda Merini invita i giovani a camminare sulle spalle dei poeti; come nani sulle spalle dei giganti, citando il filosofo francese medievale Bernardo di Chartres e il suo celebre aforisma che rimarca il debito dei contemporanei nei confronti degli antichi.
“A tutti i giovani raccomando” di Alda Merini: testo
A tutti i giovani raccomando:
aprite i libri con religione,
non guardateli superficialmente,
perché in essi è racchiuso
il coraggio dei nostri padri.
E richiudeteli con dignità
quando dovete occuparvi di altre cose.
Ma soprattutto amate i poeti.
Essi hanno vangato per voi la terra
per tanti anni, non per costruirvi tombe,
o simulacri, ma altari.
Pensate che potete camminare su di noi
come su dei grandi tappeti
e volare oltre questa triste realtà
quotidiana.
“A tutti i giovani raccomando” di Alda Merini: analisi e commento
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“Chi semina raccoglie”, ci ripetevano le nostre maestre sui banchi delle scuole elementari per prepararci a un futuro non meglio definito in cui avremmo colto i nostri frutti (che chissà perché ci immaginavano sempre “proibiti”, come la mela del giardino dell’Eden): ci avevano un po’ illuso, in realtà, con quel gesso bianco che spesso strideva sulla lavagna e sporcava i vestiti, i pavimenti, le guance e le fronti, che al massimo sforzo avrebbe sempre corrisposto il massimo rendimento. La scuola come trampolino di lancio verso la vita; l’idea di “studente modello” come emblema di successo e sinonimo di trionfo incontrastato. La verità che non raccontavano le maestre è che gli ottimi voti, spesso, restano solo “ottimi voti” sulla carta: ed è necessario andare mentalmente al di là dei numeri, delle valutazioni, delle cifre. Tutto questo è presente nelle parole di Alda Merini rivolte a un futuro che pare dilatarsi eterno come il tempo senza storia, un futuro che sarà sempre abitato da giovani che pure avranno le stesse ansie, le stesse preoccupazioni, lo stesso struggente desiderio di completezza e comprensione dei giovani di ieri. La stessa ansia di giudizio accompagnata da un desiderio inespresso, ma lancinante, di approvazione da parte degli adulti. Siamo stati tutti quei giovani che sotto l’ardente offesa della risposta pronta che colpiva come uno schiaffo nascondevano il bisogno inesprimibile di una carezza.
Uno dei refrain più ricorrenti nel cosiddetto passaggio generazionale è l’ossessione della perdita dei valori: i “giovani d’oggi” si ripete, dando sempre una connotazione dispregiativa al termine, i “giovani d’oggi non sono come quelli di una volta”; ma non è vero che i giovani di oggi non hanno valori, semplicemente è il concetto di valore o disvalore che muta nel tempo, anche le nuove generazioni hanno idee luminose che si elevano sulle idee degli uomini che li hanno preceduti. Questo è importante da capire per liberare la gioventù da quel peso svalutativo, di provvisorietà incurante e irrispettosa, che spesso si porta addosso: dobbiamo restituire alla gioventù la sua caratteristica di promessa, il suo afflato innato di futuro. Questo diceva Alda Merini, nei pensieri sparsi contenuti ne La vita facile, raccomandando ai giovani di seguire le parole dei poeti, di utilizzarle come le briciole di Pollicino per ritrovare la strada di casa, ma anche come strumenti per andare oltre, per smarginare i confini del pensiero. La raccomandazione maggiore che si possa fare ai maturandi è di non avere paura di sbagliare: “Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore”, cantava Francesco De Gregori, perché “non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”. Ma soprattutto di non sentirsi mai “arrivati”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “A tutti i giovani raccomando”: l’augurio in poesia di Alda Merini per i maturandi
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