L’albero di Mrs Lawrenson
- Autore: Rolando Lambiase
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
Il consueto giro di clienti di un lattaio (un’istituzione nel Regno Unito, come il postino, l’esattore comunale e il lavavetri) in un abitato popolare di una città "napoletana" del Nord Ovest dell’Inghilterra (Liverpool) è metafora di un popolo e delle sue abitudini che mal si adattano ai capricci delle mode e delle epoche, a dispetto di certi cliché che indicherebbero il contrario.
Milkie Lattek, immigrato polacco, effettua il suo giro di consegne una domenica mattina di un tempo verosimilmente circoscritto (anni ’50-’70), ma il background socio-culturale delle sue vicissitudini e delle sue scoperte potrebbe ben riferirsi all’epoca Vittoriana o Eduardiana d’inizio ’900, fatti salvi alcuni personaggi e loro mestieri.
Il lattaio – alter ego dell’autore – presenta e descrive, casa per casa, gli abitanti assenti e presenti dei 17 numeri civici del caseggiato: fantasmi, falliti, parassiti della Sicurezza Sociale, ninfomani, coppie anziane incestuose, modelle-monelle, ex calciatori e improbabili vinificatori. I personaggi di Morecambe Close sembrano – spesso sono – più virtuali che reali, come d’altronde le storie in cui vivono. La stessa lingua-veicolo raramente appare pura e autonoma, contaminata com’è da giochi di parole, proverbi e modi di dire in apparenza senza senso, calchi di vario tipo, ibridazioni funamboliche. Eppure, il lettore si fa volentieri travolgere dalle storie narrate, spesso interconnesse mediante allusioni, riferimenti, gossip e ambientazioni surreali. Il tutto quanto mai entertaining, se si eccettua la storia delle sorelle Bell (Brontë), narrata in una lingua coerentemente aulica: pagine dissonanti di cui il lettore forse farebbe volentieri a meno.
I toc toc sulle porte o i drill dei campanelli rappresentano i thrill del lettore, via le stesse emozioni del lattaio, che sembra preparare chi legge a non prenderla troppo sul serio, anche se egli stesso non è certo di vedere ciò che vede e sentire ciò che sente. Così, alle chiacchierate nostalgiche con un ex calciatore famoso ormai paralitico, si contrappongono i miagolii della moglie fedifraga e lussuriosa.
La patetica e commovente parabola di una dignitosa famiglia operaia che finisce nell’occhio del ciclone (BBC) a causa della lettera inviata a Santa Claus dal figlio handicappato. Il cinico e violento poliziotto che costringe Milkie a sorbirsi un tè e i suoi racconti depravati, e sua moglie, la dose quotidiana di mazzate.
E quando di fantasmi, omicidi e magia si parla, la leggerezza ironica della narrazione ti distoglie agevolmente dai pensieri negativi, pur senza del tutto rasserenare l’impavido lettore. Luoghi e situazioni non dovrebbero lasciare dubbi sull’ambientazione gotica del testo. E se mai quei due elementi non bastassero a delineare antropologia e geografia, il vento letterario delle lande yorkshiriane soffierà di certo per spazzare via ogni perplessità continentale.
L'albero di Mrs Lawrenson
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