Addio all’Irlanda
- Autore: Ann Moore
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: BEAT
- Anno di pubblicazione: 2017
“Addio all’Irlanda” (BEAT, 2017, collana SuperBeat, titolo originale Leaving Ireland, traduzione di Raffaella Vitangeli) è il secondo volume, dopo “Terra perduta” (BEAT, 2016), di una trilogia di Ann Moore dedicata all’Irlanda moderna e con protagonista Gracelin O’ Malley.
“Il mare d’Irlanda era ormai alle loro spalle. Una fitta nebbia si srotolava sopra il ponte mentre la piccola nave avanzava lentamente lungo il fiume Mersey, e l’unico suono era lo schiocco della vela, regolata dall’equipaggio in modo da catturare il più lieve alito di vento”.
La ventenne Gracelin O’Malley e sua figlia Mary Kate di tre anni, si trovavano sulla nave che le stava conducendo in America. La prima tappa era la città di Liverpool e da lì tante erano le possibili direzioni: alcuni avrebbero intrapreso il lungo viaggio verso l’Australia, altri si sarebbero procurati un biglietto economico per il Canada.
“Chi aveva qualche soldo in più sarebbe andato dritto a Boston o a New York”.
La prima sera che Grace aveva passato a Liverpool, i suoi pensieri erano volati agli ultimi avvenimenti accaduti:
“è trascorsa solo una settimana da quando ho partorito il mio bambino, e il giorno dopo ho scoperto che suo padre era morto?”.
Grace, dagli occhi chiari cangianti come il mare, aveva dato alla luce il figlio del suo grande amore, il “fuorilegge” e traditore Morgan Mc Donagh, deceduto in prigione a causa della febbre. Morgan e la giovane si amavano fin da bambini quando giocavano con Sean, il fratello di Grace, che la stava aspettando a New York. I ricordi di Grace andavano alla sua casetta di Macroom, nel Sud dell’Irlanda, con il tavolo di legno attorno al quale tutta la famiglia si raccoglieva ogni giorno, a sua madre Kathleen morta da anni, ai boschi ricchi di selvaggina e ai prati pieni di fiori in primavera. A Cork Gracelin aveva lasciato il padre Patrick e il suo neonato John Paul Morgan. La giovane aveva il cuore gonfio di angoscia ma era risoluta e consapevole che non poteva arrendersi. Lo stesso Morgan prima di morire le aveva fatto recapitare una lettera in cui le scriveva di essere
“contento per nostro figlio, ma sa che non vivrà abbastanza per vederlo, e che devo pensare alla mia vita e a quella dei bambini, e di non portare il lutto per troppo tempo perché un giorno ci incontreremo di nuovo. In Paradiso”.
Grace, come tanti altri immigrati, si apprestava a vivere in una terra straniera
“in cerca di cibo, di un posto in cui dormire, di un passaggio verso una vita migliore”.
L’inglese Ann Moore, dopo “Terra perduta”, in cui aveva descritto il dramma della carestia irlandese, illustra con lo stesso realismo, nelle pagine di “Addio all’Irlanda”, la situazione degli irlandesi immigrati e le lotte che devono combattere contro la povertà e i pregiudizi per realizzare il sogno americano.
“I passeggeri si preparavano ad affrontare qualunque cosa si fosse presentata non appena superato il confine tra il mondo in cui si trovavano e quello che li attendeva”.
Addio all'Irlanda
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