Al Paradiso delle Signore
- Autore: Émile Zola
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
Grandi magazzini nei centri cittadini e centri commerciali nelle periferie spuntano come funghi, uno dopo l’altro, con una progressione inarrestabile e inquietante. I piccoli negozi, magari a conduzione familiare, tentano, per quanto possono, di resistere, ma il loro destino è segnato: da subito più cari a causa del minore smercio sul quale possono contare, finiscono con l’essere considerati antiquati, poco attraenti, poco divertenti, e per venire fagocitati dai mostri colorati e scintillanti. E’ la nuova frontiera della vendita, il futuro dell’economia, che non ha tempo né pietà per le piccole realtà.
Se avete già iniziato a rimpiangere i ”bei tempi andati”, potreste ricredervi leggendo questo godibile e interessante romanzo dal titolo “Al Paradiso delle Signore”, appartenente alla produzione “minore” di Emile Zola, l’autore di “Nanà”. Vi stupireste sicuramente di trovare ancora così attuale un romanzo scritto a fine Ottocento, e vi rendereste conto che, dopotutto, il nostro secolo non ha inventato proprio niente di nuovo, ne’ nel bene ne’ nel male.
Siamo a Parigi e proprio nel suo cuore è nato da poco un mostro scintillante, che irretisce le donne di ogni ceto e condizione vendendo merce di ogni categoria e per ogni tasca, e man mano ingloba le piccole aziende familiari che ostacolano la sua espansione, comprando per sfinimento il futuro e la dignità dei piccoli commercianti. Il mostro si chiama “Al Paradiso delle Signore” ed è la creatura che rende orgoglioso e ricco il giovane, geniale e spregiudicato Mouret. Non c’è scampo per le bottegucce, come quella di Baudu, che resiste ancora ostinatamente con la moglie, la figlia e il commesso suo fidanzato. Da loro si presenta la nipote Denise, arrivata dalla provincia in cerca di lavoro, con i fratelli Jean e Pépé. Malgrado la resistenza dello zio, la necessità e una buona dose di attrattiva portano Denise a impiegarsi proprio al “Paradiso”. Gli inizi sono duri per la semplice ragazza di campagna, emarginata dai colleghi e presa dalla preoccupazione per l’educazione di Pépé e per Jean, che ama troppo le donne. Un giorno, però, Mouret si incapriccia di lei: Denise sa di amarlo, ma non vuole assolutamente offrirglisi. Il suo non è calcolo, ma pura e semplice consapevolezza del male, che le permette di resistere. Più lei lo respinge, più Mouret diventa ossessionato: potrebbe avere, e ha avuto, le donne più belle di Parigi, ma vuole lei, che gli si nega. Pian piano, senza realmente volerlo, Denise ottiene sempre più ascendente sul suo capo: protegge i suoi amici Pauline ed Henri, e riesce perfino a introdurre maggiori diritti per i dipendenti. Deve, però, assistere, impotente e fatalista, alla rovina della famiglia Baudu. Ma il finale premierà la sua onestà e la sua costanza, preparandole il futuro più roseo che una ragazza possa sperare.
Piuttosto complesso il significato di questo romanzo, che mescola in parti eguali moralismo e cinismo, buonismo e rassegnazione. E’ chiaro il messaggio che Zola vuole dare attraverso la serena incrollabilità di Denise e il cambiamento di Mouret, che finisce per innamorarsi a tal punto da disprezzare lo stesso denaro che guadagna. D’altra parte, la vittoria del colosso sui piccoli negozi viene presa dai protagonisti e dallo stesso autore come un qualcosa di inevitabile, al quale non ci si oppone: è la vita. Meravigliose le descrizioni delle merci e delle Signore nella frenesia degli acquisti, in una nuvola di trine, pizzi, cappotti e cappellini. Neppure la vanità femminile è cambiata!
Al paradiso delle signore. Ediz. integrale
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