Amore a prima vista di Margaret Storm Jameson

Fazi pubblica per la prima volta in Italia, nella Collana “Le strade”, Amore a prima vista (2020, titolo originale Love in Winter, traduzione di Velia Februari), della giornalista e autrice inglese Margaret Storm Jameson (1891-1986), prima donna a laurearsi in inglese all’università di Leeds, a ricevere una borsa di studio per una tesi post-laurea sempre a Leeds e a diventare presidente della British section of International Pen.
Pubblicato per la prima volta nel 1935, il romanzo è il secondo capitolo della trilogia “Lo specchio nel buio”, dopo Company Parade (Fazi 2019).

“All’inizio di quell’anno Hervey abitava in una casa in affitto nei sobborghi di Londra. Il figlioletto di otto anni viveva con lei”.

Trascorsi sei anni dalla fine della Grande Guerra, Hervey Russell ancora combatteva la sua guerra privata, quella lotta per l’emancipazione e l’autodeterminazione di sé che non passava solo attraverso l’aspetto esteriore. L’orlo delle gonne si era accorciato da un pezzo, ma ancora era difficile vivere in un mondo dominato dalla protervia degli uomini.

Prendiamo il caso di Hervey Russell, grandi occhi guardinghi, fronte prominente, mascella squadrata, lunga bocca e naso ben fatto e insolente. Hervey era sposata con un uomo che non amava al quale aveva dato un figlio amatissimo e si teneva stretto un lavoro di redattrice presso la rivista “London Review” di proprietà della volitiva Evelyn Lamb, donna colta e determinata, mecenate dei giovani artisti. Ogni mattina Hervey, prima di scendere dal treno che dai sobborghi la conduceva a Londra, indossava l’elmetto, perché là fuori il mondo era pieno di insidie, pericoli e tanta gente pronta a sottrarti il lavoro appena ti distraevi un attimo. Lavorare per realizzarsi, perché le gioie della maternità non bastavano, e perché rinunciare alla vera passione, che aveva le sembianze del cugino Nicholas Roxby, l’unico erede dei cantieri Garton?

“Cara Hervey, se non hai di­menticato il nostro unico incontro, gradirei invitarti a pranzo la settimana prossima. Scegli pure tu il giorno. Trovo assurdo che non siamo amici. Nicholas Roxby”.

Margaret Storm Jameson, suffragetta e femminista, liberale e antinazista, scrittrice prolifica (due autobiografie, svariati saggi, racconti e romanzi), nel 1952 insignita del ruolo di delegata dell’Unesco Congress of the Arts, sua l’introduzione all’edizione inglese del Diario di Anna Frank nel 1952, in queste pagine continua a narrare le battaglie e le conquiste di una giovane donna. Battaglie, lotte e conquiste che sono state determinanti per il futuro di tutte quelle ragazze che sono nate dopo Hervey Russell.
Ma quanta irrequietezza, quanta ambizione e quanta determinazione dietro quelle scelte, allora considerate dalla società inglese come rivoluzionarie. Ecco perché la Trilogia di Storm Jameson viene considerata il manifesto del femminismo e dell’emancipazione. Nel piglio e nella costanza della protagonista appare la Londra del 1924, fiera di aver vinto la guerra ma che osserva con empatia gli sforzi che le giovani generazioni compiono per dimenticare tutti quegli orrori che hanno visto nelle trincee.

“Sai, Hervey, la guerra ha cambiato Nicholas in modo tanto radicale che tu, incontrandolo ora per la prima volta, hai conosciuto una persona completa­mente diversa. Era affascinante… per nulla viziato, pieno di entusiasmo”.