Arte di ascoltare e mondi possibili
- Autore: Tiziano Sclavi
Nel sito Il mestiere di scrivere Luisa Carrada condivide in rete la sua esperienza di scrittrice professionale e fornisce consigli pratici e suggerimenti a coloro che per mestiere scrivono o ambiscono a farlo.
Un giorno vi trovai le sette regole dell’arte di ascoltare messe in relazione alla scrittura e un nome, Marianella Sclavi, con il suo libro “Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte” - editore Bruno Mondadori.
Marianella Sclavi in questo libro ci insegna a sperimentare la possibilità di uscire dalle cornici di cui siamo parte attuando l’ascolto attivo, l’autoconsapevolezza emozionale e la gestione creativa dei conflitti, strumenti conoscitivi che trasformano l’esperienza da una serie di eventi che capitano e ai quali si reagisce, in crescita personale.
crescendo in una certa comunità, imparando una certa lingua, facciamo nostre complesse gerarchie di premesse implicite che in quell’ambiente sono date per scontare e che costituiscono il terreno sicuro che ci consente di capirci
Si parte con il gioco dei nove punti, che introduce con efficacia il tema della necessità di uscire dagli schemi nel tentativo di emanciparsi dalle premesse implicite che ci bloccano su posizioni impersonali. Liberarsi delle cornici di cui siamo parte significa attivare un processo di Cambiamento, che come primo risultato potrebbe mettere a disagio, ma proprio questa sensazione di fastidio la percepiamo ogni volta che andiamo a incidere sulle cornici e quindi non va allontanata perché ci indica di aver imboccato percorsi nuovi.
Il fulcro del lavoro è condurre al Cambiamento inteso come passaggio da una posizione di rigido controllo a una possibilista, dove tutto potrebbe essere e pure il suo contrario. Provare a spaziare fra le possibilità per trovare la soluzione che riconosceremo solo quando, relativamente a questa, ci sorgeranno risposte per domande che prima non ci sognavamo di fare. Per aiutare i suoi studenti ad acquisire un approccio fenomenologico alla realtà il suggerimento è di liberarsi del predicato Essere, lasciando aperto il campo a altre visioni perché il predicato “è” esclude, irrigidisce, mentre dire “adesso la vedo così”, agevola la flessibilità di pensiero e predispone all’esplorazione di mondi possibili.
Il senso è attribuito dall’osservatore è un’asserzione rassicurante e logica secondo la nostra visione del mondo ma dobbiamo essere consapevoli che non esistono osservatori isolati, che ognuno di noi è parte di una cultura in senso antropologico e che questa cultura è parte di noi.
Si passa poi al concetto di visione binoculare, tecnica che permette di osservare lo scenario da dentro quali attori e da fuori quali osservatori. La visione binoculare mira a portare in primo piano le cornici e ci consente di scoprire che spesso gli accadimenti sono il risultato di premesse implicite che ignoriamo. Ecco la Sclavi ci insegna a vedere e a conoscere queste premesse e ci dà gli strumenti di indagine necessari per sondare la realtà. Uscire dagli schemi attraverso un approccio connotato dallo stupore, dallo spiazzamento e con spirito umoristico.
Il lettore viene fatto partecipe delle sue lezioni in mezzo ai suoi studenti, o grazie a una narrazione accattivante è come se fosse coinvolto nei suoi esperimenti di shadowing, svolti su o con quattro donne, e mentre l’autrice si infila in qualità di scrittrice/sociologa a seconda di come le pare funzioni meglio, nelle vite di queste donne a Roma piuttosto che a New York spiega, insegna, parla chiaramente di exotopia quale modalità di sintonizzazione con il soggetto altro.
In questa indagine le emozioni svolgono un ruolo essenziale, perché ci prospettano il quadro della situazione. E’ come se ci proiettassero dentro alle cornici, le indicano in anticipo. Sono come passi di danza, si può accettarne l’invito, rifiutarlo o proporre un’altra danza. Il processo non è solo decidere o rifiutare ma proporre un’alternativa che si troverà solo attraverso numerosi tentativi.
Cambiare per trovare nuovi passi di danza, attuando l’ascolto attivo spostando la nostra attenzione verso i luoghi dove le emozioni intendono condurci. Ecco che l’esperienza diventa un saper fare esperienza, impariamo a imparare.
Determinazione, tenacia, umorismo, gusto della scoperta (per quanto essa ci possa sembrare banale). Per imparare a imparare si tratta di focalizzare come operano quei moduli cognitivi profondi che ci sottendono, e che operano in autonomia. Riuscire a capire quando hanno funzionato cioè siamo giunti a nuove scoperte e quando invece hanno fallito cioè siamo giunti alla conclusione che per quanto ci sforziamo il mondo che ci circonda è un dato fisso, dalla cui potente frustrazione si può arrivare a dipendenze pericolose come l’alcolismo.
La Sclavi si serve anche delle dinamiche messe in atto dalla Alcolisti Anonimi per farci capire la pericolosità dei doppi vincoli.
Il deutero apprendimento o apprendimento di secondo livello è una capacità che rende il nostro andare per il mondo più divertente, meno noioso e anche originale, fa leva sulla curiosità sullo sconcerto e nel contempo ci fornisce preziose informazioni su di noi e sull’ambiente circostante. Utile allo scopo è iniziare a usare nuove parole, in quanto ogni parola evoca uno scenario perciò cambiare linguaggio conduce verso nuovi scenari.
L’autrice ci invita a osservare l’insieme e anche il dettaglio più insignificante per lo più marginale quasi disturbante, ci dice di non sentirci soddisfatti della prima risposta. Se andiamo male c’è autocompiacimento, se andiamo bene siamo a disagio, che è la sensazione che proviamo quando imbocchiamo una strada sconosciuta lungo la quale i riferimenti standard non funzionano. Meglio continuare ad andare.
Un libro scritto con chiarezza, si percepisce grande energia e il desiderio dell’autrice di trasmettere un saper fare che va oltre le scienze sociali. Si conclude con il decalogo per la convivenza etnica di Alexander Langer. Da leggere per non farsi più sorprendere da frasi tipo: “io non sono razzista però...”
A Marianella Sclavi un grazie perché con questa sua opera mi ha aperto un mondo di possibilità che stanno rendendo una vita comune nella mia personale esperienza di vita.
Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte
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