Anomalie di Mauro Covacich

Anomalie è una raccolta di racconti dello scrittore triestino Mauro Covacich, pubblicata per la prima volta da Mondadori nel 1998. Il libro si compone di undici storie sostanzialmente diverse per ambientazione e tematiche, ma alla fine si intravede chiara e nitida una linea di fondo che accomuna tutte queste storie.
Le Anomalie sono le improvvise, rabbiose ed esasperate devianze dell’individuo dalla normalità e questi apici di follia, questi traumatici distacchi dalla realtà, questi scarti della razionalità nell’insensatezza, sono descritti in contesti distanti l’uno dall’altro, apparentemente inconciliabili e privi di elementi comuni.

“Un inizio”, “Un altro inizio” e “Una fine (Unplugged)” (quest’ultimo scritto interamente in forma di dialogo) sono ambientati in una città, della quale non si conosce il nome, devastata dagli orrori della guerra dei Balcani. Figura cardine di questa implicita trilogia è il cecchino che tiene in scacco un attraversamento stradale; è lui, dominato da un delirio di onnipotenza, che sceglie a chi sparare e chi salvare in base al caso e una volta arrestato, al processo non mostrerà alcun pentimento.
Gli altri racconti descrivono una modernità più vicina alla nostra ed è una modernità sopraffatta dai propri paradossi, apatica e incapace di sottrarsi alla monotonia del quotidiano, fino a quando un evento particolare non mette in luce un accesso di violenza o di morbosità che si scontra con l’apparente tranquillità e rispettabilità della vita sociale e civile.
Il racconto più riuscito, si potrebbe dire “sinistramente profetico”, è anche quello a cui l’autore è rimasto maggiormente legato: “Senza piombo”. La storia comincia con quattro ragazzi benestanti che escono per una serata tra amici, la quale scorre tranquilla tra battute superficiali, invidie materialistiche e sfoggi di superiorità, per evolversi inaspettatamente in un’aggressione isterica a un mendicante presso una stazione di rifornimento.

Anomalie è un libro che vuole spiazzare il lettore e farlo riflettere. Mauro Covacich non mostra la minima indulgenza per un presente sempre più votato a una violenza illogica e all’autodistruzione e riesce a far emergere in maniera netta e disarmante le crepe dell’animo umano con una capacità di analisi e una finezza psicologica degne dei migliori scrittori.