Amour... utopia repubblicana
- Autore: Marco Purita
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Vongola e Tucano hanno elaborato il piano, su mandato degli altri nove uomini e donne che-si-conoscono-ma-si-chiamano-con-i-nomi-di-animali, per non farsi individuare e arrestare. È in ballo un’operazione difficile: ci sarà da controllare cinquemila persone. Come potranno farlo in undici, i protagonisti di Amour... utopia repubblican a di Marco Purita? L’iniziale A è scritta con il simbolo nero-cerchiato dell’anarchia sulla copertina del volume, pubblicato dalle torinesi Pathos Edizioni (marzo 2022, 356 pagine).
Non avrai altro genere all’infuori di me, può dire questo romanzo, che infatti è del tutto particolare. L’opinionista Diego Fusaro mette tutti sull’avviso, nella succinta ma esauriente prefazione, intitolata La forza dell’utopia. La forza del l’utopia non dorme mai. Non rientra in nessun genere: è politico, ma ibrida sapientemente tempi e sequenze, con stile e acume, in modo molto originale, innovativo. La narrazione si sviluppa a modo suo, incrocia l’utopia politica e incontra il “sogno di una cosa” di Karl Marx, l’aspirazione a una società più equa dell’attuale, ch’è “oscena ma non irredimibile, iniqua ma non inemendabile”.
Marco Purita è laureato in scienze politiche col massimo e tesi su Nietzsche, che ha vinto nel 2005 il Premio Optime dell’Unione degli industriali di Torino. Specializzato in dottrine politiche - sempre con lode, menzione, ulteriore tesi su Nietzsche e altro Optime 2008 - ha conseguito il dottorato in studi politici con un progetto di ricerca sull’utopia-distopia. Ha firmato diversi romanzi filosofici e politici, per le Edizioni 96, rue de-La-Fontaine: Le voci dell’autorità (2018), Losing my Religion, in Ossa Nere (2019), Tutti i bambini sono pazzi (2020).
Diego Fusaro e Marco Purita, stessa Università, Torino e stessa passione per la filosofia. No vax no gender trasgressivo il primo, nichilista e di pensiero indipendente l’altro, scrittore di questo testo non classificabile ma sorprendente, romanzo originale finanche nella punteggiatura, spiazzante. Insegue un’utopia, ma l’utopia è sfuggente. Quella di Marco è dichiaratamente irraggiungibile, l’utopia-orizzonte dell’uruguaiano Eduardo Galeano: se cammini due passi, l’utopia si allontana di due passi; se ne fai dieci, si allontana di dieci. Sicché a cosa serve? A “camminare” è la risposta illuminante, a progredire verso l’attuazione dei propri obiettivi, quello è l’importante.
Gli undici utopisti che si chiamano con i nomi di animali e parlano con le voci di animali vogliono scrivere la grande Costituzione della Giustizia, una Carta modernissima, senza precedenti al mondo, ispirata ai valori dell’anarco-comunismo (libertà personale, proprietà personale, uguaglianza economica, diritti naturali, economia del Dono, antipartitismo, Potere Madre, Potere Comunitario, libertà antipolitica, legge di attrazione, federalismo delle comunità...). E al concetto marxiano di repubblica: rovesciamento della società borghese, oggi società del capitalismo finanziario neoliberista. Il pugno di insorgenti vuole debellare l’ordine costituito in Italia
“dallo Stato che domina con le leggi dei ricchi e con la polizia dei poveri, la Chiesa che domina con i sensi di colpe e la carità, la Mafia che domina con la droga e con le infamità”.
Per adottare la Costituzione della Giustizia, pianificano di occupare Montecitorio mentre il neo eletto capo dello Stato italiano giurerà davanti alle Camere, riunite in seduta comune. Un’operazione proibitiva, servirebbero almeno altre cento persone, perché nel palazzo ci saranno ben oltre i 1009 grandi elettori (630 deputati, 321 senatori, 58 delegati delle Regioni). Nell’edificio lavorano mille impiegati, è presidiato da 400 agenti e carabinieri e raggiunto da 2mila visitatori (con picchi di 3mila).
Ma no, basteranno loro. Il progetto è di occupare esclusivamente l’aula della Camera e sequestrare solo i 1009, per trasformarla in Assemblea Costituente e approvare la Costituzione della Giustizia, la più moderna e bella nella storia delle società umane.
Prima regola operativa: non esercitare violenza se non per extrema ratio. Del resto, basterà spianare le armi (giocattolo), già introdotte nei magazzini del servizio di igiene e pulizia.
Si articoleranno su tre gruppi, per entrare e non dare nell’occhio: Vespa, Iena e Puma travestiti da addetti alle pulizie. Colibrì, Lupo, Vongola, da giornalisti. Delfino, Orso, Tucano, Grillo, Ragno, da anziani.
Il mondo vedrà undici sequestratori, con tuta nera e rossa. Sotto il cappuccio, maschere di Bud Spencer e Terence Hill a travisare i volti.
Comincerà una trattativa con i Servizi e le forze dello Stato, una lunga giornata (l’essenza del libro).
Marco ha tenuto a premettere che si tratta di un lavoro di finzione, basato su interviste, fatti, articoli e informazioni di pubblico dominio. Alcuni eventi, personaggi e dialoghi sono fittizi. Ogni somiglianza è puramente casuale. L’uso della punteggiatura nell’opera è frutto di una scelta stilistica dell’autore.
Non importa realizzare la Costituzione della Giustizia, quello che conta è battersi per farlo. Non c’è libertà, dove non si lotta per la libertà.
Amour... Utopia repubblicana
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