Amori incompiuti di Carmen Llera Moravia

Carmen Llera Moravia è stata la seconda moglie di Alberto Moravia. Forse sarebbe stata la terza se Moravia avesse sposato Dacia Maraini. Ma Elsa Morante non volle divorziare, perché era cattolica. Carmen e Dacia in ogni caso ebbero qualcosa in comune: la passione per la scrittura, entrambe videro in Moravia un amante-mentore e ne replicarono la vocazione.
Per intanto è uscita la ristampa di Amori incompiuti di Carmen Llera Moravia (Tascabili Bompiani, 2022. Bompiani, 1999).

La persona che scrive questo romanzo diario potrebbe essere Carmen, ma non è mai così semplice; nemmeno la scrittrice sa chi è, quindi più gli indizi si fanno reali, più la pagina diventa una poesia, per caso, e sappiamo che la donna che scrive ha avuto quattro storie d’amore, tutte finite per noia.
Carmen sembra aver appreso dal celebre marito cosa è la noia. Quella narrata da Carmen Llera non è tuttavia La noia di Alberto Moravia, è meno letteraria, rappresenta quel desiderio di viaggiare in estate che ti prende, ma non c’è nessuno che ti accompagna. La trama del romanzo, peraltro di poche pagine, ha uno stile che ricorda la poesia prosastica di tipo piano e discorsivo di alcune scrittrici e scrittori d’Oltralpe, per intenderci, quelli del Nouveau roman di Robbe-Grillet, in particolar modo di La gelosia, pubblicato in Italia nel 2020 da edizioni SE e dalla prosa piana di Nathalie Sarraute, di cui si spera in una prossima pubblicazione.
Per fare un esempio Carmen Llera scrive:

In poco più di sei mesi, ho conosciuto tre corpi e ho fatto sesso con loro senza amore, e non so quando lo rifarò.
E non so quando lo rifarò... inutilmente armoniosa, profumata e gentile...
costretta a non amare a non partire a non agire, costretta a non amare, non partire a non agire. Inutilmente discreta e libera e educata...ricercata nei momenti effimeri...non per la quotidianità.

La protagonista è innamorata di un uomo, ma non riesce a mettersi tra lui e la compagna, tra lui e il suo nucleo familiare. Chissà se invece alla vera Carmen riescono queste cose, quella che combina i guai e i cocci sono sempre degli altri.
C’è stato un tempo in cui si faceva del “gossip letterario” e in mezzo ci capitava anche la signora Moravia; ma ormai sembrano passati decenni. Ora è normale essere anonimi fino a una certa età della vita, dopodiché moglie e marito sono posti sotto ai riflettori tutti i giorni, tra gioie e dolori condivisi.

Naturale dunque che qualcuno leggendo ritorni indietro e si chieda chi sono stati gli amanti di Carmen, che tenta di imitare la scrittura e le passioni di Marguerite Duras e ci consola delle “vite grigie” che si trova intorno, ora che dire:

Ho passato l’estate leggendo.

Ha lo stesso appeal dell’uomo in ammollo, chiuso nella lavatrice in una pubblicità ricordata da chi va verso i quarantacinque anni e oltre. Ma non importa, a me Carmen Llera Moravia è piaciuta sin dai tempi di Georgette e del recente Finalmente ti scrivo, sempre Bompiani, del 2019, dove la scrittrice sembra meno furiosa col mondo e con sé stessa, perché non le piace come è diventata e men che meno le piace quello che ha scritto.
Con quest’ultimo libro, Amori incompiuti, dove si confida col compianto marito, sempre con la sincerità sorniona del “ti tradisco, perché ti amo moltissimo”, dopo dodici libri è molto più brava di altre, meno famose perché non vedove di scrittori famosi e con una scrittura fluida e malinconica, dove c’è poco da sminuire.
Chi si ammala della “follia” di scrivere scriverà sempre meglio, per mestiere o per reale passione.