Il 30 marzo 1844 nasceva a Metz, nel nord-est della Francia, Paul Verlaine, poeta maledetto, tra i massimi esponenti della corrente simbolista francese. Lo stile crepuscolare delle sue poesie è noto, così come la sua vita tormentata: i componimenti di Verlaine riflettono l’acuto sentire del suo autore. Sono poesie senza rime (la rima non è che un “gioiello da un soldo”, era solito dire, “che suona vuoto sotto la lima”), ma possiedono una singolare musicalità intrinseca, sono fluide, irregolari, parole che scorrono melodiose come e fossero suonate da un’arpa.
C’è una frase di Verlaine che viene citata spesso: “Amami perché senza di te nulla posso, nulla sono”, in realtà è tratta dalla poesia Compagne savoureuse et bonne, traducibile in italiano con il titolo Compagna saporita e buona inclusa nella raccolta Chansons pour elle pubblicata nel 1891 dall’editore Léon Vanier. Il tema principale di questa poesia è la donna e il desiderio che ispira nell’uomo.
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Paul Verlaine, come sappiamo, era dichiaratamente bisessuale: nota è la sua relazione tumultuosa con il giovane poeta Arthur Rimbaud, durante il matrimonio con Mathilde Mauté. Canzoni per lei, che si compone di venticinque poesie di media lunghezza, tuttavia è una raccolta ispirata dalla relazione con Philomène Boudin, detta "Esther", secondo alcuni. Altri invece individuano la musa del poeta in Eugénie Krantz, detta "Mouton".
In questi componimenti Verlaine sviluppa il tema dell’erotismo abbandonando ogni possibilità di salvezza nella fede religiosa. Sancisce il fallimento della propria redenzione spirituale, ammettendo il trionfo dell’amore carnale. Si tratta in ogni caso di una raccolta molto particolare, come testimonia questo componimento dedicato alla Compagne savoureuse et bonne, perché fa riferimento a una donna, in carne e ossa, che è la donna amata e dunque abolisce ogni volgarità del linguaggio per celebrare l’intesa e la bellezza del sentimento amoroso.
Ogni strofa è significativamente scandita dal celebre ritornello amami perché senza di te nulla posso, nulla sono che spesso viene citato come una frase a sé stante. Nell’originale francese ha una piacevole effetto musicale dovuto alle rima - inedita nell’opera di Verlaine - recita così:
Aime-moi,
Car, sans toi,
Rien ne puis,
Rien ne suis.
Nella raccolta italiana Poesie d’amore di Paul Verlaine, pubblicata da Demetria con la traduzione di Alessandro Quattrone, la poesia è posta sotto il titolo Canzoni per lei.
Scopriamone testo originale, traduzione e analisi.
Chansons pour elle di Paul Verlaine: testo originale
Compagne savoureuse et bonne
À qui j’ai confié le soin
Définitif de ma personne,
Toi mon dernier, mon seul témoin,
Viens çà, chère, que je te baise,
Que je t’embrasse long et fort,
Mon cœur près de ton cœur bat d’aise
Et d’amour pour jusqu’à la mort:
Aime-moi,
Car, sans toi,
Rien ne puis,
Rien ne suis.Je vais gueux comme un rat d’église
Et toi tu n’as que tes dix doigts ;
La table n’est pas souvent mise
Dans nos sous-sols et sous nos toits ;
Mais jamais notre lit ne chôme,
Toujours joyeux, toujours fêté
Et j’y suis le roi du royaume
De ta gaîté, de ta santé !
Aime-moi,
Car, sans toi,
Rien ne puis,
Rien ne suis.Après nos nuits d’amour robuste
Je sors de tes bras mieux trempé,
Ta riche caresse est la juste,
Sans rien de ma chair de trompé,
Ton amour répand la vaillance
Dans tout mon être, comme un vin,
Et, seule, tu sais la science
De me gonfler un cœur divin.
Aime-moi,
Car, sans toi,
Rien ne puis,
Rien ne suis.Qu’importe ton passé, ma belle,
Et qu’importe, parbleu ! le mien :
Je t’aime d’un amour fidèle
Et tu ne m’as fait que du bien.
Unissons dans nos deux misères
Le pardon qu’on nous refusait
Et je t’étreins et tu me serres
Et zut au monde qui jasait!
Aime-moi,
Car, sans toi,
Rien ne puis,
Rien ne suis.
Canzoni per lei di Paul Verlaine: testo italiano
Compagna ricca di sapore e buona
compagna cui ho affidato la cura
definitiva della mia persona,
tu, mio ultimo, mio solo testimone,
vieni, cara, ch’io ti baci,
che t’abbracci a lungo e forte,
il mio cuore accanto al tuo batte di piacere
e d’amore fino alla morte:
Amami,
perché, senza te,
nulla posso,
nulla sono.Misero mi aggiro come un topo di chiesa
e tu non hai che le tue dieci dita;
la tavola non è spesso apparecchiata
nei nostri sottosuoli, nelle nostre soffitte;
ma il nostro letto non sciopera mai,
sempre gioioso, sempre festeggiato
dove io sono il re del reame
della tua allegria, della tua salute!
Amami,
perché, senza te,
nulla posso,
nulla sono.Dopo le nostre notti di amore forte
esco dalle tue braccia meglio temprato,
la tua ricca carezza è quella giusta,
senza nessun inganno alla mia carne,
l’amore tuo diffonde il suo vigore
in tutto il mio essere, come un vino,
e, unica, tu sai la scienza
d’inebriarmi un cuore divino.
Amami,
perché, senza te,
nulla posso,
nulla sono.Che importa il tuo passato, mia bella,
e che importa, perbacco! il mio:
ti amo d’un amore fedele
e tu non m’hai fatto che del bene.
Uniamo nelle nostre due miserie
il perdono che ci fu rifiutato
e io ti stringo e tu stringi me
e al diavolo le chiacchiere della gente!
Amami,
perché, senza te,
nulla posso,
nulla sono.
Canzoni per lei di Paul Verlaine: analisi e commento
La poesia di Paul Verlaine si fa testimone del completo annullamento nella passione, come testimonia il ritornello che ne scandisce le strofe. Il poeta narra la gioia di un amore felice, come testimoniano le diverse espressioni bat de aise, joyeux, fêté, gaité, santé, vin, cœur divin. Tutto è un palpito del cuore, un trionfo, una festa dei sensi.
Con una metafora l’amore viene paragonato a un vino, nella sua capacità di accendere i sensi e annebbiare la mente, e ha un analogo effetto inebriante sulla persona: fa scordare le preoccupazioni, le miserie della vita, dispiega una felicità facile, pulita, chiara.
Centrale nel testo è il tema dell’unione: Verlaine rimarca come l’unione carnale con la donna amata sia salvifica, poiché quando sono insieme scordano le loro reciproche miserie (ad esempio la povertà sottolineata dalla “tavola non sempre apparecchiata”) e le tristezze del passato (come suggerisce l’espressione “il perdono che ci fu rifiutato”).
Paul Verlaine in questi versi sembra ricalcare il Vivamus, mea Lesbia, atque amemus catulliano, raccontando tuttavia solo la fiamma viva della passione che conforta con il suo calore vivace. Il poeta testimonia alla donna un amore eterno e sempre fedele (anche se sappiamo che nella realtà non sarà così), l’ebbrezza della passione lo inebria più di un vino pregiato e nell’abbraccio con lei scorda ogni suo dispiacere. Nel finale si raggiunge il punto di maggior climax quando viene annullato tutto il resto del mondo (e al diavolo tutte le chiacchiere della gente!, Ndr) attraverso quell’imperativo aime-moi struggente e desolato: “amami”.
È come se il poeta volesse spegnere una luce e racchiudere nei versi l’intimità di due corpi, soli, chiusi in una stanza: una scena che il resto del mondo non vede, e non deve vedere poiché la considererebbe impudica e oscena, ma in questa poesia si eleva in tutto il suo significato acquisendo una potenza vitale.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Amami perché senza di te nulla posso, nulla sono”: la poesia di Paul Verlaine
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