Domenica 20 aprile 2014, giorno di Pasqua, è scomparso all’improvviso Claudio Giorgio Fava. Aveva 83 anni. Era giornalista e critico cinematografico, forse uno dei più noti, colui che con le sue brevi introduzioni a tanti film trasmessi dalla Rai ha contribuito a diffondere la cultura del cinema fra gli italiani.
Soffriva di acciacchi dovuti all’età, ma nessuno si sarebbe aspettato che se ne andasse in maniera così tempestiva, proprio la sera di Pasqua. In Rai ha lavorato a lungo, con il programma “Cinema di notte”, dove organizzava cicli di opere di registi, sceneggiatori e attori.
Fava era nato a Genova il 17 ottobre 1929 ed era laureato in legge. Nella città natale aveva lavorato presso il Corriere Mercantile; nel 1961 era diventato giornalista professionista e nel 1970 era entrato alla Rai.
Per anni ha scelto film e telefilm da mandare in onda per la programmazione televisiva di Rai Due, introducendo in Italia serie famose, fra tutte “Beautiful”.
È stato autore di importanti monografie su grandi figure del cinema italiano, come ad esempio Alberto Sordi, Federico Fellini, Ugo Tognazzi. Autore di testi letterari, collaboratore di quotidiani e settimanali, di riviste specializzate, ha presieduto diverse giurie cinematografiche e televisive.
Studioso del sistema del doppiaggio, ha contribuito a riportare in circolazione film ormai scomparsi come “Il grande sonno”, “Acque del Sud” e “I migliori anni della nostra vita”. Ha introdotto al pubblico italiano opere mai presentate in televisione, a cominciare dal film dei fratelli Marx noto come “La guerra lampo dei fratelli Marx”,
Sposato con la pittrice Elena Pongiglione, quella per il cinema era una vera e propria passione che superava ogni cosa.
L’ultimo ad elogiarlo pubblicamente è stato Paolo Sorrentino che, benché non lo conoscesse personalmente, appena vinto l’oscar, ha voluto rendere omaggio a quel suo modo di trasformare ogni proiezione in un evento.
In Rai Fava era richiestissimo: tutti lo cercavano per la sua geniale qualità di conservatore. Uomo brillante, si muoveva come un grande attore sulla scena, ma sapeva essere anche minuzioso, dotato di una sorta di puntiglio “burocratico”.
L’ultima apparizione risale al 31 marzo scorso, dove a Genova ha presentato il numero 100 della rivista “Filmdoc”. Un ultimo atto di generosità, prima dell’addio.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Addio al giornalista e critico Carlo G. Fava
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