American tabloid
- Autore: James Ellroy
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2017
Per rendere al meglio, nel modo più fedele possibile, lo stile e le espressioni di James Ellroy, ho giocato con la storia del giornalismo e dell’editoria: ho immaginato di essere un redattore di Hush Hush, la sfacciata rivista scandalistica che è stata una delle più divertenti ed originali creazioni di Ellroy, che tra l’altro trova un ruolo di primo piano in tutti i suoi libri, compreso “American Tabloid”.
“JEH: Signor Boyd, lei sta parlando con il campione del mondo nell’arte della menzogna e del sotterfugio.
Per quanto bravo possa essere, ed è bravissimo, io sono meglio”.
Chissà cosa penserebbe il buon caro Direttore J. E. Hoover che sappiamo essere stato uno dei nostri più affezionati lettori se, nello sfogliare la nostra rivista bramoso di trovare qualche succulento scandalo su quel folto sottobosco di divi e attrici del cinema che ruotano attorno a Los Angeles, si trovasse di punto in bianco di fronte alla recensione di un libro. Tutti noi pagheremmo per poter assistere alla sua impareggiabile reazione.
Udite udite: Hush Hush adesso ha anche un inserto culturale. Ma non disperate, il nostro consueto stile che voi cari lettori mostrate così tanto di amare non verrà di certo intaccato da un singolo ed estemporaneo contributo.
Sicuramente vi ricorderete di quei due fratelli di origine irlandese che qualche decennio fa erano soliti riempire con i loro bei faccioni le prime pagine di giornali e giornaletti. Uno dotato di un gran bel taglio di capelli e di un’irrefrenabile passione per le donne, l’altro caratterizzato da una
“feroce passione e una grande competenza”
che era solito riverberare nei confronti di alcuni italo-americani e del loro giro di affari.
Sicuramente vi ricorderete quel lungo corteggiamento con cui, sul finire degli anni Cinquanta, l’insaziabile Jack il capelluto sedusse l’intero paese costringendolo
“in un angolo con il suo fascino, come se fosse una donna”.
La cui luna di miele fu però rovinata da un’altra coppia di fratelli che, proprio in quegli anni, aveva preso il potere in un’isoletta non lontana da Miami.
Forse, se non eravate troppo impegnati a ballare il twist, ad ascoltare Sinatra o intenti a leggere le nostre mille scottanti rivelazioni che riguardavano la tanto amata Marilyn, vi ricorderete di un’invasione militare fallita su una Baia che prende il nome da un’animale poco propenso al candore e alla pulizia. Vi ricorderete sicuramente anche di una pericolosa crisi internazionale riguardante certi “missili” che, si diceva, fossero puntati sul nostro amato territorio. E forse i più attenti avranno ancora in mente il profondo rancore che scorreva tra il nostro lettore preferito, il buon caro JEH, e “il piccolo Bobby, vent’anni di puro calvinismo”, deciso di estrometterlo dal suo trentennale incarico alla guida del Bureau. Le priorità di JEH a quanto pare non sembravano coincidere con quelle di Bobby.
Sicuramente ciò che non potete sapere è che anche la nostra rivista ebbe un ruolo in quegli anni, seppur di secondo piano, nella costruzione della storia americana per come oggi noi la conosciamo.
Ebbene sì, udite udite: anche Hush Hush ha avuto un suo posto nella storia.
Mentre noi lavoravamo assiduamente per assicurare ai nostri affezioni lettori i più bollenti pettegolezzi di Hollywood, la nostra rivista veniva in segreto manovrata per infangare uomini politici, usata con intenti propagandistici per indirizzare l’odio politico a favore di certe operazioni militari e utilizzata per alimentare tentativi di estorsione nei confronti di certi influenti personaggi. Le vicende che si susseguivano in quegli anni non potevano però che rimanere indecifrabili alla nostra modesta capacità di comprensione: come potevano dei semplici redattori di una rivista scandalistica comprendere le oscure logiche di ritorsioni, macchinazioni e doppiogiochismi che sono soliti far parte delle alte sfere del potere? Complottismi e spionaggio non fanno certo parte del bagaglio di competenze di chi è specializzato a raccogliere pettegolezzi su Ava Gardner e Dick Contino...
Ma eccoci al punto. Da qualche tempo a questa parte un celebre scrittore a noi vicino, e a cui dobbiamo molto, divenuto famoso per una serie di racconti ambientati a Los Angeles, pare essersi cimentato su queste oscure vicende, riportandole a noi sotto forma di romanzo affinché potessimo almeno provare a coglierne le intricate logiche da cui si sono generate. Alcuni nostri fidati informatori ci hanno rivelato che, a quanto pare, in molti là nelle alte sfere che contano sembrano non aver preso bene questo esercizio letterario di
“verosimiglianza senza scrupoli”.
Cari lettori, se deciderete di seguire questo nostro modesto ed estemporaneo consiglio letterario, ci preme però avvisarvi che vi troverete costretti a viaggiare attraverso gli orrori, le ambizioni, le stravaganze e i tormenti di tre oscuri protagonisti del sanguinoso backstage della storia americana. Pete Bondurant, gigantesco ex-poliziotto direttore in quegli anni della nostra rivista,
“Re del ricatto. Magnaccia. Assassino”, “forse lo sbirro corrotto più terribile e competente della nostra era”.
Kember Boyd, agente Fbi, triplogiochista, avvocato, ex ladro d’auto,
“sempre troppo bello per poter vivere”.
Ward J. Littell, agente FBI, ex gesuita, avvocato, alcolizzato, fortunato, istintivo, ingenuamente coraggioso e perennemente alla ricerca della propria virilità.
“Erano sbirri corrotti e artisti del ricatto. Erano intercettatori, soldati di fortuna e cabarettisti froci. Se solo un istante delle loro esistenze avesse imboccato un percorso diverso, la Storia americana come noi la conosciamo non sarebbe esistita. (…) È tempo di abbracciare la storia di alcuni uomini malvagi e del prezzo da loro pagato per definire in segreto il loro tempo”.
Perciò, cari gattoni e gattine, se avete voglia di tornare indietro con gli anni a quando eravate giovani e trascorrevate spensierati le serate davanti al juke-box, mentre oscuri e poco raccomandabili personaggi intrecciavano alle vostre spalle i fili della storia, non possiamo che raccomandarvi di mettervi comodi, di prendervi del tempo e di lasciarvi immergere nel racconto di queste storie.
E ricordate, cari lettori: l’avete sentito prima qui. In via confidenziale, in gran segreto e sottovoce.
American Tabloid
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