Area 51. La verità, senza censure
- Autore: Annie Jacobsen
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2012
Dici Area 51 e - Voyager o non Voyager - ti vengono in mente strani pensieri: immagini che hanno a che fare con Ufo, x-files, complotti stellari, E.T. venuti chissà da dove. Dimenticatevi tutto questo: a riportarci coi piedi per terra ci pensa - benissimo - la reporter americana Annie Jacobsen, autrice di “Area 51” (Piemme, 2012), un saggio che ha la consistenza volumetrica di un romanzo di Stephen King ma, vivaddio, è di taglio illuminista che più illuminista non si può.
Un’inchiesta minuziosa sulla zona militare più top secret degli Stati Uniti (si trova nel bel mezzo del deserto del Nevada): per ufologi, mitomani, e altra gente dotata di indubbia fantasia, la madre di tutti gli angiporti interstellari, in realtà sede di operazioni occulte targate CIA e Atomic Energy Commission; manovre taciute, a volte, finanche al Congresso e al Presidente USA. Il saggio-moloch della Jacobson (530 pagine fittissime) riesce, per la prima volta in chiave non fantascientifica, a rischiarare tutte le zone d’ombra che hanno concorso all’aura della base-fantasma (non compare nemmeno sulle carte geografiche), e sin dall’incipit dimostra di avere idee chiarissime sulla realtà dei fatti. Scrive la giornalista investigativa:
“L’Area 51 è un enigma. Pochissimi sanno che cosa succede lì e in milioni vogliono saperlo. Per molti l’Area 51 rappresenta lo Shangri-la dello spionaggio e dei sistemi di combattimento più sofisticati. Per altri è il mondo segreto degli alieni e degli Ufo fatti prigionieri. La verità è che l’installazione federale segreta più famosa d’America fu creata per sviluppare la scienza e la tecnologia militari per battere sul tempo le altre potenze straniere. Il cuore dell’enigma dell’area 51 consiste nel rispondere alla domanda sul perché è nascosta agli occhi del mondo (…)”.
Nessuna delle fonti, dei personaggi e dei tantissimi episodi (per quanto sconcertanti, hanno a che vedere, in primo luogo, con “armi intelligenti” e test nucleari) citati in questo libro è frutto di fantasia. Apprendo che in fase di stesura la Jacobsen ha intervistato (ben) settantaquattro persone in possesso di conoscenze di prima mano sull’Area 51, e se questo non è lavorare bene (con abnegazione, mi verrebbe di scrivere), allora ditemi cos’è. Chiedo scusa ai sostenitori indefessi della vita sugli altri pianeti, ma dopo l’uscita di questo libro il mistero dei misteri americani non ha più, per me, lo stesso fascino che aveva prima, e non è detto che sia una fortuna: è o non è più rassicurante credere all’imminenza di una guerra dei mondi, che scoprire l’impero del Bene (quello del Male era l’URSS, ricordate?) impegnato in esperimenti top-secret degni del Mengele più ispirato?
Finalino propedeutico (siamo soli nell’universo!) sul quale meditare: immaginate un incidente aereo nella notte, il “disco volante” è di provenienza russa e a bordo ci viaggia una manciata di bambini orrendamente modificati. Hanno più o meno la taglia del pilota interstellare sottoposto alla “celebre” autopsia filmata. Per schiere compatte di ufologi questa era (è) la prova inconfutabile della presenza aliena sul pianeta. Che brutta fine fanno i miti.
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scusate un piccolo appuntino...ma,detto e confermato che l’area 51 è (meglio dire era,scommetto che è da un bel pò che non sia più il "sito" off limits per eccellenza) una installazione top secret,dove si sperimentano armi e tecnologie avveniristiche,in cui lavorano i più brillanti scienzati del mondo ma perfettamente sconosciuti al grande pubblico che,in quanto stipendiati da cia,nsa e chissa che altro,non hanno e non avranno mai la possibilità di divulgare alcunchè ad alcun giornalista o scrittore che non sia stato preventivamente deciso dai suddetti datori di lavoro,e sorvolando sulla ovvia "sicurezza nazionale" che ricoprirà indubbiamente la stragrande maggioranza del lavoro al cui interno si svolge,mi sorge spontanea una domanda:perchè mai la jacobsen si arroga il diritto di definire il suo dossier "vero e senza censure"?
vi sembra minimamente possibile che le abbiano fatto conoscere più della scontata punta dell’iceberg?
suvvia...siamo seri e finiamo una volta per tutte di farci prendere in giro da questi detentori della verità ultima che non sono altro che pupazzi della disinformazioni.
che si parli di convenzionale,fantascientifico o "apparentemente assurdo",state certi che la "verità" (seppur esista una verità assoluta) non verremo mai a conoscerla dalle pagine di un libro in vendita in una normale libreria.
sarà, però il libro è documentato in modo minuzioso, e non ha niente a che vedere con il genere teoria-del complotto che tira al pari delle finto-saggistica sull’aldilà e/o sui vaticini Maya...
mario bonanno
Libro interessante ma scritto malissimo (la lettura è veramente poco scorrevole).
Purtroppo l’Area 51 credo non sia più un area supersegreta da molto tempo e certamente gli Americani avranno individuato già da tempo un altro sito dove testare i loro armamenti più evoluti al riparo da occhi indiscreti.
Quanto agli UFO, se mai ci sono stati o ci sono ancora in qualche hangar dell’Area 51 navicelle aliene certo non credo che gli americani lo andrebbero a rivelare proprio ad Anne Jacobsen. Pertanto la questione rimane apertissima.
Roberto
Bel libro.. Ma riguardo Rooswell secondo voi sono piu’ credibili gli alieni o la storia di Stalin che subito dopo la guerra mette dei bambini ritardati geneticamente modificati in un disco volante radiocomandato? Per uno scherzo! Informazione.. piu’ c’e’ meglio e’.. Nel libro c’e’ tutto.... Meditate gente!
Concordo pienamente con quanto affermato da coltrame, tra l’altro ho finito il libro da poco, e per quanto mi riguarda è un concentrato di mezze verità abilmente orchestrate per nascondere la verità, poi le fonti del libro sono quasi tutti degli ex militari,scienziati o tecnici che all’improvviso appaiono davanti all’autrice desiderosi di parlare e di alleggerirsi del loro pesante fardello, a me è sembrato un libro pilotato a dovere. Continuo dicendo che l’autrice ha svelato pochissimo se non quello pubblicamente ammesso con delle dichiarazioni "ufficiali" senza tra l’altro affrontare e smontare la documentazione e le dichiarazioni ad oggi a noi pervenute.. storica quella del Colonnello dell’Intelligence Usa Philip Corso e di altri, personalmente propendo per la tesi che non si giungerà mai a nulla che non si voglia far sapere e che la disinformazione si serve di mezzi insospettabili....
Nei libri - così come nei dischi, nei quadri, nei film - ognuno legge quello che più gli va di leggerci. E’ un processo inconscio ma, ritengo, (sacro)santo e benedetto.
Buongiorno, non sono molto d’accordo con la recensione.
In più di un’occasione nel libro l’autrice lascia interrogativi senza risposta e le sue stesse fonti parlano, appunto, appena della punta dell’iceberg.
Ben lungi dall’essere ufologo o amante delle teorie del complotto ma credo, soprattutto nel finale del libro, si legga tra le righe che se il 90% delle più fantasiose teorie sull’area 51 abbiano oggi una spiegazione concreta, rimane un inquietante 10% di cui nessuno dei testimoni interpellati abbia voluto parlare.
E visto il taglio giornalistico e assolutamente non sensazionalitico del libro..per me questa è la cosa più sconcertante.