Album di vestiti
- Autore: Paola Masino
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2015
Una sorpresa è stata leggere Album di vestiti di Paola Masino (Elliot, 2015), gli appunti di vita di una delle scrittrici più apprezzate tra gli anni ‘30 e ‘40, purtroppo dimenticata. Toscana di nascita, Paola Masino amava sottolineare che era nata lo stesso anno del terremoto di Messina, il 1908. Romana d’adozione (i suoi genitori si trasferirono a Roma dopo il matrimonio) fu la compagna di vita di Massimo Bontempelli, scrittore e giornalista italiano, amico di Luigi Pirandello e fondatore, con Curzio Malaparte, del movimento L’avventura novecentista. Un lavoro lungo e minuzioso è stato svolto da Marinella Mascia Galateria, docente di Letteratura Italiana alla Sapienza di Roma che, oltre ad averla conosciuta, ha raccolto e curato in questo libro gli scritti dell’autrice.
“Ho sempre desiderato di avere un grande album e di sapere, in esso, raffigurare me stessa nel mutare delle mie età e con gli abiti che andavo via via indossando.“
Il suo personale guardaroba delle memorie diviene un album di vestiti per raccontare di sé, della sua infanzia e dell’incontro più importante della sua vita. Una donna elegante e raffinata, in continua ricerca, nella vita come nella scrittura, di uno stile originale ma discreto, lontano dai conformismi. Una vita eccezionale è stata quella di Paola, che fin da bambina, sotto la guida del padre, scrittore e drammaturgo, sempre circondata dai suoi pensieri dimostrò da subito doti letterarie e fantasiose. Di famiglia semplice, la mamma le cuciva i vestiti, le rimodellava quelli non più utilizzati, o li tirava fuori anche da un vecchio cappotto del nonno. Le gonne si allungavano di anno in anno prendendo qualche centimetro dall’orlo. Il ricordo del vestitino a vitina alta e con la gonna leggermente increspata rimanda ai giochi di bambina con la sorella sotto il tavolo da pranzo e nella sua casa molto bella nella sua povertà. Scrive dei fiocchi portati nei capelli corti quando andava alle elementari, con i cappotti stile militare e le scarpe rigorosamente nere, e del fiocco grande, nero, indossato per la disfatta di Caporetto. Poco più che adolescente, liceale, non si presentò agli esami di riparazione e incitata dal padre consegna a Luigi Pirandello, nel foyer del Teatro Argentina, la sua opera teatrale Le tre Marie. Qualche anno dopo conoscerà Massimo Bontempelli, sposato e più grande di trent’anni, con il quale condividerà un lungo legame d’amore: l’esilio, la clandestinità e la povertà.
“Mi accorgo che non posso disciplinare la mia memoria, così come non ho saputo disciplinare la mia vita. Anche la memoria ha un suo estro ed è inutile contraddirla. Angoli che resteranno bui per molto tempo, a un tratto si illuminano e si fanno prepotentemente avanti. Altre zone, che pure sono presenti, quasi fisicamente in noi, non vogliono essere svelate. Tutto quanto veste gli attimi di abbandono amoroso si son fatti lembi vivi di noi e non è possibile svelarli forse neanche a noi stessi. Non si deve mai risuscitare quanto di noi fu dato, senza controllo. E forse quegli abiti, proprio perché ce li togliemmo con tanta folle veemenza, stanno a dimostrare come noi stessi ci lacerammo l’animo ... Un amore è una conquista spirituale.“
Il vestito del primo incontro con Pirandello e della prima passeggiata con Massimo era quello dei giorni felici, un abito di flanella bianca a piccoli quadri grigi e rosa, come il primo abito da sera, chiamato Casanova, in taffetà rosa, che indossò per andare a ballare alla Sala Giovannelli. Quella sera i suoi occhi erano solo per Mino, il suo grande amore. Era innamorata di Bontempelli e lui di lei. E poi gli abiti persero colore, il nero divenne l’unico da indossare. La morte del compagno, dopo un lunga malattia, è stata, scrive l’autrice, un vortice senza colore pieno, di una disperazione astratta.
Nella morte sofferta come tale, si spegne ogni colore. Il nero è il simbolo della negazione assoluta.
Paola ci racconta inoltre gli incontri importanti che segnarono alcuni periodi nella sua vita: da Pirandello a Mussolini, da de Chirico a Picasso, da Toscanini a de Sabata, da Valéry a Gide, da Ejzenstejn a Fellini, da Fermi a Caccioppoli. A questo punto della lettura mi emoziono nel ricordare mio padre. Renato Caccioppoli, matematico e scienziato, del quale la nostra autrice rimase impressionata, è stato suo professore all’Università e in mio padre il ricordo era sempre vivo.
Album di vestiti è un libro di memorie che appassiona e coinvolge per la sua storia intensa e straordinaria. Cercare una emozione negli stracci del passato sono le parole regali di una grande signora del Novecento, composta e silenziosa, leggera e possessiva, bella e ammirata, che svelano il ritratto di un’epoca e dei suoi protagonisti. Una donna che amava le sfide nell’amore, nella vita come nella letteratura. Aveva il coraggio di scrivere e ironizzare sui temi più scabrosi del suo tempo, la maternità, la morte, come indossare un ramo d’edera per farne una collana ad un ricevimento importante.
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