Apologia di Raymond Sebond
- Autore: Michel de Montaigne
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2022
Michel de Montaigne è stato un pensatore, scrittore e politico francese, vissuto nel sedicesimo secolo. Tra i filosofi più celebri del tempo, la sua produzione è caratterizzata dalla fusione di scritti altrui, di profonde conoscenze e di riflessioni intellettuali.
In Apologia di Raymond Sebond (Fazi, 2022, trad. di Federico Ferraguto), con la motivazione di difendere il trattato di un teologo catalano, Sebond, vissuto circa un secolo prima di Montaigne, l’autore si pone in netto contrasto con i filosofi che vogliono dare spiegazioni razionali sull’universo e sostiene l’idea di un cristianesimo basato maggiormente sulla fede piuttosto che sulla ragione.
La scrittura dei saggi è frutto di un cambiamento di vita dell’autore: nel 1568 Montaigne riceve una cospicua eredità che gli permette nel giro di pochi anni di rinunciare alla carica di sindaco a Bordeaux e di intraprendere un ritiro interiore. Frutto dei suoi pensieri sono alcuni saggi tra cui, appunto, l’Apologia di Raymond Sebond, poi riveduta e ampliata.
Il testo tratta della presunzione dell’uomo di sapere in generale, vista nella prospettiva dell’incertezza del nostro sapere attraverso i sensi, dell’ingiustificata subordinazione della razionalità delle bestie a quella umana .
Una buona parte del saggio è dedicata a queste tematiche . Montaigne critica lo stereotipo dell’animale descritto dalla tradizione filosofica senza intelletto e senza passioni. Vi si possono leggere i più svariati esempi:
“Negli animali sono visibili tutte le nostre facoltà. Non esiste governo più fermo, ordinato, distribuito e differenziato in incarichi e mansioni di quello delle api. Sarebbe impensabile che una tale complessità ordinata fosse irrazionale e casuale.
Allo stesso modo, non è casuale né cieco o stupido il modo in cui le rondini, quando torna la primavera frugano tutti gli angoli delle nostre case per trovare, tra mille, il posto che è loro più comodo per alloggiarvi. Fanno il loro nido a Oriente e dimostrano di sapersi riparare dal vento piovoso.
Perché il ragno fa la sua tela più fitta in un punto e più larga nell’altro? E nel tesserla usa nodi di specie diverse. Deve dunque avere una facoltà di scegliere, di pensare, di trarre conclusioni…”
Montaigne ribadisce quanto detto da Sebond riguardo agli esseri umani
“Piangiamo come fanno tutti gli altri animali. E praticamente tutti si lamentano e gemono a lungo subito dopo essere venuti al mondo. Si tratta di un comportamento del tutto conforme alla debolezza che ci caratterizza in quel momento. Come tutti gli altri animali, anche noi mangiamo naturalmente senza dover imparare a farlo..”
La natura non è matrigna: essa viene in aiuto a tutte le creature. L’uomo non è né al di sopra, né al di sotto degli altri esseri nell’Universo. L’uomo purtroppo giudica le cose in modi diversi, cambia idea, è infedele e spesso ingrato. Molti sono gli esempi tratti dalla letteratura classica che Montaigne usa a dimostrazione di quanto asserito da Sebond.
“Fintanto che penserà di avere qualche potere e qualche forza in sé, l’uomo non riconoscerà mai il debito che ha nei confronti del suo padrone…Le nostre forze sono così lontane dalla sommità divina, che tra le opere del nostro Creatore, quelle che più chiaramente portano impresso il suo segno e sono più sue, noi le comprendiamo meno. … - Si conosce meglio Dio non conoscendolo – dice sant’Agostino. Noi parliamo, sì, di verità e giustizia. Tutte parole che significano qualcosa di grande. Ma non vediamo nulla di tutto questo, né riusciamo minimamente a concepirlo. Diciamo che Dio teme, si adira, ama esprimendo cose immortali in termini mortali, ma tutte queste emozioni e turbamenti non si trovano in Dio nella forma in cui si trovano in noi, né noi possiamo immaginare come siano secondo quella che gli è propria”
L’uomo vuol sapere, è orgoglioso
“Dall’orgoglio nascono tutti i peccati. La prima tentazione che il demonio offrì alla natura umana, il primo veleno si insinuò perché ci promise la scienza e la conoscenza. La peste dell’uomo è la presunzione di sapere"
Ma è proprio attraverso la consapevolezza della fragilità, degli errori che compie l’essere umano che nasce lo spirito critico. La critica di Montaigne al genere umano non sfocia in nichilismo. L’autore riconosce la possibilità di una progettualità umana che si legge nella sua idea che il sapere non sia puramente scienza
“Ai miei tempi ci sarebbero stati artigiani e contadini cento volte più saggi e felici di molti rettori universitari. Preferirei assomigliare più a loro che a questi”
Montaigne vede nell’uomo la presunzione di possedere la verità in forma assoluta. Tale presunzione è frutto di un’immaginazione tutta umana e a va tenuta a freno per evitare possibili ostacoli al benessere dell’uomo.
“L’uomo è la più funesta e fragile di tutte le creature ma con l’immaginazione si pone al di sopra del cerchio della luna e si mette il cielo sotto i piedi”
La vanità può essere comunque l’unico mezzo a disposizione dell’uomo per resistere al senso di frammentazione e alla perdita dei valori e perciò è
“l’unico dono che la natura ci ha fatto per consolarci del nostro stato miserabile e meschino”
Montaigne, come scriverà poi Kant nella sua Critica della ragion pura non dà alla presunzione umana un valore totalmente negativo poiché essa permette ad ognuno di osservarsi e di integrare in noi ciò che ci è distante. In noi non c’è nulla di certo. L’inaffidabilità delle sensazioni rende la nostra comprensione del mondo mutevole e dubbia. L’autore “paragona la vita a un sogno”.
“dato che la nostra ragione e la nostra anima accolgono le fantasie e le opinioni che vi nascono in sonno e danno peso alle azioni dei nostri sogni, possiamo sempre chiederci se il nostro pensare e il nostro agire non siano che un sognare e la nostra veglia una specie di sonno”
Ragionamenti, idee e discorsi hanno una valenza priva però di armonia e luce, se non vi si accompagnano la fede e la grazia di Dio. La fede in Dio viene in aiuto alla ragione imbrigliata nei sensi e restituisce all’uomo il vero aspetto delle cose; la luce divina permette così di riconoscere e discernere ciò che è vero da ciò che è illusorio, ciò che è reale e ciò che è frutto di un sogno.
“È solo con la fede che possiamo abbracciare stretti e sicuri gli alti misteri della nostra religione. Ma non si può non dire che mettere al servizio della nostra fede anche gli strumenti naturali e umani che Dio ci ha dato non sia una cosa bellissima e lodevolissima”
L’Apologia di Raymond Sebond è l’ultimo volume dei Saggi di Montaigne.
Con stile chiaro e brillante e con i numerosi riferimenti alla tradizione classica, l’autore conduce il lettore a esplorare i limiti delle capacità umane, con lo scopo di far riflettere per dare nuovo significato alla vita.
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