Alpini. Sui sentieri del mito
- Autore: Diego Vaschetto
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
Le torinesi Edizioni del Capricorno sono apprezzate per le curatissime monografie storiche del Novecento, gioielli grafici ricchi d’immagini e disegni, soprattutto a colori. Questo vale anche per uno dei lavori più recenti, Alpini. Sui sentieri del mito, di Diego Vaschetto, edito a maggio 2022 (160 pagine, 13 euro), con tanti scatti dell’autore, ottimo fotografo, nell’ampio corredo d’immagini nel testo.
Laureato in scienze geologiche all’Università di Torino, Vaschetto ha collaborato con le sue foto ad alcune riviste ed è stato consulente scientifico nella stesura di guide turistico-escursionistiche. Per le Edizioni del Capricorno ha pubblicato, tra l’altro, reportage fotografici sulle strade e sentieri del Vallo Alpino in Piemonte, verso le fortezze delle Alpi, i forti a mare in Liguria e in Costa azzurra, sugli itinerari tra le cime alpine fortificate anche nel Trentino e nelle Dolomiti, le strade della Resistenza e del conflitto 1915-18, oltre ai volumi Sui sentieri della libertà e Le grandi battaglie degli Alpini nella Grande Guerra (2018).
Nel nuovo volume sulle Penne Nere, si parte dalle origini per esaminare in particolare alcune operazioni durante la Prima guerra mondiale e sul fronte francese all’avvio della Seconda. Viene presentato come un percorso inedito nella storia e i luoghi degli Alpini, fino al giugno 1940: protagonisti, pagine di eroismo, armi, divise.
Tante le immagini d’epoca, le cartine, gli scenari operativi dettagliati. Interessante la ricostruzione di alcune battaglie, combattute da ciò che viene definito come:
Il Corpo militare che più di ogni altro è entrato nell’immaginario collettivo come sinonimo della tenacia, della capacità di sacrificio, della volontà di resistenza dei soldati italiani.
In più, i caratteristici suggerimenti escursionistici cari all’autore: immagini e itinerari passo per passo sull’arco alpino, dall’Ortigara alle Alpi occidentali, a ripercorrere i sentieri battuti a passo lento dagli scarponi chiodati delle Penne Nere.
L’istituzione di queste truppe specializzate risale al 1872 (sono il più antico Corpo di fanteria da montagna attivo nel mondo), sulla base di uno studio del capitano di Stato Maggiore Domenico Perrucchetti, lombardo del 1836 nato suddito austriaco ed espatriato per combattere tra le file dell’esercito piemontese che avrebbe liberato il Lombardo-Veneto.
Vaschetto si sofferma anche sul primo impiego bellico degli Alpini nelle battaglie in Abissinia, compresa la tragica pagina di Adua del 1 marzo 1896. Un migliaio tra ufficiali, sottufficiali e soldati del Corpo, sbarcati in Eritrea nel dicembre 1985, costituirono il Primo Battaglione Alpini d’Africa. La III e IV Compagnia resistettero sul Monte Raio oltre un’ora, in una coraggiosa azione di retroguardia che consentì a parte della Brigata Arimondi di sganciarsi da un numero soverchiante di nemici. Caddero tutti sul posto e il comandante, capitano Colla, meritò la prima medaglia d’oro al valor militare riconosciuta a un Alpino.
Se il progetto del reclutamento e addestramento di truppe locali di montagna si deve al capitano Perrucchetti, un artefice poco conosciuto della nascita è il tenente colonnello Agostino Ricci. L’autore gli dedica una scheda. Apprezzato insegnante della “Scuola di Guerra”, autore di libri e articoli sulla difesa nazionale, Ricci organizzò esercitazioni in terreno alpino, precedute da un’intensa attività preparatoria e seguite da relazioni, verifiche e valutazioni dei risultati. Lo scopo era la difesa sulle Alpi.
Se Perrucchetti attribuiva alle truppe alpine il compito di frenare in montagna e ritardare l’avanzata del nemico, per dare tempo al grosso dell’esercito di radunarsi in pianura, Ricci pensava ai sistemi montani come teatro stesso dei combattimenti principali. Si sarebbe potuto trasformare le catene di ardui rilievi in una zona di arresto, impedendo alle unità avversarie di raggiungere la pianura e riunirsi a massa.
Secondo Ricci, i combattenti alpini avrebbero dovuto essere arruolati, organizzati e tenuti di presidio nelle stesse valli da difendere, che non avrebbero dovuto ridiscendere per unirsi al grosso dell’esercito, come immaginato da Perrucchetti. In questo modo, peraltro, la mobilitazione e il raduno delle truppe alpine sarebbero avvenuti con molta rapidità in caso di guerra.
Anche il tenente colonnello ipotizzava di difendere la frontiera alpina con truppe di reclutamento valligiano, andando ben oltre però le semplici milizie locali immaginate dal capitano e arrivando a concepire la costituzione di truppa addestrata al combattimento in montagna e raggruppata in un unico corpo specializzato.
La novità venne effettivamente introdotta nel Regio Esercito con la riforma Ricotti del 1873: modificando la legge sul reclutamento, riducendo la ferma da cinque a tre anni ma rendendo il servizio di leva realmente obbligatorio per tutti i giovani maschi, previde la formazione di un esercito di seconda linea e contemplò i primi reparti di montagna, prevedendo Distretti anche nelle zone alpine, con una propria Compagnia distrettuale, destinata a compiti particolari sul terreno montano.
Alla morte di Ricci, nel 1896, un articolo sulla Rivista Militare riconobbe il suo contributo allo sviluppo del Corpo Alpino: nessuno conosceva come lui le Alpi sotto l’aspetto militare e sarebbe stato in grado di comandare meglio un Corpo d’Armata nella zona alpina.
Ebbe il merito di rendere tanti ufficiali esperti delle Alpi. Era al comando della Scuola di Guerra quando il ministro Ricotti istituì gli Alpini, “né le dottrine del Ricci furono estranee alla buona idea del ministro”.
Alpini sui sentieri del mito
Amazon.it: 12,35 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Alpini. Sui sentieri del mito
Lascia il tuo commento