Ha raggiunto ormai un consolidato successo la serie che ha per protagonista la famosa signora Ramotswe, fondatrice della prima agenzia investigativa femminile del Botswana, l’altrettanto famosa Ladies’ Detective Agency N.1, e libro dopo libro, abbiamo seguito con appassionato interesse le avventure investigative e quelle del tutto personali dei vari componenti del piccolo gruppo che l’attornia:
- la signorina Makutsi, fida assistente,
- il signor JLB Matekoni, il più bravo meccanico del paese,
- i due apprendisti meccanici, superficiali e spesso disastrosi,
- la signora Potokwane, la dispotica direttrice dell’orfanotrofio di Gaborone
e non ce ne siamo ancora stancati.
Qual è il segreto del nostro inalterato piacere nel leggere questi libri?
Sicuramente lo stile in cui sono scritte le vicende di questi personaggi che l’autore Alexander McCall Smith segue con mano felice, intessendo le trame, intrecciandole come giunchi e poi sciogliendole in un crescendo di scoperte di riscoperte di grande fascino.
Straordinari scenari ci vengono dispiegati davanti agli occhi della mente, mentre leggiamo di questo cielo immenso e di questa terra che sembra infinita e sempre uguale a se stessa, nonostante l’avvento delle nuove tecnologie e la possibilità di viaggiare all’estero e di istruirsi in università straniere: sentiamo davvero quanto sia appassionato e sobrio l’amore che l’autore prova per l’Africa, questo continente così negletto e sfruttato, che riserva ancora e sempre la scoperta e la meraviglia di una natura imponente e generosa.
Così come generosa e imponente è la figura della protagonista di questa serie, la signora Ramotswe, dalla corporatura "tradizionale", come ci viene umoristicamente suggerito: generosa e riconoscente, nonostante i trascorsi difficili, eppure sempre pronta ad interessarsi alle persone, prima di tutto, alle cose attorno a lei, ai minuti avvenimenti di una vita che, apparentemente, sembrerebbe senza storia.
E sono proprio le storie di gente comune, gente che vive sicuramente anche attorno a noi, alle nostre vie, che ci vengono raccontate in questi libri, perché, così sembra dirci l’autore, non c’è proprio niente di nuovo sotto il sole e gli uomini sono sempre preda di sentimenti distruttivi come l’odio, il rancore e l’invidia e da questi pare discendere tutto il male con il quale deve confrontarsi la signora Ramotswe nel suo lavoro di investigatrice: detective, sì, ma in stile Botswana.
Cos’è dunque questo stile che ci affascina? E’ la capacità di mescolare fatti a volte tragici, spesso intrisi di cattiveria e di bassa gelosia, con la lievità e il sorridente umorismo che pervadono il racconto dello svolgersi delle vite comuni, di tutti quelli che sono lieti di aver potuto migliorare, di essere riusciti a fare qualcosa, della propria esistenza, anche se si tratta, magari, solamente di "creare una casa per suo marito", come viene detto in "Un Gruppo di Allegre Signore", perché
"dobbiamo ricordare che condividiamo tutti la stessa aria e siamo tanto fragili".
E’ proprio questo lo stile che ci fa tanto amare i libri della serie della signora Ramotswe: la straordinaria capacità dell’autore di mettersi nei panni dei suoi personaggi e di farceli sentire vicini di casa.
E libro dopo libro, Alexander McCall Smith continua a raccontarci le loro storie, perché
"una vita senza storie da raccontare non è vita. E sono le storie a legarci gli uni agli altri, i vivi ai morti, le persone agli animali, le persone alla terra".
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Africa meravigliosa e il suo cantore Alexander McCall Smith
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