Rosetta Loy, Provera da nubile, è morta all’età di 91 anni nella sua casa romana circondata dalla famiglia sabato sera per arresto cardiocircolatorio e difficoltà respiratorie. Lo ha annunciato all’Ansa la figlia Margherita Loy.
I funerali si svolgeranno martedì 4 ottobre alle 10.30 nella Chiesa di Grottarossa Santa Maria Immacolata. La scrittrice sarà tumulata in Piemonte nel cimitero di Mirabello Monferrato, il paese dove è ambientato Le strade di Polvere.
Rosetta Loy: vita e opere
Scrittrice raffinata e brava traduttrice, nata a Roma il 15 maggio 1931, proveniente da una ricca famiglia dall’impostazione cattolica, Rosetta Provera aveva sposato Peppe Loy, fratello del regista Nanni Loy, sceneggiatore e attore. Rosetta Loy, che aveva fatto parte della “Generazione degli Anni Trenta”, insieme ad alcuni dei più conosciuti nomi della letteratura italiana, era stata scoperta da Natalia Ginzburg, esordendo nel 1974 con il romanzo La bicicletta (Einaudi) Premio Viareggio Opera prima. L’esordio era avvenuto con un cognome d’arte, quello del primo marito Giuseppe.
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Il volume di Loy più acclamato dai lettori e più apprezzato dalla critica è il romanzo storico Le strade di polvere (Einaudi, 1987), (Premi: Viareggio Répaci, Campiello, Città di Catanzaro, Rapallo e Montalcino), nel quale la brava autrice con uno stile scorrevole e lineare racconta la storia di una famiglia monferrina, dalla fine dell’età napoleonica ai primi anni dell’Italia unita.
Citiamo i suoi romanzi più famosi e più premiati:
- Cioccolata da Hanselmann (Rizzoli, 1995 - Premio Grinzane Cavour per la narrativa italiana);
- La parola ebreo (Einaudi, 1997 - Premio Fregene), che costituisce un dittico insieme al precedente lavoro, che l’autrice ha dedicato alla realtà dell’Olocausto;
- il romanzo semi-autobiografico Sogni d’inverno (Mondadori, 1992);
- in Cuori infranti (Nottetempo, 2010), Rosetta Loy raccontava gli omicidi di Novi Ligure e di Erba;
- ne Gli anni fra cane e lupo (Chiarelettere, 2013), Loy ha ripercorso la storia d’Italia dal 1969 al 1994.
Nel 2016 è uscito per Einaudi Forse, prima parte del suo racconto autobiografico in cui l’autrice tornava alla sua privilegiata infanzia, l’adolescenza ribelle e all’incontro con il futuro marito Peppe Loy.
Sbalorditivo l’incipit del memoir:
“Io sono morta tre volte”.
Sì, Rosetta Loy è stata sul punto di morire tre volte e per altrettante volte è rinata: da bambina, a cinque anni, quando fu operata d’appendicite, durante il primo parto dal quale nacque una bambina e poi quando medici distratti sbagliarono una diagnosi ai polmoni.
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L’ultimo suo libro è stato Cesare (Einaudi 2018) incentrato sulla figura del grande critico letterario Cesare Garboli, con il quale l’autrice ebbe un rapporto molto profondo e complesso, più che un album di ricordi, un’irripetibile pagina a due nella storia della cultura italiana.
Nel 2017 le era stato assegnato il Premio Campiello alla carriera.
Fonte foto: https://www.youtube.com/watch?v=QzIoT0vnRIo&t=21s
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Addio a Rosetta Loy, autrice de “Le strade di polvere”
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