Aristotele e la Morale
- Autore: Giuseppe Zuccante
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
È ben noto come la grandezza di Aristotele risieda anche nella sua capacità di fondare e dare ordine alle più diverse forme di conoscenza. Egli studiò la fisica e la metafisica, la teologia, l’ontologia e la matematica, la poetica e il teatro, l’arte e la musica e ancora la logica, la retorica, la politica, l’etica, la grammatica, l’oratoria e la dialettica, la biologia e la zoologia, e altre. Per ognuno dei citati rami del sapere, il filosofo di Stagira crea i presupposti per la sistematizzazione delle nozioni e dei paradigmi validi ancora oggi nell’ambito delle diverse discipline.
Tra le opere morali di Aristotele occupa un posto preminente L’Etica Nicomachea, opera dedicata a suo figlio Nicomaco. Incommensurabile sul piano dell’influenza che esercita nel corso dell’intera storia del pensiero umano, l’Etica Nicomachea è, tra le opere morali di Aristotele, affiancata dall’ Etica Eudemia e dalla Grande Etica.
Aristotele e la Morale (Primiceri Editore, 2022) di Giuseppe Zuccante, accademico d’altri tempi e notevole filosofo, propone una raccolta di studi su Aristotele la cui prima edizione risale a una temperie storica di piena rifioritura degli studi aristotelici.
Tra i più eminenti studiosi della filosofia greca vissuti tra Ottocento e Novecento, Giuseppe Zuccante (1857-1932), di origini venete, fu anche storico della filosofia; si laurea presso l’Università di Padova nel 1879 con l’insigne positivista Roberto Ardigò e sul finire del secolo XIX viene nominato professore di Storia della filosofia all’Accademia, poi trasformata in università di Milano.
Nel libro, diviso in due grandi sezioni, il professore di Grancona (VI) traccia un accurato profilo di Aristotele spiegandone l’influenza del pensiero nella storia della cultura ed esaminando nei suoi più specifici risvolti il pensiero morale del filosofo. Scrive Zuccante nelle pagine introduttive del libro (la prefazione è datata il mese di Ottobre del 1924):
"Oggi, anche più, Aristotele ha ripreso il suo posto di maestro e la Nicomachea, in particolar modo, è, nei nostri Licei e nei nostri Istituti magistrali, fra le opere filosofiche prescritte a fornire la prova del maturo sapere dei giovani. È adunque doveroso, oggi, contribuire, per quanto è possibile, a questa ripresa felice della tradizione aristotelica."
Il libro, utilissimo anche per odierni approfondimenti filosofici universitari sull’argomento, sviscera i ben noti concetti aristotelici morali che si riferiscono al bene sommo e alla felicita, alle virtù morali e intellettuali, all’Eudemonismo razionale di Aristotele, alla prudenza e alla volontà, e così via, con il proposito (che, constatiamo oggi, non ha perso niente della sua validità) di
"far rivivere qualche cosa di organico e di vivente, e, insieme, di eccitare e svegliare nelle anime l’aculeo della ricerca e della scoperta, sicché non s’acquetino esse nel passato, ma tendano e assurgano via a via a forme più alte e più degne".
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