Antisemitismo nella Vienna ’fin de siecle’. La figura del Sindaco Karl Lueger
- Autore: Cinzia Leone
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Giuntina
- Anno di pubblicazione: 2010
Tra le novità di inizio 2010 pubblicate dalla Casa Editrice Giuntina, questo saggio di Cinzia Leone, genovese studiosa free lance di germanistica e di storia degli Ebrei in ambito tedesco e austriaco, si impone per la rilevanza del tema e la profondità con cui esso è trattato. L’Autrice ci presenta la figura di Karl Lüger, Borgomastro di Vienna dal 1897 al 1910, anno della morte. Alla base dello straordinario successo di questo personaggio fu l’aperto antisemitismo: rozzo, volgare, dichiarato ai quattro venti, ma utilizzato in modo abile, tanto da attirare l’attenzione e il favore pure di tante persone in apparenza lontane da lui. Egli seppe utilizzare con intelligenza tecniche manipolatorie della pubblica opinione che avranno molto da insegnare al giovanissimo Adolf Hitler, suo strenuo ammiratore, vissuto, com’è noto, nella capitale austriaca dal 1907 al 1913, squattrinato aspirante pittore, in apparenza, attento osservatore della realtà circostante, nella sostanza. Esponente del Partito cristiano-sociale, Lüger si presentò come il campione della riscossa cattolica contro l’ormai stanco liberalismo laico e, per un quindicennio, fu il personaggio più carismatico dell’Impero. Insieme ad un’acuta analisi psicologica del personaggio, con accenni significativi alla famiglia e alla storia personale, l’A. compie una disamina approfondita della sua figura, inserita nel contesto europeo ed austriaco di fine Ottocento, caratterizzato da rilevanti fattori, tra i quali l’arrivo di grandi masse di Ebrei in fuga dalle persecuzioni in atto nell’Est Europa, assai diversi, quanto ad abitudini e stili di vita, dai loro correligionari, viventi da secoli nei Paesi di lingua tedesca, che avevano ottenuto l’Emancipazione nel 1867. Il “bel Karl" fu uomo cinico ed ambiziosissimo, il cui antisemitismo, pur reale, era tuttavia strumentale alle brame politiche. La sua frase: “Decido io chi è Ebreo!” la dice lunga in proposito. Tale sentimento, pur non volto, in sé, ad un programma di eliminazione fisica, peraltro contribuì ad alimentare l’odio profondo contro gli Ebrei, sempre in agguato, anche ai tempi dell’Impero, fino, poco tempo dopo, alle tragicamente note, estreme conseguenze. Sapeva cogliere i segreti umori sia della borghesia minuta, che mal sopportava i ricchi borghesi dominatori della finanza (identificati subito con gli Ebrei), sia del cattolicesimo conservatore, in ansia per la presenza di una minoranza ebraica cosmopolita, liberale, che eccelleva in ogni ambito della società. Nella parte centrale dell’opera, in grado di dar conto della grande varietà di contesti e percorsi, facendo ricorso a fonti interessanti ed inedite sul piano sociale e demografico, Leone ci ricorda come la storia di Vienna sia intrecciata con quella dei suoi Ebrei, i quali, pur costituendo all’inizio del ‘900 solo il 10% della popolazione, si erano messi in luce in tutti i campi, contribuendo a rendere grande l’Impero austro-ungarico. Il Kaiser Francesco Giuseppe si rifiutò di ratificare la nomina di Lüger a primo cittadino, proprio a causa del forte antisemitismo, suscettibile di ferire l’equilibrio multinazionale sul quale si fondava l’impero asburgico. Per ben tre volte il governo sciolse il Consiglio Comunale di Vienna, e per ben tre volte egli venne rieletto a grande maggioranza. Alla fine l’abile politico la spuntò, anche perché, se i vescovi lo osteggiavano, il basso clero lo adorava; e il Pontefice Leone XIII, forse troppo lontano, lo benedisse.
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