Amici miei, miei amori di Marc Levy

Londra e Parigi: due città affascinanti, ideali per l’amore, Ciò è vero soltanto nel caso le due persone coinvolte risiedano nella stessa città, altrimenti sarebbero guai e due ore e quaranta minuti di treno.

Antoine vive a Londra, senza sua moglie che è in giro per il mondo. Mathias, invece, è rimasto a Parigi e sua moglie vive a Londra. Antoine più e più volte gli ha chiesto di trasferirsi e finalmente lo fa. Ritrova l’amico e la moglie, ma solo per poco: lei ha appena accettato un lavoro e deve trasferirsi a Parigi! Mathias non riesce a crederci, ma ormai i giochi sono fatti.
Che fare, dunque? La camera in cui alloggia è più piccola della libreria che ha preso in gestione. Un giorno vede una casa in un cantiere di Antoine (è architetto) e gli viene un’idea: abitare insieme all’amico e i rispettivi figli (Emily per Mathias, Louis per Antoine). Inutile dire che l’amico non è per niente d’accordo, all’inizio. Ma poi…
La decisione è presa, anche se sofferta. Antoine impone, però, delle regole. Punto primo, niente babysitter. I ragazzi avrebbero dovuto crescere con i genitori. Punto secondo: niente ragazze in casa. E se si fossero innamorati? Eventualità da scartare. O no?
Infatti, subito dopo Mathias incontra Audrey. Amore a prima vista? Peggio, anche se la situazione è più complicata del previsto…
Antoine, invece, continua a scrivere lettere d’amore per Sophie. No, non ho sbagliato parola. Le scrive per lei, non a lei. Riveste il ruolo di un moderno Cyrano, scrive frasi d’amore che Sophie consegnerà, come sue, a un misterioso cavaliere. Ma è sicuro che Antoine scriva quelle cose solo per fare un piacere all’amica? O sta cercando di dirle qualcosa?

Come sempre, Marc Levy prende una storiella semplice semplice, la addobba come sa fare e il risultato è l’ennesima commedia romantica che riuscirà a farvi sorridere, qualunque sia il vostro stato d’animo. Personaggi sapientemente tratteggiati e una Londra caotica sullo fondo, una storia in cui i sentimenti la faranno da padrona e vi farà capire che, forse, la distanza da temere è quella tra i nostri cuori, non le nostre case. Bellissima poi la chicca finale, il dialogo simile a quello della prima pagina…