Acqua Salata
- Autore: Jessica Andrews
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: NNEditore
- Anno di pubblicazione: 2020
Trama - La vita di Lucy scorre a Londra, ma improvvisamente, a causa della morte di suo nonno, deve rimettere piede nel Donegal, una terra che trasuda ricordi in ogni suo elemento.
Messa da parte la frenesia londinese in favore di un esilio momentaneo, Lucy seziona la memoria e il suo legame con la madre, molto viscerale, scandito da odori, tatto, sguardi e parole non dette. La ricorda districarsi tra un marito alcolista, violento e incline alla depressione, e un figlio sordo.
Privilegiata da una bellezza prorompente, la madre di Lucy cerca a modo suo la strada per la felicità e l’appagamento che la vita matrimoniale non le offre. Per questo Lucy è testimone sin dall’infanzia delle relazioni tormentate della madre, dei colpi di testa di suo padre conditi delle sue sparizioni e da continui momenti di disordine emotivo tra una sbronza e l’altra.
Lucy cresce, osserva il suo corpo che si modifica, la rende donna, attira gli sguardi facendola assomigliare sempre di più a sua madre. Cerca il suo posto nel mondo, coltiva segreti, si scopre attraverso le mani degli uomini che la desiderano. Realizza quali sono le sue vere passioni con famelico desiderio di conoscere e imparare, con la costante soffocante sensazione di non essere all’altezza. Londra diventa casa, Lucy trova la sua nicchia sociale e assomiglia sempre più alla donna che ha deciso di diventare.
Assapora i giorni nel Donegal lasciando spazio ai suoi sensi e alla riscoperta di sé, ai ricordi, tracciando i contorni di una personalità che non ha più bisogno di approvazione. Alla fine di questo periodo di isolamento volontario, Lucy sarà in grado di dare nuovi margini alla figura materna, di tagliare il cordone e la nuova distanza tra il proprio io e quello del genitore definirà anche la nuova Lucy, tanto cercata nei giorni irlandesi.
Acqua salata di Jessica Andrews (NNEditore, 2020, trad. S. Rota Sperti) è un diario intimo, fatto di continui passi avanti e indietro tra presente e passato tra l’io narrativo attuale e quello di Lucy bambina, adolescente e adulta. È una vera dichiarazione di amore alla madre, per tutte le pagine si percepisce un attaccamento poetico e fisico a questa figura a volte ingombrante e a volte distratta nel dispensare cure attenzioni verso altri uomini o verso il fratello minore di Lucy.
Le atmosfere si alternano tra quelle frenetiche e asettiche londinesi e la pace delle terre d’Irlanda, ma soprattutto del mare, il cui sapore, movimento e colore sono in grado di definire il passare del tempo, l’evolversi delle situazioni.
Acqua salata, come l’acqua del mare che riesuma dal suo profondo ferite ancora aperte e che le fa ardere fino a rimarginarle accogliendole tra la vastità delle proprie onde. Non c’è nulla che il mare non sia in grado di curare.
La narrazione è condotta dal punto di vista del personaggio principale, che descrive gli anni passati su scenari familiari complicati sullo sfondo della scoperta di se stessa, nel dolore della crescita.
I piccoli capitoli si alternano tra passato e presente, intimamente legati da sospensione del giudizio, esonerati da ogni decisione, con i piedi a penzoloni sul futuro.
Jessica Andrews, qui al suo romanzo d’esordio, attinge a fatti della sua vita reale per costruire un inno alla lentezza, all’amore per se stessi. Ogni personaggio che attraversa queste pagine ha delle fragilità che vengono descritte come colonne portanti di ogni singolo atteggiamento.
Acqua salata è un romanzo che coinvolge, molto fisico. Lascia tracce di malinconia, ma allo stesso tempo traghetta alla pace interiore e alla profonda accettazione di sé e degli altri.
Acqua salata
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