Arcimboldo. Catalogo
- Autore: Sylvia Ferino-Pagden
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Skira
- Anno di pubblicazione: 2017
Il catalogo “Arcimboldo” (Skira, pp. 176, 264 a colori, euro 33,00) accompagna la mostra Arcimboldo (20 ottobre 2017 - 11 febbraio 2018) alle Gallerie di Arte Nazionali di Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma.
Giuseppe Arcimboldo o Arcimboldi, com’è nominato in diversi documenti d’archivio (Milano, 5 aprile 1526 - 11 luglio 1593), formatosi alla bottega del padre, nell’ambito dei seguaci di Leonardo da Vinci, pittore, ma anche poeta e filosofo, è celebre soprattutto per le famose “teste composte” di frutti e fiori. Riscoperto negli anni Trenta del Novecento, l’artista fu considerato il più importante antesignano del Dadaismo e del Surrealismo.
Grazie alle sue “bizzarrie” e alle sue “pitture ridicole”, è stato uno dei protagonisti della cultura manierista internazionale, esponente di una corrente artistica, scientifica, filosofica e umanistica lontana da quella classicheggiante della Roma dell’epoca. Apprezzato dalle corti asburgiche di Vienna e Praga, al servizio di Ferdinando I, Massimiliano II e Rodolfo II, Arcimboldo guadagnò persino il titolo nobiliare, rarissimo per gli artisti, di Conte Palatino.
Pubblicata in occasione della prima esposizione romana a lui mai dedicata, la monografia “Arcimboldo” riunisce i capolavori più noti del pittore, i ritratti, i suoi preziosissimi disegni acquarellati di giostre e fontane, in dialogo con i dipinti e le copie arcimboldesche. Inoltre sono esposti una serie di oggetti delle famose Wunderkammer imperiali, delle botteghe numismatiche e di arti applicate milanesi e non solo, fino a disegni di erbari, frutta, animali, di cui all’epoca si faceva gran studio al fine di incrementare serre, serragli e giardini ma anche e soprattutto conoscenza scientifica.
Attraverso i contributi di Sylvia Ferino-Pagden, di Giuseppe Olmi e Lucia Tongiorni Tomasi, Shinsuke Watanabe, Giacomo Berra, Andreas Beyer e il catalogo delle opere, il volume suddiviso in sei sezioni, consente di riscoprire le corti dell’Europa centrale della seconda metà del XVI Secolo e di immergersi in una cultura che metteva al centro la curiosità, la combinazione di osservazione minuziosa e scientifica con il gioco, la meraviglia e l’ironia.
Nella mostra, organizzata dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica e da Mondo Mostre Skira, è a cura di Sylvia Ferino-Pagden, una delle maggiori studiose di Arcimboldo e già Direttore della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum di Vienna, e con la direzione scientifica delle Gallerie, è possibile ammirare una ventina di capolavori autografi, disegni e dipinti provenienti da Basilea, Denver, Houston, Monaco di Baviera, Stoccolma, Vienna, Como, Cremona, Firenze, Genova, Milano. Un’occasione eccezionale, anche per la difficoltà di ottenere i prestiti delle sue opere, che spiega la rarità delle esposizioni dedicate a questo artista straordinario.
La mostra articolata in sei sezioni (L’ambiente milanese; A corte tra Vienna e Praga; Studi naturalistici e Wunderkammer; Nature morte e teste reversibili; Il bel composto e Pitture ridicole), si apre con una sala introduttiva che mostra il celebre Autoritratto cartaceo, dove Arcimboldo si presenta come scienziato, filosofo e inventore nell’ambiente dei letterati e degli umanisti milanesi (Giovanni Paolo Lomazzo, Paolo Morigia, Gregorio Comanini), che furono promotori e diffusori della fama dell’artista. Su una parete della prima sala del percorso museale appare una frase molto significativa di Antoine Lafréry, incisore e cartografo francese:
“Quanto la gran città di Milano sia bella, grande, forte e populata e d’ogni sorte di arti piena, ciascuno che l’abbia vista o praticata, o che leggerà chi di essa ne ha scritto, facilmente lo può sapere”.
È la Milano dove nasce e si forma Arcimboldo il quale dal 1550 lavorò ai cartoni preparatori delle storie di Santa Caterina di Alessandria, realizzate nel 1556 da un mastro vetraio tedesco, Corrado Mochis di Colonia. Presenti in mostra due pannelli di vetrata provenienti dal Duomo di Milano: Santa Caterina viene condotta in carcere (ante 1556) e Santa Caterina viene decapitata (ante 1556). Nel 1562 Giuseppe Arcimboldo parte alla volta di Vienna, invitato a corte dal principe (e futuro imperatore) Massimiliano II d’Asburgo, del quale si può notare in mostra il ritratto attribuito a Nicolas Neufchantel.
“Il grido della sua fama volò ne l’Alemagna, nella corte imperiale” (Paolo Morigia)
Arcimboldo ritrae L’arciduchessa Anna, figlia dell’imperatore Massimiliano II (1563 circa). Presente anche il Ritratto a mezzo busto di una figlia di Ferdinando I (arciduchessa Elena o Barbara?) (1563 circa).
Ma le opere più celebri di questo innovativo genio dell’arte sono le otto tavole raffiguranti, in forma di ritratto allegorico, le quattro stagioni e i quattro elementi della cosmologia aristotelica (Aria, Fuoco, Terra, Acqua). Otto allegorie, otto dipinti che il visitatore si diverte a osservare scoprendo pian piano tutti i singoli componenti che Arcimboldo ha assemblato per comporre un viso. Basta uno per tutti: L’Autunno (1572) Olio su tela, da Denver, Denver Art Museum, lascito di John Hardy Jones. Qui la tavolozza del pittore si è riempita di tutte quelle tonalità cromatiche che vanno dal marrone al verde che richiamano il sottobosco autunnale. Una piccola botte compone il corpo della figura, il viso dell’uomo è fatto da frutta di stagione, i capelli sono appannaggio dell’uva. Non manca una zucca che spunta tra gli acini che celebrano la stagione intermedia tra il sole estivo e il gelo invernale.
Un capitolo a parte nella terza sezione è riservato agli Studi naturalistici e Wunderkammer, di cui i sovrani asburgici si fecero promotori, alla ricerca di pezzi da collezione per impreziosire le loro Wunderkammern: molti oggetti, considerati “meraviglie della natura”, come zanne, coralli, oggetti curiosi, e alcuni dipinti raffiguranti gli “irsuti” (uomini ipertricotici che venivano portati da corte in corte come divertissement e intrattenimento). Notevole il Ritratto di Antonietta Gonzales (1595) di Lavinia Fontana.
Nella sezione che conclude l’esposizione, si comprende come Arcimboldo fu un maestro del gioco e dell’ironia, proseguendo la tradizione leonardesca e lombarda della caricatura, come nelle personificazioni dei mestieri. In mostra capolavori come Il Giurista e Il Bibliotecario (1566). È il mondo delle meraviglie bizzarre di Giuseppe Arcimboldo
“...pittore raro, e in molte altre virtù studioso, e eccellente”
i cui favolosi dipinti, come personificazioni delle stagioni, si armonizzano perfettamente nelle sale di Palazzo Barberini.
Arcimboldo
20 ottobre 2017 - 11 febbraio 2017
Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini
Via delle Quattro Fontane, 13, 00187 Roma
Orari: martedì/domenica 9.00 - 19.00. Chiuso lunedì.
La biglietteria chiude alle 18.00
Biglietto d’ingresso: Intero euro 15,00 - Ridotto euro 13,00
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Arcimboldo. Catalogo
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