Arcipelago Gulag di Aleksandr Isaevič Solženicyn

Gulag è la sigla dell’organismo che gestisce le prigioni e i luoghi d’esilio, parole così semplici e dirette per qualcosa di terribile. Queste “isole”, insieme, formano un arcipelago popolato da decine di migliaia di persone, un mondo nel mondo del quale, magari, ignoravamo l’esistenza.

Arcipelago Gulag di Aleksandr Isaevič Solženicyn (Mondadori, 2017, trad. Maria Olsufieva) narra di vite analizzate e giudicate, di anime condannate, di cuori infranti mandati allo sbando.

“Un uomo solo non avrebbe potuto creare questo libro.”

Questo afferma l’autore, che infatti si è avvalso dell’aiuto di ben 227 testimonianze per scrivere l’opera. Un’opera che parte nel 1918 e arriva fino al 1956, decenni colmi di vite cessate e, troppo spesso e troppo in fretta, dimenticate.
Arcipelago Gulag è un libro che parlerà in modo semplice di fatti e avvenimenti quotidiani, con pagine ricche di nozioni, aneddoti e vite interrotte bruscamente o, nel migliore dei casi, mutate per sempre.

Una pagina importante della nostra società, parole che narreranno di fatti accaduti decenni fa che, però, sentiremo tremendamente vicini. Un libro dedicato a chi vuole conoscere un po’ di più della società, o di ciò che ci ha spinto a diventare ciò che vediamo ogni mattina allo specchio, per arricchirci dentro, per capire meglio.