Anna Bolena: una questione di famiglia
- Autore: Hilary Mantel
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2013
“Si sente già l’autunno” a Wolf Hall, la splendida residenza di Sir John Seymour situata nella contea occidentale del Wiltshire. In questo tardo pomeriggio di settembre del 1535, Enrico VIII Re d’Inghilterra e d’Irlanda, secondo monarca della dinastia Tudor e Capo della Chiesa d’Inghilterra, prima di rientrare all’interno della residenza contempla il paesaggio circostante offuscato da una foschia azzurrina: i boschi verdi, i ruscelli in corsa e gli ontani sulla riva. Insieme al sovrano la sua fedele ombra, il Primo Ministro, Thomas Cromwell che ha la “la pelle di un giglio”. L’uomo politico ora ha quasi mezzo secolo di vita, la sua corporatura è sempre quella di un bracciante “tarchiata, forte e tendente al pingue”, ma i capelli si stanno ingrigendo.
Tutta l’Europa si domanda come abbia fatto il figlio di un birraio e fabbro ferraio di Putney, attaccabrighe e rissaiolo, a raggiungere la posizione prominente che ricopre. C’è chi dice che sia arrivato in cima grazie ai Bolena, la famiglia dell’attuale regina Anna, altri sostengono che Cromwell debba ringraziare il defunto Cardinale Wolsey, suo patrono. Fatto sta che l’ex mercenario, inserviente di cucina, mercante di lana e contabile al soldo degli opulenti mercanti fiorentini Frescobaldi è il classico homo novus al servizio del Re per il quale non si risparmia mai. Cromwell conosce i propri meriti e sa quanto vale. C’è del metodo nella sua professione e il Primo Ministro riesce sempre a fare a modo suo ammaliando, corrompendo, blandendo o minacciando. È un momento cruciale per la Corona Inglese nonostante il paese goda cinquant’anni di pace. Enrico di notte rimane sveglio roso da molti pensieri: Anna Bolena non riesce a dargli un erede maschio dopo la nascita di Elisabetta, l’Imperatore Carlo V lo detesta perché Enrico ha ripudiato sua zia Caterina d’Aragona (ora Principessa vedova del Galles) per sposare una donna che la gente per strada definisce prostituta. Inoltre sul Re pende una bolla di scomunica redatta ma non ancora promulgata in seguito allo scisma religioso che ha portato alla nascita della Chiesa Anglicana che ha consentito al sovrano di sposare la volitiva Anna “è sempre un piacere vederla lambiccarsi il cervello”. Ciò ha fatto di lui un reietto tra i cristiani sovrani d’Europa e per questo motivo l’ambasciatore di Carlo V Eustache Chapuys esorta il suo Imperatore a invadere l’Inghilterra per conquistare questa terra sacrilega in cui il Re ha divorziato e si è nominato Dio con un atto del Parlamento. Ma Enrico, mentre i suoi sudditi muoiono di fame, si è già invaghito di Jane Seymour, dama di compagnia di Anna, una giovane bruttina di un pallore argenteo.
“Non sono un uomo come gli altri? Non lo sono, forse? No?”.
Le sfuriate di Anna, donna elegante e ricercata, sono leggendarie ma l’astuto Cromwell sa che la storia recente ha dimostrato che le regine vanno e vengono. E così infatti sarà. “La fortuna è incostante, volubile e mutevole”.
Il volume “Anna Bolena: una questione di famiglia” fa parte della trilogia (la Mandel sta lavorando al terzo volume The Mirror and the Light) dedicata ai Tudor che narra tutto quello che i libri di storia hanno tralasciato di raccontare: il potere dietro il trono rappresentato dalla figura di Thomas Cromwell, relegato in secondo piano dai testi scolastici, ma riportato in vita dalla più grande scrittrice contemporanea di lingua inglese.
“Mi piacciono le persone che sono ambiziose e pronte a giocarsi tutto per una posta importante come Cromwell e Anna”
Hilary Mantel è l’unica donna a potersi fregiare di due Man Booker Prize 2009 – 2012 (importante premio anglosassone) e un Costa Book Award 2012. Attraverso una ricostruzione storica molto accurata l’autrice fa sfilare davanti agli occhi del lettore i tanti vizi e le poche virtù dei personaggi, la loro psicologia e le loro menti raffinate, ambiziose e intraprendenti. Tutto era iniziato con Wolf Hall (Fazi, 2011) ritratto della nascita della saga dei Tudor con al centro sempre lui, Cromwell - “impiegherò il mio potere per costruire non per demolire” (testimonianza di ciò è il dipinto del 1533 di Hans Holbein il Giovane)- che vediamo all’inizio del libro pestato orrendamente a sangue dal proprio padre. L’infanzia da canaglia di Thomas sarà riscattata dal suo machiavellico disegno politico che culminerà con la decapitazione di Tommaso Moro, colpevole di non aver voluto giurare a sostegno della supremazia di Enrico nella Chiesa perché tale giuramento sarebbe equivalso a “un atto di fedeltà”. Sono le pagine conclusive di Wolf Hall, tomo poderoso composto da più di 700 pagine che si legge tutto di un fiato. “Al nauseabondo rumore della mannaia sulla carne scocca un’occhiata in alto”.
Nella postfazione di “Anna Bolena: una questione di famiglia” (titolo originale del volume: “Bring up the Bodies”) Roberto Bertinetti tra le altre cose precisa che l’autrice che ha imparato a scrivere leggendo Shakespeare:
“sintetizza un complesso dibattito intellettuale, comune all’intera Europa del Cinquecento, sui meccanismi e le dinamiche del potere laico o religioso: i re devono sottomettersi al volere del Papa (e quindi di Dio) oppure governano sulla base delle leggi emanate dal Parlamento?”.
Anche noi, come ha scritto Alessandro Baricco al termine di un suo articolo, ringraziamo l’autrice per le sue storie dove dominano i cattivi. “Thank you, Madam”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Anna Bolena: una questione di famiglia
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