Amore, Malboro e mirtilli
- Autore: Sang Young Park
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2024
Caso letterario in Corea, Love in the Big City - in italiano Amore, Malboro e mirtilli -pubblicato da Rizzoli la scorsa primavera nella traduzione di Giulia Donati, è un romanzo dalla freschezza e autenticità inaspettate capace di esplorare con profondità e realismo la vita di un giovane coreano gay a Seoul.
La sua trasposizione cinematografica che sarà presentata in anteprima mondiale al Toronto Film Festival con due dei più noti giovani attori di Corea, Non Sang-hyun e Kim Go-eun, pone l’accento su temi cardine e critici della odierna società coreana.
In bilico tra amore, sentimento e sesso, tra accettazione dell’identità e tradizione propone attraverso il protagonista (e non solo) la costante ricerca incessantemente della propria collocazione in un tessuto sociale, critico e criptico come quello coreano, dove non sembrano esserci punti di incontro. Dove l’essere “diverso”, gender o gay, è limitante e ghettizzante.
Dove il conflitto tra solitudine e desiderio di apparenza non sembra avere risposte se non l’isolamento o l’accettazione della tradizione a scapito del riconoscimento e del rifiuto della propria identità.
Young è il protagonista. È un giovane gay della Seoul contemporanea con una mamma evangelica malata di cancro, con un possibile futuro come scrittore, alla affannata e affamata ricerca di qualcuno che lo ami (più che da amare).
Si accetta (a fatica) il giovane uomo gay. Imprigionato tra la convinzione della madre e il suo “amore diverso”, ha come unica cassa di risonanza l’amica Jaehui (Mirtilli), fedele compagna di shot e di avventure amorose più o meno reali.
Un rapporto amicale, quasi ombelicale, fatto per durare e per in qualche modo nascondere sia l’omosessualità di Young che l’essere libera di amare senza vincoli di Jaehui. Almeno questo è quello che appare.
Tutto cambia però quando l’amica comunica l’imminente matrimonio e il suo trasferimento in Australia. Un cambio di rotta improvviso che rientra nei canoni sociali definiti “coreani”. Un cambio inaspettato e imprevisto che travolge e toglie i pochi punti fermi e certi nella vita dell’uomo.
Young si sente tradito e si immerge ancora con più veemenza nel mondo della notte dove il suo essere omosessuale può essere accettato e in qualche modo nascosto a chi si incontra per caso.
Si rifugia negli incontri occasionali: tra le strade di ITAEWOON e i match di Tinder che si susseguono veloci e sanno solo di puro sesso con un unico punto in comune.
Una bella sbronza iniziale così da dimenticare tutto al risveglio.
Tra le molte storie che non hanno nemmeno un nome, se non un corpo caldo e che sa di soju e whiski, due uomini si rivelano in qualche modo salvifici o almeno degni di una riflessione sulla propria esistenza: l’incontro con il suo professore universitario Sunbae Hyeong (Malboro) e un barista Gyuho (Amore).
I due uomini, singolarmente e in momenti diversi della vita del protagonista, si riveleranno determinati nella ricerca di identità e nella tentata fuga dalla solitudine.
Il primo, nel suo rinnegare la sua condizione per rimanere fedele ai valori sociali, sa di passionalità e falso amore che porterebbe (se perseguito) il protagonista a una solitudine devastante e non fuggibile.
Il secondo incontro, quello con Gyuho, invece, sarà (malgrado il fallimento e le varie vicissitudini) l’unico vero grande amore riconosciuto e riconoscibile della sua vita, fatto di quella normalità “eterosessuale” in chiave gay di “tipica di Jeju - do”.
Un amore, però, che sarà soggetto al perdere colore fino a sbiadirsi nella Seoul dalle mille luci e dalla notti confuse. Nel fumo delle molte sigarette e nei vapori del soju facendo intravedere il perimetro di un’identità reale oltre l’apparenza.
Scrittore di culto in Corea del Sud, Sang Young Park è uno dei più originali e particolari scrittori della penisola asiatica per temi e personaggi proposti nelle sue storie. Il protagonista della storia Young viene dipinto a tratti in modo contraddittorio, ma sempre con linee stilistiche vivaci e sarcastiche, ironiche e reali, che sono e si rivelano scudo protettivo per nascondere dolore, solitudine, difficoltà di un’esistenza ai margini.
In una vita che solo in apparenza è spensierata (tante bevute, relazioni fugaci), ben celata è invece un’emotiva difficoltà all’interazione, a rendere palesi i sentimenti, ad accettare la difficile ricerca dell’amore “diverso”. Un amore che vuole solo essere espresso non solo verso un altro uomo, ma soprattutto verso sé stesso.
In una spasmodica ricerca di un’identità che sola può dare speranza in una società muta e cieca alle minoranze alle diversità, il protagonista (e in modo diverso i comprimari) combatte nei perimetri confuciani della società coreana che non accetta chi non ricade nei suoi limiti imposti che faticano a ammorbidirsi, costringendo “i different gender” a nascondersi, a negarsi a sé stessi e in qualche modo anche agli altri.
Lo stile lineare, ironico, brillante è a quadri da “fiction cinematografica”, tali da renderli visivi come uno spettatore al cinema.
Un linguaggio stilistico che si mantiene tale anche nella traduzione di Giulia Donati che riesce a dare l’elasticità dei termini della lingua originale in un equilibrio che non appesantisce la narrazione e che fa trasparire quella ricerca di sé dei singoli personaggi tra il desiderio di libertà e il bisogno di connessione.
Centrale e in qualche modo scatenante è il rapporto del protagonista con la sua migliore amica Jaehee: un mix di affetto, dipendenza e complicità. Antitesi l’uno dell’altra, sono amici “rifugio” che rispondono in modo differente rispetto alla loro autenticità, quasi a rappresentare in modo crudo, onesto e senza idealizzazione il collante innegabile della storia: i conflitti interiori e sociali di una generazione (etero e LGBTQ) che lotta con le pressioni culturali e personali che portano a una solitudine che non dà scampo a nessuno: né al protagonista, né ai comprimari, né alla stessa Seoul.
Ognuno è isolato, privo di ogni connessione tra sé stesso e il mondo esterno, con la necessità di colmare un vuoto interiore. Sfuggente. Evidente. A cui è difficile sfuggire.
L’unica àncora di salvezza potrebbe essere l’amore, con le sue fragilità, complessità e complicazioni. È una ricerca, la sua, continua e che fa paura. Ma, forse, in fondo è proprio questa l’unica speranza a cui aggrapparsi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Amore, Malboro e mirtilli
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