Antropologia e letteratura
- Autore: Antonino Buttitta
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2018
A indicare che non vi è alcuna cesura tra Antropologia e Letteratura ci sono fulgidi esempi: stimoli alla formazione culturale, sociale e civile come “Fontamara” di Ignazio Silone, “Gente in Aspromonte” di Corrado Alvaro e molte opere di Carlo Levi. L’orizzonte della letteratura è lo stesso in cui si è sempre mossa l’Antropologia: è questa la tesi principale di “Antropologia e letteratura”, il saggio di Antonino Buttitta ed Emanuele Buttitta.
Sono qui raccolti testi brevi di Antonino Buttitta che esprimono questo messaggio e mostrano la trama comune tra la forma espressiva letteraria e la scienza antropologica.
Vengono approfonditi con attenzione alcuni passaggi di testi letterari, facendo emergere le analogie che marcano il rapporto di complementarietà. L’antropologia si occupa delle pratiche comuni agli esseri umani mentre la letteratura si esprime in irripetibili racconti dove il tema della verità non è l’oggetto della scrittura narrativa; essa si confronta con la verità e, in qualche modo, la commuta in un altro codice espressivo.
La scrittura narrativa ha la capacità di convertire in racconto il mondo sociale, producendo in tal modo una modalità diversa di comunicazione verso il lettore. Nel processo di immedesimazione, poi, il lettore diviene anch’esso, al contempo, soggetto e oggetto di analisi antropologica.
Al testo letterario non può essere attribuita una sua veridicità; racconta, invece, sempre e può essere considerato come un’esperienza che viene trasmessa e può essere rivissuta in una maniera più intensa.
Nei saggi di Antonino Buttitta si ritrovano molteplici autori italiani, da Tomasi di Lampedusa a Verga, ma anche riferimenti alla mitologia nordica e alla letteratura spagnola di Pedro Calderón de La Barca. La cornice che accomuna questi testi è il fatto che non si misurano solamente con l’antropologia specifica di un’epoca.
Quando si considera il Novecento si riscontra che l’elaborazione della forma narrativa in Occidente ha come suoi elementi fondanti il rito e il mito, l’amore e l’odio, il bene e il male, la vita e la morte, per come sono stati coniugati e come sono stati raccontati.
Si esplorano i confini di questo mondo occidentale fino a Gilgamesh o alle nuove terre d’America. Un Occidente arricchito d’Oriente, tema che torna frequente nelle riflessioni di Antonino ed Emanuele Buttitta. Ma vi anche è Socrate, Aristotele, Sant’Agostino sino ad arrivare a Ferdinand de Saussure e Levi Strauss, in uno scenario complessivo mitico e insieme letterario, dove Jorge Louis Borges è citato ripetutamente.
La letteratura consente di comprendere meglio quella che Nino Buttitta chiamava la naturale socialità dell’uomo. In “Antropologia e letteratura” troviamo una consonanza tra i testi, brevi seppur significativi, di Antonino Buttitta e le pagine di Emanuele Buttitta che hanno un respiro più ampio e spaziano in diversi ambiti dell’universo letterario. Si tratta di analogie che confermano ulteriormente quella teoria che vuole le due discipline qui considerate legate, complementari e confluenti.
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