Acqua nera
- Autore: Joyce Carol Oates
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Il Saggiatore
- Anno di pubblicazione: 2012
Il Saggiatore, storica casa editrice, ripropone una collana che, nata nel 1958, non pubblicava da molto tempo, “le Silerchie”, collana di romanzi brevi, saggi, racconti che oggi vengono riproposti con nuovi autori. Joyce Carol Oates, la grandissima narratrice americana, viene presentata con questo lungo racconto, “Dark water” (Acqua nera), che prende spunto dalla tragica vicenda che vide coinvolto il giovane senatore Ted Kennedy e la sua segretaria, Mary Jo, vittime di un incidente nel quale la ragazza perse la vita annegando nell’auto del rampollo di casa Kennedy.
Con la sua consumata maestria di narratrice, Joyce Carol Oates reinterpreta la storia, ambientandola nel 1990, il 4 luglio, festa nazionale, e ponendo come protagonisti il Senatore democratico cinquantenne, giunto inaspettatamente ad un party molto elitario in Maine, su di un’isola, Grayling Island, in casa di Buffy, giovane amante dell’avvocato Ray Annick. La bella ventiseienne Kelly Kelleher, amica del cuore e compagna di università di Buffy, è ospite in casa ma l’arrivo del Senatore, per il quale nutre stima e ammirazione, ne sconvolge i programmi. L’uomo le riserva subito una grande attenzione, un interesse ed un’attrazione che presto divengono un flirt, malgrado sia un uomo sposato, anche se separato. La ragazza comincia a sognare: un posto di stagista sarebbe un miraggio per lei che aveva già fatto un lavoro sul Senatore e la sua politica, e accetta di seguirlo in un albergo per trascorrere la notte con quest’uomo potente e sconosciuto, arrogante e fascinoso, incosciente e ambizioso... Al volante della sua Toyota da noleggio, ansioso di prendere un traghetto con la bella Kelly e di consumare un sesso pieno di alcol (ha bevuto ripetutamente, birra e vodka), il Senatore esce di strada ed affonda con la macchina in un fiume nero e sporco, trascinando la giovane verso un destino atroce. Lui si salva, lei no.
In poco più di cento pagine, Joyce Carol Oates ci mette in sintonia con Kelly, che rivive nei momenti della sua tragica fine il suo passato recente, le sue aspirazioni, i suoi affetti, convinta ottimisticamente che il Senatore, di cui non ricorda neppure il nome, non la lascerà affogare in quella melma schifosa che la sta per soffocare. Rivive come in un sogno le ragioni che l’hanno condotta a quella morte assurda, l’attrazione per l’uomo potente, le remore morali da brava ragazza americana troppo pronta ad un’avventura con un uomo a cui non ha saputo negarsi, convinta che quella fosse la vera occasione a cui il destino l’aveva chiamata: proprio lei tra tante giovani e belle, con il suo costume bianco e il leggero copricostume giallo, con la sua aria innocente aveva saputo attrarre sessualmente il Senatore, di cui aveva saputo riconoscere il potente ed arrogante desiderio. Quella raccontata dalla Oates è un’America terribile, reale e violenta, piena di sensi di colpa per aver infranto il Sogno americano. Una scrittura esemplare, nitida, raffinata, implacabile.
Acqua nera
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