Immagine di copertina Credits: @eleonoraproietti
Da oggi, 26 ottobre 2022, potrete trovare in libreria le prime tre pubblicazioni di ACCĒNTO, la nuova casa editrice fondata dal conduttore televisivo e radiofonico Alessandro Cattelan.
L’obiettivo di ACCĒNTO è valorizzare gli esordienti e riscoprire i titoli dimenticati della letteratura italiana e internazionale che meritano di tornare all’attenzione del grande pubblico.
Ne abbiamo parlato con lo scrittore e autore televisivo Matteo B. Bianchi, direttore editoriale del progetto, e con Eleonora Daniel, caporedattrice ed editor.
Se Matteo B.Bianchi è un nome ormai affermato nel panorama editoriale e televisivo italiano, per i nostri lettori anche il nome di Eleonora Daniel di certo non sarà nuovo, vista la sua attività di redattrice di Sololibri dal 2020 fino al mese scorso, prima di intraprendere a tempo pieno la nuova avventura professionale con ACCĒNTO.
Scopriamo i primi titoli, le collane e le curiosità relative a questo nuovo promettente progetto editoriale.
- Il vostro è un progetto editoriale coraggioso, soprattutto in tempi in cui sugli esordienti si tende a scommettere sempre meno. Come è nata l’idea di dar vita ad ACCĒNTO?
Matteo B. Bianchi: In questi giorni ci stanno facendo un sacco di complimenti, tutti che ripetono: “Che bravi, ma come siete stati coraggiosi”. Ecco, io non lo definirei coraggio. Semplicemente noi crediamo nei libri. È stato questo a guidarci sin dal primo momento: non il coraggio, ma la passione.
L’idea di ACCĒNTO è nata da Alessandro Cattelan, da sempre appassionato lettore. Noi ci siamo conosciuti durante la trasmissione E poi c’è Cattelan, di cui lui era protagonista e io ero autore. L’amicizia è nata così, eravamo soliti scambiarci pareri sui libri e chiacchierare per ore. Un giorno Alessandro mi ha chiamato dicendo che aveva in mente una cosa che però non sapeva se si potesse realizzare.
Non appena mi ha detto l’idea, io ho risposto subito sì. Non c’è stato neppure bisogno di aggiungere altro: ho detto “sì, facciamolo!” Mi è sembrato un progetto irresistibile. Abbiamo deciso di puntare sui giovani, sulle nuove voci, quindi da lì è nata la volontà di coinvolgere giovani menti brillanti, come Eleonora.
Eleonora Daniel: Io sono stata coinvolta in ACCĒNTO dietro segnalazione della Scuola del libro. Un giorno mi è arrivata una mail in cui mi si diceva che mi avrebbe contattato Matteo B. Bianchi per un progetto molto bello. Ne sono stata felice, ma ancora non avevo ben capito di cosa si trattasse. Io e Matteo ci siamo incontrati per la prima volta il 13 novembre scorso, a Milano, e da lì è iniziata questa grande avventura. Alessandro e Matteo mi hanno coinvolta in ogni dettaglio del progetto, dalla scelta delle collane a quella dei titoli. La mia prima reazione è stata di entusiasmo, ma anche di paura, perché sentivo di avere una grande responsabilità.
- A chi è venuta l’idea del nome, così originale ma anche così pertinente, della casa editrice: ACCĒNTO?
Matteo B. Bianchi: Diciamo che c’è una versione ufficiale e una ufficiosa. La verità è che una sera abbiamo fatto un brainstorming in una birreria: eravamo io, Alessandro Cattelan e un amico di Alessandro. Alessandro, scherzando, diceva che voleva un marchio simile alla Nike. Guardando il logo Nike abbiamo pensato fosse simile a un accento. Da qui è nato tutto: l’accento si prestava perfettamente a una casa editrice, rappresentava il significante e il significato. Abbiamo fatto una ricerca online e abbiamo scoperto che non c’era nessuna casa editrice in circolazione con questo nome.
Così: detto, fatto.
In seguito abbiamo sviluppato l’idea delle collane anche con Eleonora che è stata subito entusiasta del nome. Per la veste grafica invece abbiamo assoldato due giovani grafici, Cecilia Bianchini e Giovanni Cavalleri, dello studio Paper Paper. Per noi era importante anche l’impatto del progetto editoriale che doveva quindi avere una grafica riconoscibile.
Foto credits: @eleonoraproietti
- ACCĒNTO si fonda su un progetto editoriale solido che ricalca la struttura delle grandi case editrici novecentesche. Si pone in continuità con il passato, ma allo stesso tempo presenta un elemento di rottura, di innovazione, e volge lo sguardo al futuro. Come avete strutturato lo schema delle tre collane?
Matteo B. Bianchi: Abbiamo stabilito da subito che il nostro core business dovessero essere gli esordienti, quindi le nuove voci. Inizialmente avevamo pensato ai giovani, ma in seguito abbiamo realizzato che in verità si può esordire con successo anche a quarant’anni. Quindi puntiamo sugli esordienti in senso ampio: se un libro è valido, noi lo pubblichiamo nella collana Accento acuto che è anche il nostro cavallo di battaglia.
Per dare una struttura solida al progetto abbiamo poi pensato di puntare anche sui recuperi di grandi libri del passato che sono stati ingiustamente dimenticati. Da qui è nata la seconda collana, Accento grave. Infine, abbiamo dato spazio alla saggistica, ma intesa in senso “pop”, con Dieresi. Un tentativo di svecchiare i saggi dalla loro patina polverosa. Volevamo pubblicare opere che raccontassero in modo meno paludoso il presente.
L’idea dei nomi delle tre collane, derivati da ACCĒNTO, è stata di Eleonora.
Eleonora Daniel (ride Ndr): Non è vero, non mi prendo questo merito. Ci abbiamo pensato tutti insieme. Però, in effetti, sentendo il nome ACCĒNTO mi è subito scoccata la scintilla sulle possibili derivazioni. Potevamo fondere i nomi delle collane con il richiamo alla punteggiatura e ai segni diacritici.
- Parliamo delle vostre prime pubblicazioni. Senza respiro della giovane Raffaella Mottana, classe 1995, è un romanzo molto coraggioso che tratta tematiche audaci. Come l’avete scelto?
Eleonora Daniel: Senza respiro di Raffaella Mottana ci è stato segnalato da un’agenzia letteraria. Noi inizialmente avevamo contattato l’agenzia perché eravamo interessati a un altro libro, ma non appena ho letto questo testo ne sono rimasta folgorata. L’ho letto in un solo giorno e l’ho subito segnalato a Matteo. L’autrice ha una scrittura pulita, precisa, elegante e il libro ha una struttura strana, ma particolarissima. Sembra ci sia un punto di rottura, ma alla fine è tutto collegato.
Matteo B. Bianchi: Lo definirei un libro quasi schizofrenico: c’è una prima parte molto dolorosa in cui tratta il lutto e la sua elaborazione, poi nella seconda parte cambia totalmente tono e diventa un romanzo erotico. Ogni cosa però alla fine torna. Lo abbiamo scelto proprio per questo motivo, perché volevamo cominciare con un libro che non assomigliasse a nessun altro.
Senza respiro
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- Il secondo libro invece è Tutto ciò che poteva rompersi di David Valentini, una raccolta di racconti che però diventa romanzo. Cosa vi ha colpito di questa opera?
Eleonora Daniel: David Valentini per me era un nome già noto, da tempo scriveva per varie riviste. Ci è stato segnalato da Leonardo Ducros, editor della rivista online Altri animali. Si tratta di un altro libro particolare perché si compone di cinque racconti lunghi che alla fine si rivelano tutti collegati tra loro. Già il primo racconto appare come un micro-romanzo, una storia a sé. Alla fine sorprende svelare tutti i legami inaspettati tra i vari personaggi.
Tutto ciò che poteva rompersi
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- Il terzo libro invece fa parte della seconda collana, Accento grave, quella dedicata ai recuperi di casi letterari del passato. Come mai avete scelto proprio Manuale di caccia e pesca per ragazze di Melissa Bank?
Matteo B. Bianchi: Lo abbiamo scelto perché è il libro spesso citato nelle scuole di scrittura e ci ha sorpreso che non fosse più disponibile in edizione italiana. Manuale di caccia e pesca per ragazze di Melissa Bank è stato un bestseller negli anni Novanta, in America ha venduto più di un milione e mezzo di copie.
In Italia invece è stato penalizzato, forse persino un po’ sottovalutato. Uscì poco dopo l’esplosione del caso Il diario di Bridget Jones e fu, ingiustamente, paragonato alla letteratura femminile allora in voga, il cosiddetto chick-lit. Invece è un’opera di tutt’altro genere. Il primo a valorizzarlo nel nostro Paese è stato lo scrittore premio Strega Paolo Cognetti, che infatti per noi ne ha firmato la prefazione.
Manuale di caccia e pesca per ragazze
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- Sono tutti libri audaci che pongono una sfida al lettore. Sembrano seguire, in un certo senso, lo stesso tracciato del libro d’esordio di Matteo B. Bianchi Generations of Love che apparve, con un certo effetto scandalo, negli anni Novanta?
Matteo B. Bianchi: Per la pubblicazione di Generations of Love devo ringraziare Piero Gelli, direttore editoriale di Baldini e Castoldi, che per primo ci ha creduto. Si trattava di un libro anomalo da pubblicare nel 1999. In quel periodo si parlava di omosessualità solo in relazione all’Aids, io invece trattavo di un “coming out” senza toni drammatici, ma con un fare quasi spensierato rendendolo una sorta di “coming of age.” All’epoca fui persino attaccato da certi critici che mi rimproveravano di sminuire il “problema dell’omossessualità”. Ma in realtà io volevo proprio dimostrare che non era un problema. Mi piacerebbe che anche i libri pubblicati da noi avessero la stessa funzione di rottura con la tradizione.
Vorrei arrivare al punto in cui un esordiente sceglie di pubblicare con ACCĒNTO perché si riconosce nei nostri valori.
Eleonora Daniel: Sarebbe la soddisfazione più grande. Vorrei che ACCĒNTO diventasse un punto di riferimento per gli esordienti che hanno qualcosa da dire.
- Concludo con una domanda forse indiscreta, ma che sono certa si stiano facendo tutti. Com’è avere come capo Alessandro Cattelan?
Eleonora Daniel: Di sicuro sorprendente. Io dico sempre che Alessandro è il “super capo”. È una persona appassionata che legge tanto e legge tutto. Ha curato ogni dettaglio del progetto ed è sempre presente, nonostante i suoi numerosi impegni. Mi hanno colpito molto la sua umiltà e il suo essere sempre disposto a imparare dagli altri: ad esempio, lui non si fa alcun problema a chiedermi “Ele, questa cosa come funziona?”.
Matteo B. Bianchi: Ci tengo a sottolineare che Alessandro non è solo uno sponsor, come molti potrebbero - a torto - pensare. Lui non ha messo nel progetto solo il suo nome o la sua immagine pubblica, ma vi è coinvolto in prima persona con mente e cuore. Il suo non è un cosiddetto “vanity project”, come fanno adesso molti divi per valorizzare il loro ego. Scherzando gli dico sempre che avrebbe dovuto aprire una catena di ristoranti, gli sarebbe convenuto di più. Invece lui ha voluto puntare sui libri e, soprattutto, sugli esordienti.
- Ci date qualche anticipazione sulle prossime pubblicazioni di ACCĒNTO?
Eleonora Daniel: Non so se si può dire. Abbiamo una novità in uscita a fine novembre. Lo diciamo?
Matteo B. Bianchi: Sì, la prima si può dire, ma il saggio - che uscirà a gennaio 2023 - è ancora top secret. La prossima pubblicazione sarà un’antologia di racconti scritti da giovanissimi under 25. Una raccolta di dodici racconti di ispirazione tondelliana. Ricordiamo che proprio Tondelli pubblicò, tra gli anni ’80 e gli anni ’90, tre antologie Under 25 in cui raccoglieva i contributi di giovani sotto i 25 anni.
ACCĒNTO, in un certo senso, persegue questo filone di letteratura postmoderna, raccoglie l’eredità di Pier Vittorio Tondelli. Proprio come lui siamo dalla parte di “chi ha qualcosa di interessante da raccontare”.
Nella foto di copertina di @eleonoraproietti tutta la squadra di ACCĒNTO: Alessandro Cattelan (editore), Matteo B. Bianchi (direttore editoriale), Eleonora Daniel (caporedattrice e editor), Roberta De Marchis (ufficio stampa), Cecilia Bianchini e Giovanni Cavalleri (grafici), Ludovica Sauer (social media manager) e Gianmario Pilo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nasce ACCĒNTO, la casa editrice di Alessandro Cattelan. Intervista a Matteo B. Bianchi ed Eleonora Daniel
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