Agostino
- Autore: Alberto Moravia
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Italiana
Il romanzo breve "Agostino", scritto da Moravia nel 1944, è la prova esemplare di analisi dei turbamenti di un adolescente alla rivelazione della sessualità. Per l’autore, il sesso diviene il filtro per vagliare i rapporti tra individuo e società, tra Io e super-Io.
La trama del romanzo si intesse intorno alla figura di Agostino, un tredicenne ormai adolescente, le cui vita è dominata da un’unica figura femminile: sua madre. Un rapporto conflittuale, mai completamente compreso dal ragazzo e che si modifica con l’entrare in scena nella loro vita di un giovane, che tenta di intrecciare una relazione con la donna. Agostino, ferito da uno scatto d’impazienza della madre, che la presenza del corteggiatore gli rende per la prima volta estranea, scappa di casa e si unisce ad una banda di ragazzi del popolo, sui quali domina Saro, un equivoco bagnino cinquantenne. La brutalità plebea dei loro modi lo offende, ma tuttavia li sente più vicini di una realtà che gli riesce ancora enigmatica.
Da questi ragazzi, Agostino apprende la natura dei rapporti tra i sessi. Essendo venuto a conoscenza di una casa di piacere, decide di andarvi, avvertendo oscuramente il bisogno di precisare l’immagine della donna che gli è stata appena rivelata e che si mescola in lui a quella della madre, costretto in tal modo ad un turbamento continuo. Il tentativo è tuttavia frustrato: il ragazzo è troppo giovane per avere libero accesso alla casa chiusa e finisce per sentirsi respinto in quella terra di nessuno che è l’adolescenza, lontana dal porto protetto dell’infanzia e dalle certezze della virilità.
Agostino
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è molto interessante il libro e sopratutto quando parla di adolescenza che è una fase di cui sto passando
Il drammatico passaggio dall’infanzia all’adolescenza, dall’età delle certezze inossidabili a quella del dubbio, viene scandito, secondo Moravia, dalla scoperta dell’erotismo, quale chiave necessaria per acquisire una maggiore consapevolezza di sé e degli altri. Agostino è un tredicenne di estrazione borghese, che nel corso di una sola estate vede crollare tutte le convinzioni che sino a quel momento avevano sorretto la sua giovane esistenza. Ragazzino introverso ed impacciato, che nutre una vera e propria venerazione per l’avvenente madre, si reca con quest’ultima in una località marina per trascorrervi un periodo di villeggiatura. Qui incontra per caso un gruppo di ragazzacci volgari e violenti, che lo attirano irresistibilmente con il loro modo sconcio di fare e di parlare. L’incontro con questa masnada lo trasforma irreversibilmente: prima con una serie di esplicite allusioni riferite alla madre, e poi a seguito dell’incontro col pederasta Saro, Agostino viene a conoscenza, seppur in maniera vaga ed indistinta, della dimensione dell’erotismo, che ne turba l’equilibrio e lo sconvolge. Il primo cambiamento che tale scoperta provoca in lui è nei rapporti con la madre, che per la prima volta inizia a vedere maliziosamente come donna dotata di una propria sensualità, e non più solo in modo tenero ed innocente. Il secondo cambiamento è forse ancora più profondo: da ragazzo impacciato, candido ed educato, Agostino cerca di diventare simile ai suoi nuovi compagni di giochi, da cui è diversissimo prima di tutto per estrazione sociale.
In questo romanzo di formazione, però, la crescita del protagonista non è completa, in quanto la trasformazione è così improvvisa e subitanea che egli alla fine rimane in una sorta di limbo: non è più il bambino di un tempo e neppure un uomo, non si riconosce più nei coetanei di buona famiglia che frequentava prima, ma al tempo stesso non è divenuto un ragazzo di strada. La sua completa maturazione, come Moravia lascia intuire, si compirà soltanto nel momento in cui sarà in grado di liberarsi dei lacci imposti dalla morale borghese, percorso lungo ed infelice.
Questo romanzo condivide, assieme ad altri dello stesso genere (su tutti, “Estate al lago” di Alberto Vigevani), la tematica della scoperta dell’erotismo quale doloroso momento di iniziazione alla vita adulta; a differenza di altre opere, però, in “Agostino” tale rivelazione diventa ancora più amara ed incomprensibile, per le connotazioni edipiche che essa viene ad assumere.
Opera breve pregevolissima per stile, ritmo ed ambientazione. Da leggere senza esitazioni.
Il romanzo Agostino è stato scritto da A.Moravia nel 1942, durante il fascismo, e pubblicato solo nel 1944.
E’ una caratteristica dello stile narrativo dell’autore mettere a confronto nei suoi romanzi due diverse realtà sociali: quella gioiosa, popolana rappresentata dai ragazzotti poveri e rozzi, e quella mesta, cupa e riflessiva incarnata nel borghese Agostino. Le due facce della stessa medaglia che è la vita. Moravia ci presenta Agostino con tatto e finezza psicologica, in una prosa limpida e scintillante come il mare e il cielo che fa da sfondo al racconto. Segue il suo personaggio con amore nella sua fase di scoperta di sé, nei suoi turbamenti, strascichi di un complesso edipico non del tutto risolto. Turbamenti che Agostino vive nell’ambiguità di sentimenti opposti: attrazione e repulsione fisica verso la madre, rottura della sacralità della figura materna e al tempo stesso filiale devozione. La conoscenza di un suo nuovo modo di essere è per lui sofferenza, poiché quando i miti per ognuno di noi iniziano a sgretolarsi "si ruzzola giù da un’illusione come da una montagna, restando ammaccati e dolenti."