Andreuccio cade nelle latrine; Andreuccio aiuta a depredare la tomba del vescovo - Miniatore francese (1425-1450)
Fiammetta è la narratrice di Andreuccio da Perugia, la quinta novella della seconda giornata del Decameron di Boccaccio, dedicata ai racconti che si concludono felicemente.
La trama verte intorno alla figura del giovane Andreuccio che, dapprima ingenuo fino alla dabbenaggine, dopo un’esperienza a dir poco rocambolesca che lo porta più volte vicino alla morte, ha modo di fortificarsi e, soprattutto, di imparare a stare al mondo.
Il lettore ha così modo di seguire il protagonista attraverso un duro e complesso percorso evolutivo, fortemente influenzato dal Caso come spesso avviene in Boccaccio, che gli permette di acquisire una nuova consapevolezza della vita.
Sullo sfondo la descrizione di una società in fermento, nella quale emerge con prepotenza la classe sociale dei mercanti, di cui Andreuccio è incarnazione ed esempio.
Vediamo il riassunto della novella e qual è il suo significato più profondo.
Andreuccio da Perugia: riassunto e personaggi della novella di Boccaccio
Il giovane mercante di cavalli Andreuccio lascia per la prima volta Perugia, la città in cui è nato e vive, e si reca a Napoli con la speranza di concludere qualche buon affare.
Il ragazzo porta con sé 500 fiorini d’oro, una somma ingente di cui, incautamente, fa sfoggio mentre si trova tra la folla.
"Una giovane ciciliana bellissima, ma disposta per piccol pregio a compiacere a qualunque uomo"
ovvero una prostituta siciliana senza troppi scrupoli, lo nota e decide di derubarlo.
Dopo aver visto Andreuccio salutare calorosamente una signora anziana anch’essa siciliana, la donna avvicina quest’ultima, le chiede informazioni e decide di fingersi una figlia illegittima del padre del candido mercante, pertanto sua sorella. Come previsto, la preda abbocca all’amo e segue la prostituta nella sua abitazione, dove cena e trascorre la notte.
Spogliatosi degli abiti e della bisaccia in cui custodisce il denaro, Andreuccio va nella latrina ma vi scivola dentro, per fortuna senza farsi male.
L’incidente dà modo alla smaliziata padrona di casa di derubarlo, mentre le grida della vittima fanno accorrere il suo ruffiano, il quale intima al giovane di andarsene se vuole evitare guai peggiori.
Rifugiatosi in un casolare, Andreuccio fa la conoscenza di due ladri.
I criminali gli confidano di voler derubare il cadavere dell’Arcivescovo Filippo Minutolo, gran dignitario del regno napoletano, morto da poco e sepolto all’interno del duomo insieme ad un prezioso corredo funerario. Desideroso di recuperare quanto gli era stato portato via, Andreuccio accetta di aiutarli. Prima però, dato il puzzo che emana dopo la caduta nella fogna, lo convincono a calarsi nel pozzo situato vicino alla chiesa per lavarsi.
Il sopraggiungere di due guardie di giustizia mette però in fuga i ladri, che non esitano un istante ad abbandonare lì il malcapitato.
Quando gli avventori, assetati, tirano su la corda e si trovano davanti Andreuccio, fuggono terrorizzati.
Poco dopo, ritrovati i malviventi, finalmente è possibile mettere in atto il colpo.
Divelta la lastra di marmo che ricopre la tomba dell’arcivescovo, i delinquenti obbligano Andreuccio a calarsi al suo interno per prendere e consegnare loro gli oggetti che contiene.
Ma il ragazzo, dopo quanto gli è accaduto in precedenza, non è più lo sprovveduto di prima e stavolta fiuta l’imbroglio. Avendo capito che lo lasceranno lì una volta che saranno venuti in possesso di tutte le reliquie, tiene per sé un anello. Come previsto, i ladri lo chiudono nel sepolcro e fuggono.
Mentre Andreuccio si dispera per il proprio sciagurato destino, ecco che sopraggiungono altri due ladri, i quali scoperchiano la tomba.
Quando un prete prova a calarsi dentro, il mercante coglie l’occasione propizia e gli afferra una gamba, mettendo in fuga lui e i malfattori ovviamente terrorizzati. Ora Andreuccio è finalmente libero e può tornare a Perugia con il pregiatissimo anello.
Andreuccio da Perugia: analisi e significato dell’opera
Anche in Andreuccio da Perugia, come nelle altre novelle del Decameron, l’ironia è l’espediente letterario attraverso cui l’autore mette in luce i vizi e le virtù umane.
In tal modo l’intricata elaborazione della trama si alleggerisce e risulta più piacevole agli occhi di chi legge, senza che ciò ne sminuisca la profondità di significato.
Nulla in Boccaccio è realmente ameno come sembra, anzi, spesso sono proprio i passaggi apparentemente più divertenti a scanzonati a celare, o a svelare, come si preferisce, le tematiche più serie e rilevanti.
Alla base di Andreuccio da Perugia ritroviamo alcuni dei capisaldi dell’arte boccaccesca, come sempre volti ad indirizzare il pubblico verso una maggiore comprensione della natura umana e della società.
Qui possiamo individuare almeno quattro temi, che vale la pena trattare e approfondire a parte:
- Napoli,
- la nuova classe mercantile,
- la Fortuna,
- il simbolismo nel viaggio iniziatico del protagonista.
Napoli nel Trecento
In Andreuccio da Perugia la conoscenza diretta si unisce alle rinomate abilità descrittive di Boccaccio per offrirci una panoramica di impressionante precisione su come era Napoli del 1300 e di come essa doveva apparire agli occhi di un visitatore.
Nella città partenopea lo scrittore soggiornò dal 1327 al 1341.
Al suo arrivo aveva solo 14 anni, più o meno l’età del protagonista della novella e ciò fa supporre che in essa confluiscano tratti ed esperienze autobiografiche.
Certo è che Napoli non si limita a costituire lo sfondo anonimo e statico degli avvenimenti narrati, ma li accompagna, li segue e li condiziona come se fosse anch’essa un personaggio, e non secondario, della trama.
Per il lettore è facile oltre che affascinante immergersi nella sua realtà fatta di quartieri malfamati, vicoli malsani, piazze affollate e mercati brulicanti di gente di ogni risma, potendo in tal modo viverne i costumi, gli ambienti e le atmosfere che la caratterizzavano tanti secoli fa.
L’emergente e rampante classe mercantile del XIV secolo
Spesso nelle novelle del Decameron i personaggi, principali e secondari, rappresentano un’intera classe sociale o una categoria di persone.
Andreuccio rappresenta quella dei mercanti, che intorno alla metà del XIV secolo acquisiva potere e spazi sempre maggiori, affermandosi come la più competitiva ed arrembante in ambito comunitario.
Con penetrante acume lo scrittore ne descrive vizi e virtù, le riconosce e ne loda l’attivismo, la vitalità ed il coraggio che spesso diventa spregiudicatezza, ma al contempo ne sottolinea l’avidità e l’attitudine a mettere i propri interessi economici al di sopra di ogni altra cosa e valore.
L’evoluzione di Andreuccio, che da ingenuo e inesperto si fa astuto e impudente, ne incarna perfettamente lo spirito.
La Fortuna nella novella di Boccaccio
Tutta la novella è dominata dalla Fortuna, che muove le fila e tesse le trame delle avventure vissute dai personaggi che la animano.
Il protagonista in particolare, attraverso vicende governate in larga misura dal Caso, acquisisce esperienze che lo cambiano intimamente e per sempre, trasformandolo in un uomo nuovo.
Gli scampati pericoli, le beffe, i tradimenti e il ritrovarsi a un passo dalla morte, lo temprano e gli donano la capacità, finalmente, di affrontare l’esistenza con la forza d’animo necessaria.
Il simbolismo del viaggio come rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta
Quello che Andreuccio, fra molte peripezie, affronta, non è solo un viaggio fisico ma un percorso di formazione e maturazione che gli consente di acquisire una nuova cognizione della vita.
La novella è una sorta di cerchio che si chiude dove era iniziata, solo che alla fine nulla è più come prima.
Il ragazzotto bonario, pasticcione e imbranato che parte da Perugia, vi fa ritorno adulto, più responsabile e determinato, con accresciute aspettative per il futuro e una temerarietà e una spavalderia in passato sconosciute.
Siamo di fronte ad un rito di iniziazione e le cadute nel "chiassetto", nel pozzo e nel sepolcro altro non sono che una morte simbolica da cui Andreuccio rinasce a nuova vita.
Il fanciullo sprovveduto lascia il posto all’uomo consapevole e l’anello conquistato con fatica è il giusto premio per il cammino intrapreso e positivamente concluso.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Andreuccio da Perugia” di Boccaccio: riassunto, analisi e significato della novella
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