Argento vivo
- Autore: Marco Malvaldi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2013
Libro godibilissimo quest’ultimo di Marco Malvaldi. Come gli altri, tuttavia, ha un difetto: finisce troppo presto. E’ tanto piacevole alla lettura e accattivante nella trama che si legge tutto d’un fiato, non si può abbandonare, e dopo neanche due giorni è terminato e bisogna attendere alcuni mesi per il prossimo.
Questa volta, poi, l’autore ha superato se stesso. La trama innanzitutto: è la storia di una rapina e, solo marginalmente, dell’indagine che ne consegue. Attorno a questa rapina ruota tutta una serie di personaggi coinvolti più o meno direttamente con il reato, attratti nel suo vortice dalla casualità o da scelte improvvide, vittime di equivoci o di malasorte, col proprio bagaglio di sentimenti e di aspirazioni, come poi avviene nella realtà. Personaggi di una storia che si srotola come le palline del mercurio di un termometro che si è rotto, palline che si dividono e si ricompongono, che si inseguono e si sfuggono, che si incontrano e si separano sul piano del tavolo fino a ricondursi ad un’unica goccia. “Una goccia senza difetti, con la perfetta lucentezza del colore di un metallo e la perfetta regolarità della superficie di un liquido”, come la realtà immaginaria del racconto dove le cose e le persone vanno alla fine ad occupare il posto giusto.
I personaggi sono molto più variegati dei soliti vecchietti del bar: i meglio riusciti sono i due giovinastri dediti all’informatica di cui uno, appassionato di lettura e blogger, fa pensare ad un gemello dell’autore stesso. Poi Corinna, la poliziotta, che ricorda altre figure femminili ben note ai lettori di gialli quali la Petra della Gimenez- Barlett o la Barbara della George. Infine non manca il “barrista” che anche se ha un ruolo di secondo piano non è per questo una pedina meno importante per condurre in porto la vicenda.
Sempre freschissimo e divertente lo stile, ironico, scanzonato, autocritico anche là dove il discorso si fa serio, negli inserti di argomento filosofico (una novità) che impongono al lettore una riflessione sul ritmo dell’esistenza e sulla cifra che ne assicura una persistente armonia di fondo. Uno stile preso a prestito dalle fictions televisive, dove i “quadri” si rincalzano con vivacità, senza perdere il filo conduttore, aprendo in continuazione nuovi scenari e non risparmiando al lettore frequenti colpi di scena. In questo libro lo scrittore sale di tono affrancandosi dalla gustosa ma leggera invenzione del giallo di provincia per approdare quasi inconsapevolmente ad un piano di maggiore complessità e spessore.
Argento vivo (La memoria Vol. 938)
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Una bella recensione, che dà veramente il senso del romanzo, forse il più bello fra quelli di M. Marcovaldi, e anche il più "letterario". Qui la scrittura è davvero originale, c’è un’ attenzione, quasi da linguista, all’uso delle parole, della punteggiatura e della struttura del testo: il montaggio dei paragrafi, ad esempio, è molto interessante: quando si cambia ambientazione, la prima frase del nuovo paragrafo contiene spesso una parola, un verbo dell’ultima frase del precedente, anche se usati in un contesto differente. Questo espediente linguistico consente di sottolineare la continuità delle vicende vissute dai personaggi e di legarle al “filo conduttore”.
Sono da leggere anche i ringraziamentii, che svelano un piccolo segreto a chi non lo conosce già o non se lo ricorda.