Come si può ricordare Alberto Moravia a trent’anni dalla sua morte, avvenuta a Roma il 26 settembre 1990? Come lo conoscono i lettori giovani, come lo hanno letto quelli più maturi?
Moravia è una delle figure di maggior rilievo della narrativa italiana del ’900, ma oltre che scrittore fu anche molto altro: un viaggiatore curioso e infaticabile, un critico cinematografico, un uomo dalla vasta cultura e dai molteplici interessi, fondatore di una famosa rivista di letteratura, Nuovi Argomenti, marito e compagno di tre donne dall’interessante personalità: Elsa Morante, la prima moglie, la grande scrittrice con cui condivise venticinque anni; Dacia Maraini, la compagna di tante battaglie politiche e culturali e di viaggi straordinari, e infine la seconda moglie, la scrittrice spagnola Carmen Llera.
I libri di e su Alberto Moravia
Vita di Moravia
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Vita di Moravia, un bel libro pubblicato nel 1990 da Bompiani, poco prima della sua morte dunque, una lunghissima intervista con Alain Elkann, conserva una serie di fotografie che vede Alberto Moravia in compagnia delle personalità più note del secolo scorso: Thomas Mann, Sartre, Godard, Borges, Andy Wahrol, Saul Bellow, Jeanne Moreau,Brigitte Bardot, lo Scia di Persia, Tito, Gorbaciov, ma anche Montale, Malaparte, Calvino, Carlo Levi, Sciascia, Guttuso, Enzo Siciliano, Carlo Ponti, Stefania Sandrelli, De Sica, Umberto Eco, Mario Soldati, Maria Callas e soprattutto Pier Paolo Pasolini di cui fu grande amico, con cui viaggiò molto e che ricordò in modo memorabile all’indomani della sua morte drammatica e controversa.
Complicato ricordare i tantissimi romanzi della produzione moraviana: certo va citato per primo il libro di esordio, Gli indifferenti, uscito nel 1929. Fu un romanzo rivoluzionario perché metteva in scena senza ipocrisie la decadenza della borghesia italiana. L’azione si svolge in appena 48 ore, è ambientata a Roma in un’elegante villa dei Parioli e nella storia dal finale drammatico l’autore seppe rappresentare la crisi di valori che il fascismo magniloquente e trionfante cercava di nascondere.
Nel 1945 Moravia pubblica il romanzo breve Agostino, con protagonista un adolescente alle prese con l’iniziazione sessuale guardando sua madre che si allontana su un pattino con un uomo. Agostino è innocente e vive in un mondo malato, incapace di ritrovarsi tanto con i ragazzi per bene della sua classe, quanto con quelli più poveri, ma già adulti e scafati.
Uno dei romanzi più riusciti di Moravia fu certamente La ciociara, scritto mentre si era rifugiato con Elsa Morante dalle parti di Fondi, dopo il 25 luglio del ’43. Era ricercato per le sue idee anticonformiste e passò alcuni mesi difficili da cui però prese ispirazione per la storia dello stupro della ragazza: la trasposizione cinematografica di Vittorio De Sica e l’interpretazione di Sofia Loren che vinse l’Oscar sono la risposta al successo di quel romanzo.
Anche un altro grande regista, Bernardo Bertolucci, scelse un romanzo di Moravia per il suo film Il conformista: il romanzo va riletto, perché mette in scena un momento drammatico dell’antifascismo che la bravura degli attori, (Stefania Sandrelli, Dominique Sanda e Jean Louis Trintignant) rende con particolare chiarezza.
La Noia alla sua uscita fu considerato un romanzo scandaloso, anche se fu premiato nel ‘60 col prestigioso premio Viareggio. Diventerà un film di Damiano Damiani con Catherine Spaak e Bette Davis.
Se dovessi dare un consiglio a chi non conosce questo grande scrittore, suggerirei di cominciare con i Racconti romani, una serie di piccole storie che disegnano la società degli anni cinquanta in modo altamente simbolico, parlando di vizi e virtù di una Roma scomparsa, ma non per questo meno emblematica delle caratteristiche che tuttora ne pervadono il modo di intendere la vita. Proprio alla vigilia della sua scomparsa, Moravia fece alcune affermazioni che sembrano profetiche a proposito dell’umanità e del suo rapporto con la natura e la scienza:
“Penso che la scienza occuperà un posto sempre più grande nella vita degli uomini. Dico questo perché se si guarda allo stato delle cose del mondo nel suo insieme, si deve constatare che la sola attività umana che abbia segnato un progresso innegabile è la scienza nonché le sue applicazioni tecnologiche. Ora, ciò che mi colpisce è il contrasto misterioso e significativo tra il vertiginoso progresso scientifico e l’altrettanto vertiginosa degradazione della natura.”
Alberto Moravia fu uno scrittore poliedrico, un narratore realista, ma anche un viaggiatore intelligente e raffinato, un uomo dalla cultura vasta, uno sperimentatore, un cittadino impegnato nella vita civile, con una formazione europea, una vocazione terzomondista, un grande amore per il cinema, per la letteratura: fu un “intellettuale di sinistra”, ma sostanzialmente un artista libero.
Immagine: Screenshot del film Comizi d’amore di Pier Paolo Pasolini, 1965
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ricordare Alberto Moravia a 30 anni dalla sua morte
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