Apologo del giudice bandito
- Autore: Sergio Atzeni
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
Nella letteratura sarda emergono autori come la Deledda, donna del secolo scorso che dei sardi seppe raccontare l’identità antropologica, Giuseppe Dessi che della verità storica volle farsi guida nella narrazione e Sergio Atzeni che a episodi storici fa riferimento come delle fole di un’epoca superstiziosa con lo scopo di imbastire meglio la sua satira contro l’élite della Cagliari dell’epoca.
Atzeni nelle sue opere, quasi risponde alle fole degli “altri”, l’abitudine, cioè, di descrivere la Sardegna come un luogo esotico e bizzarro e l’altrettanta cattiva abitudine dei sardi di accogliere tali bizzarrie senza opporre resistenza.
È un narratore che ha cambiato il modo di raccontare la Sardegna, che ha immerso i lettori in atmosfere fiabesche con spigolature allegoriche e punte di comicità.
Una Sardegna che ha sempre avuto di sé l’idea che nei territori barbaricini una cultura autoctona si fosse radicata a custodia di una identità originaria e l’altra costiera, contaminata da influssi esterni e coloniali.
I due modelli agiscono in diversi romanzi di Atzeni. Il primo romanzo Apologo del Giudice bandito (Sellerio, 1990) che assume la data 1492 come la conclusione di un feudalesimo che aveva visto un popolo libero con i suoi giudicati a differenza dell’ultimo pubblicato postumo Passavamo sulla terra leggeri che narra di tempi lunghi e di epoche nuragiche quasi a voler sottolineare la convinzione che con la caduta dei giudicati finisca la libertà di un intero popolo.
In Apologo del giudice bandito l’autore ci immerge nell’atmosfera del 1492, quando l’Inquisizione decide di processare le locuste che stanno per massacrare la Sardegna. Una narrazione corale che ci immerge in un apologo sulla fine della modernità.
Atzeni mediovaleggia spesso e in vario modo, persino quando decide di raccontare una storia modernissima come è quella del Quinto passo è l’addio. Il protagonista Ruggero porta il nome della dinastia dei giudici cagliaritani e osserva i monumenti che portano i segni nobili di quel passato libero e quelli ignobili della storia post giudicale.
Di lui, di fede comunista, ricordiamo la sua profonda crisi religiosa che si intravede attraverso simbologie nascoste nelle sue opere specie in Bellas Mariposas e Passavamo sulla Terra leggeri oltre che nel suo patrimonio valoriale.
I suoi romanzi sono tutti ambientati in Sardegna sin dalle epoche più remote, passando per le lotte sociali dei minatori durante il Fascismo, sino ai giorni nostri.
I protagonisti delle storie di Atzeni appartengono alle più svariate classi sociali ma in modo particolare umili, sconfitti, e marginali. Originale il suo linguaggio nei racconti e ancora di più, in alcuni romanzi, (Il figlio di Bakunìn) - un mix di sardo, italiano e cagliaritano - che ha fatto scuola tra gli scrittori sardi dell’ultima generazione.
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