Addio a Roma
- Autore: Sandra Petrignani
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2012
A due anni di distanza dalla pubblicazione di “E in mezzo il fiume. A piedi nei due centri di Roma”, Sandra Petrignani ritorna con un sorprendente libro nel quale narra la vita culturale e artistica di Roma dai primi anni ‘50 alla fine degli anni ’60. E’ la Roma del 1952, bella sulle macerie nascoste sotto le ricostruzioni, eterna come vuole la leggenda.
Lasciata alle spalle la guerra c’è bisogno per tutti di credere in un futuro felice. Iniziano le riprese di “Vacanze romane” e arriva Audrey Hepburn, occhi neri da italiana ma inglese, con la sua magrezza estrema che denuncia le sofferenze patite in guerra. Tutto è in fermento, Roma inizia ad essere una città in pieno dinamismo culturale: si ha voglia di vivere, di ricominciare e anche di realizzare nuovamente il mondo e con il mondo l’arte, la letteratura, il cinema e la musica.
La notte, a Roma, par di sentire i leoni, scrive come incipit Carlo Levi nell’Orologio. Lungo il Tevere passeggiano chiacchierando a notte fonda Pasolini e Sandro Penna, nei caffè di Via Veneto, dopo il lavoro, si riuniscono Montale, Moravia, Flaiano. Giorgio Caproni arriva a Roma per insegnare alle scuole elementari. Nella libreria Rossetti, Cardarelli ama intrattenersi fino a tarda ora nella poltrona a lui riservata. I pittori, fra i quali Guttuso, si incamminano da Piazza del Popolo a Via Margutta, perché la notte è sempre molto lunga e i caffè lì non chiudono mai. A Roma c’è la Rai, il Centro di cinematografia, Cinecittà e il Parlamento. Li incontreremo tutti, Visconti, Germi, De Sica, Fellini, anche se molti non sono affatto romani ma concorreranno a costruirne il mito. Attendono la gloria, condizione generale degli artisti dei primi anni 50, una vita tutt’altro che “dolce”.
In Italia c’è ancora la povertà. Roma è una città senza traffico, quieta e serena, la folla anonima si mescola con naturalezza ai poeti, ai giornalisti, al politico, all’intellettuale famoso. Mentre in Inghilterra sale al trono Elisabetta II, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna la direttrice Palma Bucarelli (è suo il volto della foto di copertina) è nel pieno dei preparativi della mostra di Picasso. E’ una donna bellissima, colta, parla più lingue ed è soprattutto una donna piena di fascino. Nel maggio del ’53 la inaugura nel plauso di critici, scrittori ed artisti. L’ha fortemente voluta, nonostante i vari tentativi di Alcide De Gasperi di bloccarla. Sono gli anni in cui vengono a vivere nella città eterna personaggi illustri come la poetessa austriaca Ingeborg Bachmann, Maria Zambrano, filosofa spagnola che scappa dal franchismo, e lo scrittore Truman Capote. Anni straordinari e irripetibili.
Sandra Petrignani ci conduce nelle emotività e nelle inquietudini di quegli anni fiorenti per la nostra cultura e fa questo viaggio nei salotti letterari, nelle piazze, nei vicoli attraverso Ninetta, una ragazzina trasteverina. Gli occhi di Ninetta, affascinati e piena di meraviglia, sono gli occhi dell’autrice e diventano anche i nostri ed insieme attraversiamo un periodo culturale fra i più intensi. Racconti, aneddoti, amori, litigi (furiosi quelli fra Moravia e la Morante, urlati quelli fra Natalia Ginsburg e il marito) ma non solo. Ci descrive anche i cambiamenti culturali, letterari e politici, l’arrivo della televisione, l’oggetto animato, le lotte sindacali degli anni ’60, l’inaugurazione dell’Autostrada e con il passare degli anni lo stravolgimento della città, le speculazioni selvagge che segnano l’inizio del declino.
Pubblicato da Neri Pozza Editore nel 2012, “Addio a Roma” è un libro incantevole. La memoria del nostro passato, raccolta e descritta da Sandra Petrignani con profondo amore ed intensa passione letteraria.
Addio a Roma
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