Addio a Kabul
- Autore: Domenico Quirico
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2021
Addio a Kabul, opera pubblicata da Neri Pozza (2021), esce a breve distanza dalla ritirata dall’Afghanistan della scorsa estate. Dopo averci tenuto incollati al teleschermo per settimane per sapere se gli afgani che avevano collaborato con gli occidentali erano riusciti a salvarsi, l’argomento in Italia è caduto nel dimenticatoio. Non sappiamo nemmeno che cosa è successo ai cinquemila afgani che siamo riusciti a portare in Italia.
Come avviene ormai di consueto nei nostri media dopo che ci hanno “raccontato” la fuga dall’Afghanistan, la storia si è conclusa, è finita. Ci sono altre storie da raccontare. I nostri giornalisti hanno rinunciato a informare, a fare i cronisti.
E così ci ha pensato Neri Pozza a tenere vivo il ricordo e a rispondere a una domanda: come è possibile che l’esercito afgano si sia dissolto e i talebani abbiano vinto, riprendendosi l’Afghanistan?
A porre queste domande è uno scrittore, Domenico Quirico, che nel 2019 in un altro libro parlava di sconfitta dell’Occidente.
Le domande vengono poste a Farhad Bitani, che dal 2012 si trova in Italia, dove ha pubblicato un libro e ha contatti con le comunità afgane. Sino al 2012 aveva combattuto in Afghanistan e faceva parte dell’esercito. Lasciò l’esercito dopo aver subito un pesante attentato dai talebani da cui uscì vivo per miracolo.
E forse questa è la risposta alle nostre domande. I talebani provengono dalle scuole di Corano in Pakistan. Queste scuole sono migliaia e sono finanziate dall’Arabia Saudita. I finanziamenti ai talebani non sono mai mancati e di fronte alla schiacciante forza occidentale hanno combattuto una guerra sporca fatta di attentati colpendo occidentali, soldati afgani e le loro famiglie. Una guerra sporca ma efficace.
I talebani che ci piaccia o meno sono fedeli a qualcosa: nel 2002 non hanno consegnato Osama agli americani perché un ospite.
Inoltre la tradizione afgana non si basa su elezioni democratiche — che hanno registrato un bassissimo numero di votanti —, ma sulla Loyal Jirga, un’assemblea costituita da capi tribù, politici e guide spirituali. Dopo il 2011 non sembra essersi più riunita. Questa assemblea discuteva sul rapporto da avere con i talebani e prendeva le decisioni importanti. Era rispettata dai regnanti al potere sino agli anni Settanta.
Abbiamo fatto un errore: abbiamo voluto in pochi anni stravolgere le loro tradizioni secolari. L’assemblea è stata presa poco in considerazione dalle forze occidentali che tramite elezioni hanno cercato di mettere al potere politici vicini agli americani.
È una sconfitta per l’Occidente, ma gli Stati Uniti che si muovono su uno scacchiere internazionale hanno altre priorità: contenere l’ascesa di Cina e Russia.
Addio Kabul
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