Abisso
- Autore: Dean Koontz
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fanucci
“CORONAVIRUS Il romanzo della profezia” predice la bandella di Abisso (Time Crime Fanucci, 2020) e io, ingenuo, chissà che mi credevo. Di fatto il libro di Dean Koontz sta al genere pandemico come i libri di Moccia a Via col vento.
Per un primo, blando, accenno al virus Vuhan-400 bisogna, infatti, aspettare il capitolo 36. E il capitolo 39 per una sommaria cognizione della sua natura e di come si sia diffuso, colpendo peraltro una limitata cerchia di persone (un gruppo scout in gita in zone impervie). Prima di queste rivelazioni, Abisso si snoda come classico thriller alla Koontz: trama lineare, trovate qua e là alquanto puerili, personaggi e circostanze stereotipati, sentimentalismo, mistero e soprannaturale quanto basta per tenere desta l’attenzione fino alla fine.
Infatti il libro l’ho letto fino alla fine (se è questo che più conta), ma dato il richiamo della cover a Covid-19, per le prime trenta pagine giuro che ho pensato si trattasse della copia di un altro romanzo di Koontz, per sbaglio rilegato con la copertina di Abisso.
Non avendo l’abitudine di soffermarmi sulle quarte dei libri che ricevo, questa è la trama così come l’ho scoperta procedendo via via con la lettura. Tina Evans è la classica eroina bella-intelligente con fantasmi interiori causati dalla malasorte: rottura del matrimonio, scomparsa del figlio Danny (faceva parte degli scout) e scusate se è poco. Ma se il tempo lenisce le ferite, e successo lavorativo e liason con altrettanto classico avvocato-macho ma premuroso sembrerebbero rimettere le cose a posto, può succedere che il destino baro ci riprovi entrando a gamba tesa.
Così Tina, dapprima scambia il volto di un bambino per quello del suo Danny, poi la stanza del figlio è preda del gelo come la stanza di Regan ne L’esorcista e sulla lavagna appare dal nulla la scritta “NON MORTO”, che non è certo quel che si dice un bel vedere. Dato che gli eventi avranno a ripetersi con varianti ancora più clamorose (letti che ballano, stanza sottosopra, ecc.), vuoi vedere che qualcuno non la racconta tutta sull’incidente in cui è morto Danny? E vuoi vedere ancora che il figlio è vivo e vegeto, soltanto prigioniero di chissà chi?
Di questo si va convincendo la donna, sempre più ossessionata dall’urgenza di svelare il mistero della fine di Danny... Stop. E il virus pandemico (per tornare al virus pandemico), che mi aveva fatto sperare in un tuffo carpiato nei climi di Terry Nation (I sopravvissuti) o Stephen King (L’ombra dello scorpione)?
Tirate le somme, una contingenza, per una storia che è piuttosto alla Fury (John Farris) o stile Incendiaria (Stephen King): organizzazioni occulte che ordiscono trame ed esperimenti segreti ai danni di fanciulli dotati di poteri speciali. Per la cronaca: pare che nella prima versione (1986) l’arma biologica che sfiora sottotraccia la trama di Abisso si chiamasse "Gorki-400". Venne infatti rinominata Vuhan-400 soltanto dopo, nel 1989, quando l’Unione Sovietica era prossima all’estinzione. Tutto si può dire tranne che la narrativa di consumo non sappia come stare al passo coi tempi, aggiornando all’attualità la lista dei nemici-spauracchio dell’impero americano (prima l’URSS e ora la Cina).
Abisso
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