Annifé di Marco Gagliardi

Marco Gagliardi, avvocato civilista torinese, dirigente nazionale e presidente regionale della associazione Movimento Consumatori. Ha pubblicato tre romanzi: La luna diventa di miele, Due scintille, Due gocce. Ora torna in libreria con un libro intitolato Annifè, edito da Golem edizioni.
Che cosa è “Annifé”? Non può che essere un acronimo, e corrisponde al nome di una città segreta per tre amici che vivono a Torino nel 1986:

“Facciamo di Annifé la nostra città segreta. Per entrare decidemmo una parola d’ordine che conoscevamo solo noi tre, composta dalle seconde sillabe dei nostri tre nomi, “nacodè”. Così ogni tanto, quando ci vedevamo, invece del solito “ciao” dicevamo “Nacodè” e ci mettevamo a ridere. Quelli che ci sentivano, genitori, maestri o compagni di classe, ci guardavano perplessi. E noi ci mettevamo a ridere. Una volta che nell’intervallo eravamo di nuovo tutti e tre sulla base, Nico aveva la faccia triste.”

E la città nascosta com’è?

“I nostri compagni avevano disegnato la fabbrica e i grandi palazzi grigi. Nei nostri disegni c’erano gatti e altri animali, fiori, il sole grande e giallo, tutto era colorato; c’eravamo noi tre, abbracciati.”

Ma chi sono i tre di cui si parla? Sono tre amici: Annina, Fede e Nico. Sono compagni di scuola elementare che frequentano una scuola nella collina torinese, il Collegio delle Carmelitane Scalze. Ognuno di loro è particolare nel suo vissuto e nelle sue caratteristiche intrinseche.
Fede è il figlio di Giovanni, un avvocato che però non riesce ad affermare nella sua professione, e lavora dietro un tendone che separa casa da studio. Fede è un bambino ricco di fantasia e di inventiva, sogna di essere come il Barone rosso, e di volare lontano. Ma ha una terribile paura di volare. E allora? Riuscirà mai a confessare il suo sogno e superare le sue paure?
Annina e Nico, invece, vivevano all’interno del collegio, e:

“Nicola Lo Casto, capelli neri come il petrolio e sfrangiati male, occhi tra il verde e il marroncino a seconda delle giornate, lentiggini e un incisivo con un angolo spezzato. Annina, più piccolina, capelli neri e occhi azzurri, lo sguardo di una bambina che però sembrava più grande.”

Con loro un simpatico ed estroso bidello di nome Mirco:

Si somigliavano. Capelli neri come china per entrambi. Quelli di Mirco erano tirati indietro sui lati con il gel e più disordinati sopra la fronte. Come “John Travolta”.

Lui e la maestra Sophie si affezionano ai bambini e li portano con sé a fare gite, giri in macchina, divertendosi un mondo. Ma il male è in agguato e uno di loro sparirà nel nulla. Che fine ha fatto? E perché scompare? Alla lettura il responso.

Un libro che parla al cuore, che parla di amicizie, che nascono sui banchi di scuola, e non finiscono mai, anche se ci si allontana e non ci si frequenta più come prima. Un romanzo che parla di ingiustizie, di come fare a colmare e far sì che nessuno debba mai patire, e sia libero sempre di amare e di essere amato.
Il romanzo ha una trama perfettamente congegnata, i personaggi sono descritti con minuzia e vividezza; il linguaggio è scorrevole e preciso. Racconta di un mondo passato, con le sue leggi e i suoi regolamenti, destinati a mutare; ma non solo è il ritratto vivido di un’epoca, gli anni Ottanta, che tanta presa hanno avuto nelle vite di chi li ha vissuto. Si crea, così, un ritratto vivido di:

“Un mondo che si stava sgretolando. Anzi, era già andato giù, in mille pezzi.”

Ma l’amicizia è un cemento duro da sconfiggere, e allora, forse, alcuni di loro riusciranno a trovare la verità, superando impicci e congiure?
Una lettura adatta a chi ama le belle storie, che affondano le radici in anni passati, diversi ma ancora presenti. Una menzione di qualità al connubio presente tra verità vecchie e nuove, tra passato e presente. Una continuità resa con afflato e ricca di mistero e di spessore.