Il suo nome è piuttosto parlante e l’analogia, nell’elevato numero di figure retoriche che spesso spaventa gli studenti, sembra non fare poi così tanta paura. Ma cos’è esattamente? Spesso la sua definizione viene confusa con quelle di similitudine e metafora che, pur presentando alcune caratteristiche in comune all’analogia, se ne distanziano.
Come definire correttamente un’analogia? Scopriamolo insieme, aiutati da qualche esempio.
Analogia: definizione ed esempi
L’analogia è una figura retorica del significato che consiste nell’accostamento di due o più termini (immagini, situazioni...). Questo accostamento si presenta spesso come illuminante, dal momento che la connessione tra i due elementi accostati non è immediatamente evidente. Non si tratta insomma di giustapporre due immagini dal legame scontato, ma di creare un’associazione basata spesso su pensiero e sensazioni: il rapporto di somiglianza oggettivo conta ben poco.
A differenza di quanto accade con la similitudine, l’analogia abolisce il termine che introduce il paragone e sposta il rapporto tra i termini dal piano della semplice comparazione a quello dell’uguaglianza vera e propria.
In alcuni casi, inoltre, l’identificazione tra i due (o più termini) può essere portata agli estremi livelli e uno dei due termini dell’analogia può essere del tutto assente.
Facciamo qualche esempio:
“Le mani del pastore erano un vetro levigato”
L’isola, Ungaretti
“È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta
non so che felicità nuova.”
Il gelsomino notturno, Pascoli
“Tornano in alto ad ardere le favole”
Stelle, Ungaretti
“Si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi”
Meriggiare pallido e assorto, Montale
Gli esempi che abbiamo portato possono essere utili anche per riflettere sulla diffusione dell’analogia come figura retorica. Sebbene sia una tecnica espressiva particolarmente usata già nell’antichità, fondamentale nell’arte oratoria filosofica o politica, l’analogia ha infatti assunto maggiore rilevanza nella lirica moderna, specie nell’ermetismo e decadentismo.
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