Alla fine andrà tutto bene
- Autore: Raquel Martos
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2014
Carla è una giovane annunciatrice radiofonica. Piena di entusiasmo, intesse rapporti interpersonali un po’ con tutti, oltre che con familiari, colleghi e amici, con l’estetista, il personale della palestra e chiunque incontri. La voce è il mezzo attraverso cui si è fatta strada ma oggi le sue corde vocali sono al “pit stop”: dopo anni di lavoro continuo e ininterrotto che sconfina nell’usura, hanno prodotto dei piccoli noduli. Quelle due piccole escrescenze sono lì a dire che forse è il caso di non strafare e, siccome Carla continua ad abusarne, si fanno più grandi fino a dover essere tolte. L’intervento, in sé e per sé, non è per nulla drammatico: un solo giorno di ricovero e poi la convalescenza. Ma per Carla il periodo successivo l’operazione diviene un vero supplizio: il medico infatti le ha prescritto sei settimane di silenzio! Come sopravviverà lei che più di altri è abituata a parlare, a non tacere praticamente mai?
Questo è l’inizio del nuovo romanzo di Raquel Martos già autrice de “I baci non sono mai troppi” ora nelle librerie con “Alla fine andrà tutto bene (e se non va bene... non è ancora la fine)” (Feltrinelli). Di sicuro è quello che spera la protagonista che, uscita dalla clinica, ha un unico pensiero:
“Sei settimane senza parlare. Io. E’ come chiedere a una cavalletta di stare ferma. Non ce la farò, non sarò in grado di stare zitta per tanto tempo. Noi che lavoriamo in radio, abbiamo la fobia del silenzio, proviamo una vertigine davanti al vuoto delle pause. E’ uno degli effetti collaterali della professione.”
Il libro, divertente, spassoso e ironico, è diviso in tanti capitoli quante le settimane di convalescenza consigliate alla protagonista. Ecco, quindi, dopo l’intervento, il ritorno a casa a fianco del caro amico Juan con cui, però, c’era stato anche qualcosa che andava al di là di questo semplice rapporto. Lui è premuroso, tenero e si prende cura di Carla insieme alla mamma che si preoccupa innanzitutto, come ogni genitore che si rispetti, che la figlia si nutra a dovere nonostante sia ormai una donna matura.
Tra un evento e l’altro non mancano i momenti divertenti che l’autrice descrive con efficacia. Ecco ad esempio la frase con cui il portiere dello stabile accoglie la giovane appena uscita dall’ospedale: “Una bella donna che non può parlare, il paradiso”, battutaccia assai sgradita alla protagonista.
Intanto, tra nausee post - anestesia e piccoli dolori, passano i primi giorni rallegrati, comunque, dalla presenza di Viggo, il gatto cui Carla è tanto affezionata. La settimana successiva, quella in cui la protagonista rimane ancora tra le mura domestiche, è un condensato di tanti ricordi, primo fra tutti quello del fratello Javi, morto a poco più di quarant’anni in un incidente in montagna. Infinite sono parole di tenerezza per lui ma anche per la madre che tanto si era fatta forza nei mesi successivi la scomparsa del figlio. Ecco chi è la mamma: quella persona con cui si ha un rapporto dalle mille sfaccettature, quella che dice “Conosco mia figlia come se l’avessi partorita” perché è andata proprio così, ma in fondo è sempre il punto di forza di ognuno, Carla compresa.
Ad infastidire invece la convalescenza della protagonista stanno Cristina, una collega che in radio prende, durante la malattia, il posto di Carla e, soprattutto, Roberto, l’uomo più amato con cui ora però tutto è finito e che si fa vivo a casa della protagonista solo per ritirare il proprio portatile. Nulla di che, certo, ma ciò in Carla scatena mille ricordi, mille ansie che non la lasciano riposare nonostante i tranquillanti, la tisana al tiglio, il Rescue Remedy, la respirazione yoga e altro ancora. Per fortuna c’è l’amica Marian con cui la protagonista riesce a “dialogare” tramite whatsapp e, con quei messaggini, torna anche il sereno. Le settimane successive dovrebbero essere un momento di rigenerazione per Carla che invece continua a macerarsi nel ricordo dell’uomo amato. Prima cerca di dimenticarlo chattando e facendo altre conoscenze virtuali, poi è lei stessa ad organizzare un ultimo incontro, mossa da mille e più motivi contrastanti. Ecco giungere le festività e la protagonista si ritrova ad attendere il nuovo anno da sola senza più Roberto, ma anche senza l’amica Marian con la quale ultimamente ha avuto qualche diverbio di troppo. Quel che fa male, però, durante le feste, è la mancanza delle persone più care. Ritorna quindi il pensiero del fratello Javi e anche quello dell’amato papà, da anni scomparso. Tanti sono i piccoli ma preziosi momenti che ha l’occasione di rivivere la protagonista
L’anno nuovo dà tante svolte alla sua vita che diverrà assai diversa proprio in virtù delle scelte fatte da Carla. Anno nuovo, voce nuova: sì, Carla ricomincia a parlare e il timbro vocale appare più dolce. Lei, attraverso quella tonalità ancor più femminile, riesce invece a esprimere tanti pensieri che si rivelano risolutivi per il suo futuro. Esso, sicuramente, è diverso da come i lettori e la protagonista stessa se lo erano immaginati ma come le dice Juan, ora a lei sempre più vicino,
“Che sia quello che vuole Dio e, se ci va male, beh... non è la fine...”
Un po’ come quel detto indiano già assai noto che fa da sottotitolo al libro che dice:
“Alla fine andrà tutto bene. E se non andasse bene... non è ancora la fine.”
Così è per Carla, la protagonista giovane e moderna ma al contempo romantica di questo romanzo che ricalca la personalità di tante donne di oggi. Grazie alla penna di Raquel Martos possiamo trascorrere ore piacevoli con una storia divertente ma non priva di significato e con un lieto fine.
Alla fine andrà tutto bene (e se non va bene... non è ancora la fine)
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