Amiche e ortiche
- Autore: Cristina Obber
“Le amiche sono come le ortiche: buonissime per fare il risotto, ma se ti pungono sono cavoli amari...” Con questa simpatica metafora quasi culinaria, la stessa autrice ha esordito nel presentare questo suo primo romanzo durante una vivace e interessante serata letteraria. Primo romanzo ma non primo libro: la Obber ha infatti al suo attivo, prima di questo “Amiche e ortiche”, due libri, che, per sua stessa affermazione, “si sono scritti da soli”, in quanto non si tratta di romanzi ma di raccolte di testimonianze, intitolate “Primi baci” e “Balilla e piccole italiane: la scuola, i sogni, la vita”. E’ stato proprio durante quella serata, ascoltando la presentazione portata avanti dall’autrice con simpatia e semplicità, che mi ha colpita un pensiero: il suo libro, che avevo letto appena pubblicato, era stato uno dei pochi libri di argomento “leggero” che mi ero sentita di conservare dopo la lettura, invece di passarlo ad altri potenziali lettori. Eppure, storie “corali” di donne che si aiutano e si fanno la guerra portando avanti le loro vite e i loro problemi non mancano certo, nel panorama editoriale. Perché, allora, mi sono chiesta, proprio questo libro mi aveva colpita così positivamente?
Sarà che le autrici italiane di romanzi “al femminile” sono molto meno considerate rispetto alle straniere, ma quando ci si mettono sanno tirare fuori situazioni e personaggi terribilmente reali, o che forse così ci sembrano semplicemente perché sono più vicini al nostro mondo. Oppure sarà lo stile, così svelto, dinamico, colloquiale ma senza mai scadere nello sciatto o nel volgare, uno stile che accompagna la lettura e invoglia a proseguire fino all’ultima pagina. O, ancora, sarà il centro benessere, che fa da sfondo alle varie storie, una sorta di “fil rouge” che lega personaggi e situazioni fra di loro. Il centro benessere dove corpo e anima si spogliano, dove ci si trova nude, indifese davanti agli attacchi che ci vengono diretti dalla vita e, spesso, da chi dice di amarci profondamente.
Donne, donne. Ciniche ed egoiste come Brunella, che crede che nella vita sia necessario scegliere fra il ruolo di vittima e quello di carnefice. Disperate come Caterina, soffocata da un matrimonio grigio e disposta a fare qualsiasi cosa pur di uscirne. O come Agata, che invece venderebbe qualsiasi cosa pur di riavere il marito che l’ha lasciata. Speranzose come Sidonia, che vorrebbe cambiare la propria vita partecipando a un telequiz. E poi Stefania che è alle prese con un trasferimento, Patrizia che lotta contro una diagnosi sfavorevole, Francesca, Dolores... Un universo femminile sul quale, però, aleggia sempre e comunque la presenza degli uomini, che condizionano la vita di ogni donna, anche di quelle che si illudono di essere loro a condurre il gioco. Gli uomini intrigano, esaltano, danno felicità, ma alla fine fanno sempre soffrire: e allora le donne si stringono a cerchio, si porgono le mani, regalano una parola, un sorriso, un piatto fatto in casa, un’ora di svago. Qualcuna, però, al momento opportuno tira fuori il suo veleno: e il mix di veleno e ortiche può essere letale... O magari condurre a un finale imprevisto, a effetto, sorridente ma con un forte retrogusto di amaro. Qualcuna risulta vincente, qualcuna perdente, qualcuna crede di avere vinto ma non si rende conto di avere perso la cosa più importante. Ma la partita non è chiusa per nessuna: se non trovassimo in noi stesse le risorse per andare avanti con grinta, non saremmo donne...
Amiche e ortiche
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