Amore liquido
- Autore: Zygmunt Bauman
- Genere: Psicologia
- Categoria: Saggistica
La modernità liquida, come la chiama Zygmunt Bauman, è la realtà attuale afflitta dalla temporaneità e della fragilità dei rapporti umani.
L’uomo senza legami, dissolubile, abitante medio della società liquido moderna, fluttua attraverso una rete di connessioni dove, ad esempio, il cellulare - anzi lo smart phone perché lo scopo non è più comunicare bensì rimanere connessi - rappresenta il mezzo che
“consente a chi vuole stare in disparte di tenersi in contatto e a chi si tiene in contatto di restarsene in disparte”.
Il limbo del non-agire.
Nell’oceano inquinato delle relazioni sentimentali, l’uomo e la donna non si sopportano più, la tolleranza è ai minimi termini, così che la qualità delle relazioni è scemata a favore della quantità, e il desiderio si è trasformato nella voglia mutando qualcosa di profondo in un capriccio passeggero. Il rapporto di coppia, un mix di attrazione e repulsione, si è trasformato nel tema centrale della crisi contemporanea, quella che sempre più spesso si risolve, anzi in realtà sembra proprio non risolversi, nello studio di uno psicanalista.
L’individualismo la fa da padrone: occorre trovare il modo di
“costringere la relazione a dare senza prendere, a offrire senza chiedere, ad appagare senza opprimere”.
Da qui la stortura nelle dinamiche di coppia: chi ama raggiunge uno stato di adorazione verso il partner dove in realtà si sublima l’auto-adorazione, mentre la possessività nei confronti dell’altro è il mezzo attraverso il quale si realizza l’auto-restrizione. Questo non può che portare all’auto-distruzione dell’amore.
Hai voglia a riempire i lettini degli analisti, con tutte queste errate interpretazioni!
E il sesso, che da sempre è il motore del mondo, ha compiuto il suo processo storico mostrando la relazione direttamente proporzionale tra l’evoluzione delle relazioni umani e l’economia di mercato globale. Si è passati da un’era in cui l’energia sessuale veniva sublimata per mantenere in funzione la catena di montaggio delle automobili, ad una nella quale la stessa energia viene nutrita affinché quelle automobili possano essere desiderate come oggetti sessuali.
E perso in questo marasma di malintesi, l’uomo – creatura dall’innata fiducia – ha visto trasformare le sue espressioni più nobili quali l’amore e la compassione in armi suicide. Basta guardare un qualsiasi reality show per riconoscervi l’ideale portante: morte tua, vita mia!
In un mondo dove i rifiuti si moltiplicano perché il prodotto (lo scarto) del consumo fa girare il pianeta, un’umanità allo sbaraglio ha concepito la realizzazione di quei non-luoghi che segnano i confini della globalizzazione, popolati da coloro che fuggono dalle guerre e dall’estrema povertà, gli eterni profughi senza più identità ad incarnare il male, che guarda caso corrisponde sempre allo straniero, e là ad erigere muri e fili spinati sempre più alti.
Ne sono un esempio costante i governi delle superpotenze…
E proprio dove i governi, sfruttando la paura ancestrale dello straniero, riescono a far rintanare i propri cittadini all’interno dei confini mentali e materiali della propria sicurezza per tener fuori il rifugiato, il profugo, il miserabile, si assiste alla creazione di due diversi tipi di prigione: chi sta dentro il proprio muro temendo il pericolo esterno e chi ne sta al di fuori, nei territori di nessuno.
In entrambi i casi uomini in cattività! Ed una estrema, desolante solitudine.
La relazione umana, dai singoli alla collettività, sembra così aver toccato il fondo.
Allora c’è urgenza di recuperare l’amore, la compassione e la fiducia innata che faceva dell’uomo, come ipotizzato nei secoli dai migliori filosofi, un essere evoluto il cui nobile scopo è ambire all’unità universale, affinché
“l’amore dell’uomo si manifesti in una disponibilità a condividere il mondo con altri uomini”.
Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi
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