Agnes Grey
- Autore: Anne Brontë
- Categoria: Narrativa Straniera
“Agnes Grey”, romanzo in buona parte autobiografico di Anne Brontë, sorella minore delle più famose Charlotte ed Emily, fu pubblicato dall’autrice nel 1847 con lo pseudonimo di Acton Bell. Anne Brontë si spense, per tubercolosi, nel 1849, neanche un anno dopo la scomparsa della sorella Emily.
Il romanzo narra una storia piuttosto semplice ma non banale, priva di fatti eclatanti: è espresso con un linguaggio essenziale e attento che si fa silenzio quando la protagonista, istitutrice, deve ascoltare i discorsi, a volte un po’ vacui e con poco significato dei padroni di casa e che diviene, invece, espressione libera e matura dei pensieri di Agnes quando lei riesce a sentirsi non sottomessa ad altri. Le vicende hanno luogo nell’Inghilterra vittoriana. Agnes Grey appartiene a una famiglia piuttosto semplice: è la figlia minore di un ecclesiastico per il quale la moglie, di famiglia facoltosa, aveva rinunciato ai beni che le sarebbero spettati. Agnes e la sorella crescono in un’atmosfera serena fino a quando gravi problemi economici iniziano a turbare la vita familiare insieme a un peggioramento della salute del padre. Agnes, appena diciottenne, si offre di lavorare come istitutrice. E’ il suo primo sguardo sul mondo, almeno al di fuori della cerchia di coloro che le volevano bene e che fino a quel giorno l’avevano protetta. Non è facile l’approccio con le ricche famiglie che l’accolgono come istitutrice: benché ambientato più di centocinquant’anni fa, il romanzo sembra ricalchi le caratteristiche di tanti bambini dei giorni nostri, un po’ capricciosi, viziati, cui i genitori danno ragione. Allora non era sempre così, anzi spesso la situazione era ben diversa: si sta qui descrivendo un comportamento tipico solo di chi viveva tra gli agi e il lusso. Agnes riesce a dipingere, con sincerità e con qualche tratto ironico, le varie situazioni nelle quali lei, subalterna, è costretta a ubbidire a capricci di piccoli e grandi in un mondo fatto di ricchezza e mondanità. La protagonista affronta ogni situazione con pazienza e ascolta con umiltà i giudizi a volte offensivi sul suo operato.
Anne Brontë ci mostra, nel romanzo, i sentimenti di Agnes non solo nei confronti della propria e delle altrui famiglie, ma anche dell’amore, anch’esso inizialmente fatto di silenzi, di sguardi, di speranze a volte disilluse, di gelosie nascoste anche alla propria anima. Dopo lunghe difficoltà e dolori familiari, Agnes trova chi la capisce: un uomo onesto, un po’ timido e riservato, capace, comunque, di vedere che dietro la seria istitutrice si cela una giovane dalla personalità ben delineata e dall’animo fin troppo limpido. Il romanzo è senza dubbio meno appassionante della storia di Jane Eyre e delle indimenticabili vicende di Cime Tempestose. È, comunque, la narrazione delle vicende di una giovane donna che, con sacrificio e volontà, cerca di farsi strada con le proprie forze, prima al servizio degli altri, poi aprendo una scuola insieme alla madre. Sono questi, anche se sfumati, passi verso un’indipendenza tutta femminile. Agnes, giovane donna, apre per sé una nuova strada, come hanno fatto, in modo magistrale, ma in una vita troppo breve, le sorelle Brontë.
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La più piccola delle sorelle Bronte è stata sicuramente la più trascurata, anche perchè morta a soli 28 anni.
Scrisse due soli romanzi, di cui uno è "Agnes Grey". E’ la storia, narrata in prima persona, di una giovane donna, Agnes, che per necessità diventa governante e istitutrice. Lavora presso due famiglie con risultati non sempre felici. La giovane critica i metodi educativi dei genitori dei suoi allievi che non le danno nessun aiuto e anzi sono molto decisi nel dare codici di comportamento ai maschi e alle femmine senza curarsi della loro cultura.
E’ questo l’elemento più attuale del libro che non è un romanzo d’amore, ma di formazione in cui una ragazza intelligente diventa donna. L’amore c’è ma non è il tema più importante. Agnes incontra l’amore come coronamento dell’essere adulta in un uomo che ha tutte le qualità per essere un buon marito e il matrimonio è la logica conclusione.
Sembra banale, ma in fondo il messaggio del romanzo è che la capacità di essere sè stessi è l’unica ricchezza che non ci può essere tolta.
Aggiungo che la recensione fattane è molto buona e coglie bene i punti essenziali del romanzo. Brava.