“Lettera a Matilda” è il sottotitolo del volume “Ora dimmi di te” (Bompiani 2018, Illustrazioni di Agostino Iacurci, pp. 192, 14,00 euro) di Andrea Camilleri nel quale il Maestro siciliano, regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore, nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925, scrive una lunga lettera alla pronipote Matilda, dove rievoca con sincerità e ironia gli episodi salienti della propria esistenza.
Matilda mia, ho imparato pochissime cose e te le dico.
Lo sguardo di Andrea Camilleri, il più grande scrittore italiano, 26 milioni di copie vendute solo in Italia, traduzioni in 40 Paesi, ha avuto modo di osservare quasi tutto un secolo, il Novecento, e non ha paura di commentare, attraverso i suoi scritti, tutte le contraddizioni che stanno caratterizzando questo travagliato periodo storico. Ora gli occhi del padre del Commissario Montalbano non vedono più, ma paradossalmente tutto gli appare spaventosamente chiaro. Se è chiaro e limpido il presente, altrettanto lo è il passato vissuto a 360°. In queste pagine il bisnonno Camilleri, quasi 93 anni, lo racconta alla pronipote Matilda che di anni ne ha solo 4. Scaturisce in tal modo il racconto appassionante di una vita vissuta senza risparmio, una mano tesa tra il passato e il futuro.
Sono nato nel 1925 a Porto Empedocle, un piccolo paese nel Sud della Sicilia.
Che cosa rimarrà di noi nella memoria di chi ci ha voluto bene? Come verrà raccontata la nostra vita ai nipoti che verranno? Il Maestro sta scrivendo quando la pronipote Matilda s’intrufola a giocare sotto il tavolo, e lui pensa che non vuole che siano altri, quando lei sarà grande, a raccontarle di lui. Così nasce questa lunga lettera, che ripercorre una vita intera con l’intelligenza del cuore: illuminando i momenti in base al peso che hanno avuto nel rendere Camilleri l’uomo che tutti apprezzano e stimano.
Uno spettacolo teatrale alla presenza del gerarca Pavolini e una strage di mafia a Porto Empedocle, una straordinaria lezione di regia all’Accademia Silvio D’Amico e le parole di un vecchio attore dopo le prove, l’incontro con la moglie Rosetta e quello con Elvira Sellerio, editrice e carissima amica. Ogni episodio, come l’infanzia fascista e la decisione di diventare comunista sotto l’Italia di Mussolini:
mi sentivo come una sorta di traditore, soprattutto verso mio padre, che nel Ventennio continuava a credere, sia pur a modo suo
è per parlare di ciò che rende la vita degna di essere vissuta: le radici, l’amore, gli amici, la politica, la letteratura. Camilleri ha il coraggio di raccontare gli errori e le disillusioni, con la commozione di un bisnonno che può solo immaginare il futuro e consegnare alla nipote la lanterna preziosa del dubbio.
Matilda, mia cara, ti scrivo questa lunga lettera a pochi giorni dal mio novantaduesimo compleanno, mentre tu hai quasi quattro anni e ancora non sai cosa sia l’alfabeto. Spero che tu possa leggerlo nel pieno della tua giovinezza. Ti scrivo alla cieca, sia in senso letterale sia in senso figurato. In senso letterale perché negli ultimi anni la vista mi ha lentamente abbandonato. Ora non posso più né leggere né scrivere, posso solo dettare. In senso figurato, perché non riesco a immaginarmi quale sarà il mondo fra vent’anni, quello nel quale tu dovrai vivere.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Andrea Camilleri torna in libreria con una lettera alla pronipote Matilda
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Narrativa Italiana News Libri Andrea Camilleri Storie vere Bompiani Recensioni di libri 2018
Lascia il tuo commento