Andromeda di Michael Crichton

In un tranquillo paese di provincia nelle campagne americane, scoppia una misteriosa epidemia, che spazza via l’intera popolazione in poche ore. La causa del fenomeno sembra attribuibile ad un incidente avvenuto durante un progetto di ricerca scientifica, nato con lo scopo di far orbitare dei satelliti a bassa quota. Uno dei satelliti, contenente un virus sconosciuto sulla Terra, terribilmente letale e con decorso imprevedibile, cade catastroficamente vicino a quel paesino. La posta in gioco è altissima: esiste il rischio che scoppi una pandemia di proporzioni mondiali, da rendere giustificabile l’uso di qualsiasi mezzo, persino la bomba atomica, per essere sventata con tempestività. Ma l’utilizzo improprio di un’arma di massa scatenerebbe altre catastrofi, dato che la storia è ambientata ai tempi della Guerra Fredda.
Misteriosamente, all’interno del paesino sterminato ci sono due sopravvissuti, un neonato e un vecchio alcolista, e compito dell’equipe di scienziati, richiamati in segreto dalle autorità, sarà quello di verificare come abbiano resistito all’infezione e debellare il virus assassino.

Il romanzo, fra i primi del celebre scrittore americano, è decisamente avvincente. Il tema apocalittico, la posta in gioco alta, il fatto che tutti i suoi personaggi siano pronti e coscienti del fatto che dovranno venir sacrificati per evitare una catastrofe è già di per sé sufficiente a fare immaginare quanto sarebbero terribili le conseguenze del fallimento. Il tutto senza esagerazioni cinematografiche, senza enfasi ed esasperazione, lasciando poco spazio al contorno dei vissuti dei personaggi coinvolti, finalizzati al solo ruolo da ricoprire, che dovrà essere svolto in maniera impeccabile, per non esser costretti al martirio.
Il libro sembra un trattato ben scritto e scorrevole di immunologia, tanto da indurre addirittura il lettore a pensare che un episodio simile sia realmente accaduto, tale la dovizia di particolari. Il fatto che tutta la faccenda sia stata risolta in segreto contribuisce ancor di più a farla apparire come realistica e tratta da una storia vera e Crichton la presenta con una scrittura meticolosa, altamente tecnica seppur non noiosa.
Il suo stile è asciutto, essenziale, preciso e scientifico, senza iperboli stilistiche o divagazioni. I personaggi sono brevemente presentati nella loro storia personale e poi gettati nella trama, più che avvincente.